Primo prelievo Dna su detenuto carcere dopo istituzione banca dati

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Roma - Ieri mattina, il giorno stesso dell'entrata in vigore del regolamento attuativo della legge che ha istituito la Banca dati nazionale del dna, nel laboratorio del carcere romano di Regina Coeli è stato fatto il primo prelievo del campione biologico da parte del personale della Polizia penitenziaria. Lo fa sapere il Dap. Con il decreto del ministro della Giustizia del 2 marzo scorso, nell'ambito della Direzione generale dei detenuti e del trattamento è stato istituito il Laboratorio centrale Banca dati dna cui sono affidati l'organizzazione e il funzionamento del Laboratorio, le relazioni con l'autorità giudiziaria e i servizi di polizia giudiziaria. Per facilitare l'avvio dell'attività il capo del Dipartimento, Santi Consolo, ha fornito le prime direttive provvisorie che saranno poi trasfuse in una circolare che disciplinerà l'intera materia riguardo alla verifica delle esigenze applicative.

Con la legge 85 del 30 giugno 2009, l'Italia ha aderito al Trattato di Prum concluso il 27 maggio 2005 ai fini della cooperazione transfrontaliera per contrastare terrorismo, criminalità transfrontaliera e migrazione illegale. Come in altri Paesi, anche l'Italia dispone quindi di un unico database nazionale del dna a carattere interforze, finalizzato a facilitare l'identificazione degli autori dei delitti e delle persone scomparse. Personale del Dap e della Polizia scientifica si è recato presso l'Istituto romano per fornire l'ausilio e il supporto all'avvio dell'attività. Gli operatori della Polizia penitenziaria di Regina Coeli hanno svolto le operazioni di prelievo e hanno portato a compimento l'intera procedura con esito positivo. Alle 19 di ieri erano 138 i prelievi realizzati in tutti gli istituti penitenziari italiani.

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