Procuratore Prestinenzi: “Controlli dall’alto contro i reati ambientali”

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Lamezia Terme - Pubblichiamo alcune parti dell’intervista rilasciata dal Procuratore della Repubblica, Domenico Prestinenzi, in occasione dell’uscita del numero 211 cartaceo del Lametino. Il Procuratore ha delineato un quadro preciso sulla situazione giustizia e legalità in città e ha tracciato un primo bilancio da quando è capo di una tra le Procure più complesse nel panorama calabrese.

Da due anni in Procura. Quali criticità e quali positività ha riscontrato in questo periodo di permanenza in Procura a Lamezia?

“L’Ufficio è organizzato abbastanza bene ma, purtroppo, soffre di carenze d’organico, non soltanto di personale della magistratura ma anche per quanto riguarda la parte amministrativa. Credo che questa sia una situazione comune a tutti gli uffici giudiziari anche perché il personale che va in pensione non viene normalmente sostituito. Ed a fronte delle sopravvenienze penali sempre maggiori abbiamo così una progressiva riduzione d’organico del personale amministrativo. C’è da dire che per quel che riguarda i magistrati bisogna tener presente, innanzitutto, che Lamezia ha un circondario superiore ai 100.000 abitanti.

La Procura ha in organico solo cinque sostituti più il procuratore. Altre procure della Calabria, ad esempio, che hanno circondari con popolazione di gran lunga inferiore, hanno in organico sei sostituti. Ma non si tratta solo della pianta organica, ma anche della copertura di alcuni posti. In questo momento, ad esempio, la Procura di Lamezia è scoperta del 40% perché su cinque sostituti, ne mancano due. Tutto questo comporta come una parte del lavoro subisca sicuramente un rallentamento. Andato via il collega Galletta, altro esempio, le pratiche più urgenti le sto trattando io ma non riesco a trattare i processi come un singolo sostituto in quanto devo occuparmi anche del civile, di tutte le esecuzioni, del visto sulle misure cautelari, oltre alla gestione normale come capo di questo Ufficio.

C’è da dire anche che questo Ufficio era stato organizzato molto bene da chi mi ha preceduto sia come predisposizione del progetto organizzativo e sia come distribuzione degli incarichi. Ecco, una cosa positiva è stata la creazione di una segreteria per ogni singolo sostituto che può contare su un segretario, che normalmente è un cancelliere, un coadiutore, un ufficiale di polizia giudiziaria e un vice procuratore onorario che lo aiuta nella trattazione di tutti i procedimenti di competenza del Giudice di Pace”.

La Procura lametina si occupa di un territorio vasto e di una realtà tra le più complesse in Calabria. Oltre alla criminalità organizzata quali sono i reati maggiormente presenti che ha avuto modo di riscontrare?

“Abbiamo riscontrato un aumento notevole di truffe ai danni dell’Unione Europea. Truffe per erogazione finanziamenti pubblici. Si tratta di operazioni condotte in modo brillante dalla guardia di finanza ma che, purtroppo, arrivano anche a distanza della commissione del fatto. E questo è conseguenziale perché gli uffici finanziari, e anche la stessa Guardia di Finanza, procedono con accertamenti a campione a distanza di tempo da quando è stato commesso il fatto e il che può comportare, essendo stati abbreviati i tempi di prescrizione, che processi anche di grossa rilevanza possono cadere in prescrizione.

Ciò comporta non solo la caduta delle prescrizioni personali, ma anche di quelle reali. Noi nelle truffe aggravate o reati finanziari, infatti, possiamo procedere al sequestro per equivalente. Ad esempio, dopo aver accertato una data evasione per operazioni inesistenti recuperiamo con il sequestro per equivalente le somme frodate allo Stato, ovvero le imposte evase. Il procedimento giudiziario, però, deve concludersi in un arco di tempo non superiore a sette anni e mezzo il che, purtroppo. certe volte non è accaduto. Questo l’ho potuto constatare personalmente quando ero in procura generale dove molti processi che abbiamo trattato in Appello, proprio in secondo grado sono finiti in prescrizione e l’effetto è stato non solo la prescrizione del reato, ma il venir  meno delle confische che erano state predisposte”.

“Diciamo che esiste un’economia sana a Lamezia ma c’è anche, purtroppo, un’economia malata. Sono in aumento le situazioni di bancarotta mentre abbiamo nel circuito commerciale imprese che arrivano a fare concorrenza sleale alle altre. In particolare, abbiamo soprattutto finanziamenti europei che sarebbero serviti innanzitutto per creare posti di lavoro ma che vanno perduti, o meglio, nelle tasche di questi truffatori".

Tra i reati ha fatto menzione a recenti operazioni antidroga dalle quali è emerso come Lamezia sia crocevia delle sostanze stupefacenti.

“E’ una realtà abbastanza allarmante. A seguito di alcune di queste operazioni è emerso come gli spacciatori fossero ragazzi con minimi precedenti o, soprattutto, assuntori che ricorrevano al piccolo spaccio per garantirsi la dose personale. Al momento degli arresti, questi giovani sono stati immediatamente sostituiti con altri. C’è un reclutamento di manovalanza assolutamente allarmante e tutto questo riguarda anche problemi sociali di fondo come la mancanza di lavoro e di prospettive reali che induce facilmente questi giovani non solo ad assumere la dose giornaliera di sostanza stupefacente, ma anche a ricercare quel piccolo guadagno facile”.

Un altro punto è sicuramente l’impegno per quanto riguarda l’inquinamento ambientale in generale e marino, in particolare.  A che punto siamo? Ci sono altre indagini che attualmente, come Procura, avete avviato in questo settore di reati?

“La situazione è monitorata costantemente. Tra l’altro c’è un collega che si occupa di questo. Abbiamo, infatti, istituito settori specifici d’intervento e indagine all’interno degli uffici della Procura. Ad esempio, il settore estorsione ed usura a danno dei commercianti è di competenza di un magistrato mentre per quanto riguarda i reati in materia d’ ambiente se ne occupa un altro magistrato. L’ambiente è un settore che è all’attenzione di questa Procura ed esiste una verifica costante, non solo tramite polizia locale, ma anche con la Capitaneria di porto. Per dare una mano alle indagini c’è l’idea di fare verifiche dall’alto sia dei torrenti che dei relativi scarichi abusivi. Non è facile, si fa quasi l’impossibile ed il territorio è molto vasto, non solo come popolazione residente. L’idea che abbiamo ora è quella di organizzare al più presto un controllo dall’alto”.

Più di due anni fa c’è stato un provvedimento di sgombero del campo rom in località Scordovillo mentre si continua ad assistere ciclicamente ai roghi di rifiuti all’ingresso del campo. Come se ne esce?

“Il procedimento giudiziario sta arrivando a conclusione. E’ un problema non solo giudiziario, perché il reato che si configura è, rispetto ad altri, di minima importanza visto che si tratta principalmente di occupazione di suolo privato e la competenza, sostanzialmente, è relativa al giudice di Pace. Se si fosse trattato, invece, di occupazione di edifici pubblici si tratterebbe di competenze del tribunale monocratico. Ma il problema è politico più che di configurazione del singolo reato. E deve essere l’Amministrazione comunale attiva nel risolvere il problema con tutti gli strumenti a sua disposizione con l’allocazione definitiva di queste famiglie. Sarà l’Amministrazione a scegliere. Già alcune sistemazioni sono state trovate. Bisognerà ora risolvere il problema in modo definitivo. Noi verifichiamo l’esistenza del reato ma, ripeto, qualsiasi sentenza arrivi, di condanna o meno non risolve il problema di fondo”.

Esuliamo ora dal contesto prettamente lametino e approfittiamo per chiederle un parere come Procuratore sulla querelle governativa per quanto riguarda il lavoro e le ferie “troppo lunghe” dei magistrati.

“Aspettiamo da tempo una riforma che affronti tutti i problemi della giustizia. Sulle ferie e il lavoro dei magistrati posso citare un dato che non viene da noi ma da un organismo del Consiglio d’Europa secondo il quale la magistratura italiana, nell’anno 2010, ha definito 2.234.000 procedimenti civili e contenziosi, la Francia 1.793.000, la Germania 1.586.000. Inoltre, la magistratura italiana ha definito 1.288.000 cause penali, la Francia appena 600.000 e la Germania 804.000. Sono numeri che sono stati confermati negli anni successivi e che pongono la magistratura Italia al primo posto di produttività in Europa in materia penale e al secondo posto in materia civile dietro la Russia che ha ben altro numero di magistrati. Ora, al di là di questo, si è parlato delle ferie. E della riduzione delle stesse definita da alcuni come un privilegio. Solo noi in Italia abbiamo 45 giorni di ferie. Gli uffici chiudono. La giustizia si bloccherebbe dal 1 agosto al 15 settembre.

E’ un dato assolutamente parziale e non veritiero perché gli uffici non chiudono dal 1 agosto al 15 settembre. Rimane ferma solo l’attività ordinaria, civile e penale che viene sospesa. Mentre tutto ciò che ha carattere d’urgenza, viene regolarmente trattato così come vengono trattate le cause di lavoro e le cause previdenziali. Anche durante il cosiddetto periodo di ferie i magistrati lavorano. Ad esempio, nel mese di agosto di quest’anno i giudici della Cassazione hanno depositato all’incirca 8.000 provvedimenti. Basterà verificare presso qualsiasi tribunale o Corte d’Appello per vedere che anche durante il cosiddetto periodo feriale i magistrati scrivono e depositano sentenze. Non  vogliamo più provvedimenti che abbiano solo impatto mediatico con la cosiddetta lotta ai privilegi delle caste. Noi vogliamo provvedimenti che possano apportare miglioramenti alla nostra situazione, alla giustizia civile che è più disastrata di quella penale. Non è possibile che ogni anno i bilanci subiscano tagli e che le procure, così come tutti gli uffici giudiziari, rimangano bloccate perché mancano i toner o la carta per le fotocopie”.

Per concludere, che messaggio si sente di lanciare ai cittadini di Lamezia?

“Le ultime operazioni dimostrano che c’è una forte presenza delle forze dell’ordine sul territorio e un’attenzione sempre maggiore. Noi invitiamo la cittadinanza ad una maggiore collaborazione, soprattutto per la repressione di alcuni reati. E’ imprescindibile la collaborazione delle parti offese, soprattutto per i reati di usura ed estorsione che sono alcune delle piaghe di questo territorio. C’è molto da lavorare, ma c’è anche da sperare in una maggiore collaborazione da parte di chi è costretto a pagare il racket o pagare gli usurai. Un po’ di fiducia in più nelle istituzioni non dico sarebbe il toccasana di ogni male, ma ci aiuterebbe a lavorare meglio”.

Virna Ciriaco

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