San Giuseppe, il padre buono raccontato dai Vangeli

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Lamezia Terme – “Ad una lettura non attenta del Vangelo la figura di San Giuseppe può apparire di secondo piano rispetto a quella di Maria. Ma non è così. E da figlio di Artigiani prima, da dirigente degli stessi poi, è con gran piacere, che mi accingo a dimostrare il contrario perché, tutelo, si fa per dire, " un benemerito" della categoria, un falegname.

La modernità di Giuseppe

Egli è buono, mite, paziente, e, certamente il fatto di discendere dalla famiglia di Davide, emergente al tempo e nella tradizione ebraica, dona al personaggio quel" self control" che è proprio di chi ha avuto un'educazione ed un nome da onorare. Altra spiegazione non ha il comportamento da Egli avuto non appena venne a conoscenza che Maria, la giovane che, lì per lì, stava per sposare, era incinta. Non volle denunciarla dinanzi a tutti, come avrebbe, e potuto, secondo le usanze, decide, invece, semplicemente, di rompere il fidanzamento senza dire niente a nessuno, come si conviene ad un uomo di tanta casta. Quanta modernità e larghezza di vedute in quella decisione dove soprattutto traspare l'immenso amore per la donna che aveva prescelto.

Dio, nel chiamare, sa sempre trovare le parole giuste

Ma Egli è, soprattutto, l'uomo che comprende, prima di tutti, l'arcano mistero dell'incarnazione e il messaggio della salvezza, senza battere ciglio, risponde alla chiamata divina, diventa strumento buono e operativo tutelando l'integrità fisica del bambino Gesù prima, curandone l'educazione e la formazione professionale, in quella bottega artigiana, dopo. Quindi, sebbene, avesse deciso di rompere il fidanzamento con Maria, appena l'Angelo l'informa dell'arcano mistero, esegue la volontà del Signore con diligenza, amore paterno, così come detta la cultura e tradizione artigiana. Anche in questo, certamente, per la seconda volta lo sorregge l'orgoglio e l'educazione di uomo appartenente ad una grande famiglia a cui non poteva e non doveva venire meno. Infatti, l'Angelo del Signore, nella sua apparizione, lo chiama:" Giuseppe, discendente di Davide..." È la molla che fa scattare una adesione incondizionata. Dio sa sempre trovare le parole giuste, ma noi, presi come siamo, dall'incedere vorticoso della vita, molte volte non sappiamo ascoltare le " chiamate ".

Giuseppe: Rispetto e Orgoglio delle proprie Radici!

Giuseppe, invece, fu attento alla sollecitazione divina e non se la fece ripetere due volte, anche se ciò gli costava tanto sul piano dell'immagine di uomo dinanzi alla sua società. Quante volte noi non facciamo quello che dovremmo fare perché la gente ci condiziona? Dimentichiamo le nostre Radici, I nostri Valori!

Giuseppe, uomo di cui Dio si fida

Giuseppe, uomo di cui Dio si fida: Egli, infatti, da quel momento prende Maria in casa sua, appena partorisce il bambino gli mette il nome di Gesù, come gli aveva detto l'angelo del Signore, lo protegge da Erode, riparando con la famiglia in Egitto, rimanendovi fino a quando Erode non muore, quindi ritorna in Israele. È attento e pieno di premure al punto che, appena saputo che, al posto di Erode, era diventato re della Giudea, Archelao, ebbe paura di fermarsi in quella regione, partì, allora, verso la Galilea ed andò ad abitare in un villaggio chiamato Nazareth.  La Sua vita fu un continuo peregrinare da una regione alla altra, con i mezzi di locomozione del tempo, certamente l'asino, per salvaguardare l'integrità fisica del Bambino Gesù. E vi pare cosa da poco? È questo forse un ruolo marginale?”. 

Francesco De Pino 

 

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