Taverna e Palena si ritrovano nel nome di San Falco

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Taverna  - Si sono ritrovate, a distanza 15 anni dal gemellaggio di fede che le ha unite, le comunità di Taverna e di Palena (Chieti) nel nome di San Falco, l'eremita nato in Calabria, alle falde della Presila Catanzarese, oltre nove secoli addietro ed assurto all'onore degli altari in Abruzzo e venerato come Patrono nel comune della Maiella. E così, nell'ambito di una serie di iniziative messe in atto per ricordare l'evento, il busto con all'interno una costola di San Falco, donato 15 anni addietro dai palenesi, è stato portato, presenti il sindaco del comune della Maiella, Claudio D'Emilio e il primo cittadino di Taverna, Sebastiano Tarantino, per la prima volta, nella zona dove sorgono i ruderi dell'Abbazia di Peseca, nel territorio del comune di Albi, l'eremo che San Falco lasciò per trasferirsi sui monti della Maiella. San Falco, appartenente alla famiglia dei Poerio di Taverna lasciata la Calabria si stabilì con i suoi confratelli a Prata in Abruzzo. Qui, i monaci eressero una piccola chiesa ed iniziarono a predicare il Vangelo spostandosi di volta in volta in tutta la regione. Dopo un periodo a Roma, Falco, tornato in quei luoghi riuscì in una circostanza a liberare dagli spiriti maligni sette indemoniati. A Palena, dove visse in un piccolo ritiro, ebbe modo di manifestare più volte queste sue doti di esorcista, cosa che gli valse una immediata fama. Iniziarono così le processioni di posseduti. Il culto ufficiale di San Falco ebbe inizio nel 1383 con la traslazione delle ossa nella chiesa che tuttora le accoglie. La sua grande popolarità è ancora oggi legata alla fama di esorcista: e non sono pochi quanti si recano in pellegrinaggio davanti alle reliquie del Santo cui sono dedicate due celebrazioni, una il 13 gennaio e l'altra nella seconda domenica di agosto. Durante i festeggiamenti è usanza distribuire ai fedeli delle bustine contenenti batuffoli di ovatta strofinati sul busto d'argento di San Falco.

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