Travaglio a Trame9: "Trattativa Stato-Mafia non solo non ha frenato nuove stragi ma le ha moltiplicate"

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Lamezia Terme - È stato il libro “Padrini Fondatori: La sentenza sulla trattativa Stato-mafia che battezzò col sangue la Seconda Repubblica” al centro della quarta e penultima serata di Trame. In una piazzetta San Domenico gremita da un pubblico attento e assorto, il giornalista Marco Travaglio, autore con Marco Lillo del libro, ha scandagliato, coadiuvato e sollecitato da Gaetano Savatteri, una delle pagine più buie della storia del nostro Paese. Erano gli anni ’90, gli anni delle stragi mafiose, dei magistrati assassinati; gli anni in cui la malavita ha esteso i suoi tentacoli, cingendo in una morsa l’intero stivale. Una connivenza, quella tra Stato e Cosa Nostra, celata, e nemmeno troppo, dentro le stanze del potere, ma la cui tangibilità è stata giuridicamente sancita con la sentenza di primo grado del 20 aprile 2018, promulgata dalla corte d’Assise di Palermo; una sentenza storica – dettagliatamente analizzata nel libro dei due giornalisti - che ha finalmente messo nero su bianco lo stretto legame che ha, soprattutto in quegli anni, inesorabilmente legato due protagonisti principali: Stato e Antistato. “In origine sembrava che da una parte ci fossero i buoni, lo Stato, dall’altra i cattivi, l’Antistato; due entità separate, a compartimenti stagni, i cowboy e gli indiani, gli uni che combattevano gli altri. Era tutto molto netto – ha affermato Travaglio durante un puntuale e dettagliato racconto di quella terribile stagione. Un lasso temporale che, indubbiamente, ha lasciato un segno indelebile nella storia della nostra penisola.

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“Ad un certo punto però - ha continuato il giornalista - si scopre che quello che si vedeva sulla scena nascondeva, in realtà, qualcosa che noi non vedevamo perché stava dietro  le quinte. Vi era qualcosa di diverso, di opposto rispetto a quello che appariva. È vero, c’erano dei magistrati, dei carabinieri, dei poliziotti e anche dei politici che combattevano la mafia. Vi erano però al contempo anche dei magistrati, dei carabinieri, dei poliziotti e dei politici che aiutavano la mafia, che trattavano con la mafia”. Il “patto occulto” (così viene definito nel libro) che ha legato lo Stato a Cosa Nostra e viceversa, ha portato ad innumerevoli morti, come non ricordare Falcone e Borsellino, e ad altrettante stragi, come quelle del ’93 a Roma, Firenze e Milano. “La mafia – ha precisato a tal proposito Travaglio - faceva le stragi proprio per indurre lo Stato a trattare. Quindi se lo stato trattava, la mafia otteneva quello che voleva.  Di fatti, questa sentenza dice che la trattativa non solo non ha frenato nuove stragi ma le ha moltiplicate”.

Nella parte finale della serata è stato riservato anche un piccolo spazio ai temi più caldi del momento. Savatteri ha rivolto al giornalista una serie di domande relative al Csm, alla durata del governo e all’operato delle discusse sindache pentastellate Appendino e Raggi; domande alle quali, con il suo sardonico sorriso e con la schiettezza e l’ironia che sogliono contraddistinguerlo, non si è sottratto Travaglio.

Alessia Raso

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