Alluvione: per il potere e i suoi lecchini la colpa è sempre degli altri

Scritto da  Pubblicato in Francesco Bevilacqua

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Da qualche anno politici e giornalisti a supporto hanno preso l’abitudine di dare la colpa sempre ad altri. L’ordine pubblico nelle città va male? È colpa dei migranti che “ci invadono” e vogliono la “sostituzione etnica”, non di chi dovrebbe offrire loro posti di lavoro dignitosi, favorire la loro integrazione sociale, aiutare le aziende a impiegarli in quei tanti lavori che gli Italiani disdegnano. In Trentino un orso aggredisce un turista? La colpa è degli animalisti che osteggiano la “punizione” degli orsi, non di quegli amministratori che hanno voluto ripopolamenti scriteriati. In Emilia Romagna accade l’ennesima alluvione? La colpa è degli ambientalisti che hanno impedito non si sa cosa. Compreso che i migranti non sono un problema ma una risorsa per un’Italia che non fa più figli a sufficienza, rifiuta certe occupazioni e si riempie sempre più di pensionati, capito che gli animalisti non hanno causato alcuna strage di umani, ora la nuova categoria da diffamare è quella degli ambientalisti.

Dopo l’alluvione, politici ed opinionisti si sbracciano a pronunciare sentenze senza appello contro di loro: gli ambientalisti impediscono la costruzione non si capisce di quali opere che ci salverebbero dalle alluvioni e dal dissesto idrogeologico: magari muraglie cinesi sulle sponde dei fiumi, o metropoli palafitticole nella Pianura Padana, o fabbriche di auto anfibie. E i media lecchini (per usare una definizione cara a Robert Musil) tutti schierati a fianco degli accusatori di regime per amplificare questa nuova puntata della mistificazione seriale che ormai imperversa in Italia.

Ma chi ha costretto fiumi e torrenti a scorrere in alvei sempre più stretti? Chi ha invaso con costruzioni e strade le zone di esondazione dei fiumi? Chi ha prodotto i fenomeni atmosferici estremi, per cui si passa in poche ore dalla siccità alle alluvioni? Chi ha scaricato per decenni gas serra in atmosfera? Chi ha causato il riscaldamento globale? Non chi orienta produzioni e consumi, non chi detiene ricchezze incalcolabili, non chi (s)governa le nazioni, non chi usa i fondi pubblici per finanziare opere inutili e fabbriche d’armi; no, non certo loro! I colpevoli sono i ragazzi che protestano, apostrofati come “gretini”, quelli che ricorrono alle soprintendenze ed ai tribunali amministrativi per fermare scempi e devastazioni, quelli che si domandano cosa c’entrano con la ripresa e la resilienza – o con la transizione ecologica – certi fumosi e costosi progetti, quelli che colorano con vernici lavabili i monumenti.

Dovrebbero spiegarci questi novelli propagatori di verità quando mai gli ecologisti hanno avuto le leve di comando in Italia o nel mondo intero, quando mai hanno governato, quando mai hanno avuto voce in capitolo. Se, cioè, gli ambientalisti (accetto solo per comodità espositiva questa definizione semplificatrice) avessero avuto in mano le leve del potere, allora si potrebbe dire “è colpa loro”. Ma se a governare le amministrazioni pubbliche e gli organi di informazione e propaganda c’erano altri – quelli che oggi si ergono ad accusatori – cosa c’entrano gli ambientalisti con l’ennesima catastrofe proprio da loro annunciata? Forse che accanto a poteri divinatori gli ambientalisti portino anche iella? Non posso spiegare altrimenti il discredito gettato contro di loro.

Dunque, quando sentiamo dire baggianate come quelle che stiamo ascoltando sulla tragedia emiliano-romagnola, teniamo presente che proprio gli accusatori sono i veri responsabili. E nel caso dei giornalisti a supporto ricordiamo quanto diceva Musil: “Il lecchino non ha mai un’opinione propria, ma sempre quella dei suoi superiori. E se è particolarmente abile, ce l’ha ancor prima degli stessi interessati”.

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