Brani da "Spillover" di David Quammen: “Virus e incidenti in laboratorio”

Scritto da  Pubblicato in Francesco Bevilacqua

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francesco-bevilacqua-foto-blog-nuova_80da1_19973_ea258_59f1c_e96f0_cec4f_df014_db513_eb6b5_f8fb1_2c83a_da5cd_ac61d-1_c49d8_8565a_1a702_73902_90cc3_d8d69.jpgOggi pubblico un brano dal famoso (e, ripeto, poco letto) libro di Quammen uscito nel 2012 e dedicato ai virus ed alle epidemie, che riguarda lo spinoso problema degli incidenti nei laboratori che, per svariate ragioni, studiano e manipolano virus di malattie gravissime. 

"L’Inghilterra ebbe il suo primo caso di Ebola nel 1976; la Russia (ufficialmente) vent’anni dopo, nel 1996. […] Questi due poveracci [le due persone infettate - n.d.r. -] non presero il virus lavorando sul campo in una foresta africana, ma per un banale incidente di laboratorio. A entrambi bastò una piccola ma fatale ferita autoinflitta. L’incidente inglese avvenne al Microbiological Reserach Establishment, un’istituzione di ricerca che non si fa troppa pubblicità, situata all’interno del complesso di massima sicurezza di Porton Down, posto non distante da Stonehenge, tra le dolci e verdi colline a sudovest di Londra. […] La ricercatrice russa, nel 1996 […] era impiegata in un centro di virologia presso il ministero della Difesa. […] Nel maggio 2004 un’altra donna russa si infettò accidentalmente con Ebola […], lavorava come microbiologa in un centro di massima sicurezza per la ricerca del virus chiamato Vektor […] nella Siberia sudoccidentale. […] Questi casi ci mostrano i pericoli insiti nel fare ricerca di laboratorio a contatto con un virus talmente letale ed infettivo”. (Quammen pp. 101/105).

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