Corruzione dilagante nell’Unione Europea

Scritto da  Pubblicato in Pino Gullà

© RIPRODUZIONE RISERVATA

pino_gulla_36604_1ab0c_3f558_1f0e4_4b688-1_a5e57-1_d8888_28843_4c5f8_3403b_9715d_570fd_37a2e_720ae_61e4b_021e5_2199f_2bfa9_44ed1_1d936_9019f_9246f_97b00_be5af_04e21_2bc61_77233_71987_3b5c6_dc4eb_d6d64_38ecf_53c27_95537_4_409dc_a8222.jpgIncredibile. L’Unione Europea sembra contaminata dalla corruzione. I corruttori sarebbero il Qatar e il Marocco; indagini dei servizi segreti belgi e di altri Stati, anche 007 italiani;  presunti corrotti parlamentari Ue e non solo; mandati di arresto della magistratura belga nei confronti di alcuni esponenti di vertice delle Istituzioni dell’Euro-Parlamento; ipotesi di reato: associazione a delinquere, corruzione, riciclaggio; sacchi pieni di soldi trovati in casa della vice-presidente del Parlamento di Bruxelles; eurodeputati italiani e di altri Paesi a libro paga degli emirati. Il compagno della vicepresidente europea avrebbe gestito centinaia di migliaia di euro per influenzare il Parlamento europeo in modo di far ottenere un trattamento di favore al Qatar sui diritti umani calpestati, in occasione dei campionati del mondo di calcio organizzati in quello Stato.  Arrestati entrambi; coinvolti eurodeputati del gruppo S&D (Socialismo e Democrazia), assistenti e ambasciatori; lobbisti (rappresentanti o portatori di interessi) e Ong (organizzazioni non governative).

Ha scritto Tonia Mastrobuoni su la Repubblica: “Secondo gli studi più recenti, i lobbisti sguinzagliati nelle istituzioni europee da circa 600 imprese e associazioni per influire sulle scelte della Commissione Ue e del Parlamento investono 100 milioni all’anno per piegare le decisioni ai loro interessi”. Ma manca la regolamentazione delle lobby; nello scandalo del Qatargate ci sarebbero cricche, Stati corruttori e parlamentari europei corrotti. I quotidiani danno ampia dovizia di particolari. Segnalo soltanto l’articolo di Repubblica L’Europa teme il tracollo. Patto socialisti-popolari per frenare la valanga di Emanuele LauriaQualche virgolettato: “Gli esponenti delle istituzioni europee sanno che il Qatar può sconquassare l’Unione Europea. (…) I Popolari non attaccheranno il Pse sull’inchiesta. (…) Distingueranno le responsabilità politiche da quelle personali. (…) Non riguardano solo un atteggiamento di lealtà tra due partiti che a Bruxelles stanno collaborando da anni. Ma concernono il pericolo che le indagini dei magistrati tocchino anche il loro partiti”.

 Non finisce mai di sorprendere la corruzione. Novità di una gravità assoluta l’ultimo caso europeo: Stati protagonisti, in prima persona, nell’atto corruttivo. I padri fondatori si staranno rivoltando nella tomba. Viene scoperchiato con le prime confessioni l’ennesimo vaso di Pandora della disonestà di alto livello criminale. Come un forte terremoto e uno tsunami in continuo dilagare. Noi Italiani ne sappiamo qualcosa con tangentopoli: dalla mazzetta nel water alle tangenti di quasi tutti i partiti rappresentati nel nostro Parlamento; si frantumarono quelli che governavano la cosiddetta Prima Repubblica. L’articolo citato ha evidenziato bene la paura della politica europea per un eventuale contagio disonesto pervasivo nelle diverse file degli europarlamentari di Bruxelles; si sussurra che sessanta deputati siano nel mirino della magistratura; ma non c’è conferma; si spera che non sia vero. Purtroppo i precedenti ci dicono che la corruzione non è né di destra né di sinistra; cattura con facilità coloro che sono disponibili alla disonestà.

“C’è del marcio in Danimarca”, la frase celebre detta da Marcello sul finire dell’atto I, scena IV dell’Amleto di William Shakespeare. Ma non tutto è marcio a Bruxelles; credo che almeno si possa circoscrivere. Non ci sono solo azioni disoneste; ma c’è chi svolge la propria attività parlamentare con onore e impegno. Valga per tutti gli onorevoli onesti il comportamento dell’euro-deputata francese Manon Aubry, leader del gruppo The Left. Aveva denunciato già da tempo l’ingerenza del Qatar per quanto riguarda i mondiali di calcio. Ha condannato quello Stato per violazione dei diritti umani in polemica accesa con i gruppi socialisti e popolari. In una recente intervista su Il Fatto Quotidiano ha dichiarato: “Bisogna approfittare di questo scandalo per fare pulizia nelle istituzioni europee, dove gravi pratiche di corruzione sono rese possibili dalla insufficienza delle regole”. Le sue proposte: “Commissione d’inchiesta sulle falle istituzionali. (…) Rendere obbligatorio il registro della trasparenza per (…) aziende, potenze straniere e rappresentanti di governo. E’ necessario inoltre creare un’autorità etica indipendente che possa indagare e individuare i conflitti d’interesse. (…) Questa vicenda illustra tuttavia che nelle istituzioni europee non c’è solo la corruzione, ma anche c’è chi si batte per far prevalere l’etica sul denaro”.  Mi è piaciuta l’ultima frase dell’intervista: “Noi, in Francia, abbiamo un detto popolare che dice: il calcio è stato inventato dai poveri e rubato dai ricchi. E’ proprio così”.

 Nel gennaio del 2015, in occasione della mia prima relazione all’Uniter di Lamezia Terme, Come eravamo e come siamo in politica nella realtà e nell’immaginario, è stato citato l’Apologo sull’Onesta nel Paese dei corrotti di Italo Calvino. Una breve sintesi: “C’era una Paese che si reggeva sull’illecito. (…) Questo sistema articolato su un gran numero di centri di potere, aveva bisogno di mezzi finanziari smisurati (…) e questi mezzi si potevano avere solo illecitamente cioè chiedendoli a chi li aveva, in cambio di favori illeciti. (…) Chi poteva dar soldi in cambio di favori, in genere, già aveva fatto questi soldi mediante favori ottenuti in precedenza; per cui ne risultava un sistema in qualche modo circolare. (…) Nel finanziarsi per via illecita, ogni centro di potere non era sfiorato da alcun senso di colpa. (…) Avrebbero potuto dunque dirsi unanimemente felici, gli abitanti di quel Paese, non fosse stato per una pur sempre numerosa categoria di cittadini cui non si sapeva quale ruolo attribuire: gli onesti. (…) Erano onesti per abitudine mentale, condizionamento caratteriale, tic nervoso, insomma non potevano farci niente se erano così, se le cose che stavano loro a cuore non erano direttamente valutabili in denaro”. Questo racconto amaro, ma con finalità etico-educative, è stato pubblicato per la prima volta con lo stesso titolo su la Repubblica il 15 marzo del 1980, 12 anni prima di Tangentopoli, fa parte della raccolta Romanzi e racconti, edita da Mondadori nel 1994. Un ampio stralcio si trova ne La democrazia dei corrotti (BUR Rizzoli, 2012, pp. 234-235) di Walter Mapelli (magistrato che aveva indagato su IMI-SIR) e Gianni Santucci (giornalista del Corriere della Sera); l’opera letteraria è citata ne La Giubba del re (p. 227)l’intervista a cura di Davide Pinardi, scrittore, a Piercamillo Davigo, già magistrato di Mani Pulite, edita da Laterza nel 1998; un breve brano si trova pure nelle ultime pagine (pp. 193-194) di Padrini e padroni di Nicola Gratteri (procuratore della Repubblica nel Tribunale di Catanzaro) e Antonio Nicaso (docente di Storia sociale della  criminalità organizzata presso la Queen’s University a Kingston in Canada), pubblicato da Mondadori il 2016. Si potrebbe dire che alcuni magistrati amano la letteratura, in particolare quella che anticipa i fatti criminali.       

Aristofane, pungente e divertente commediografo della Grecia classica, nel 424 avanti Cristo rappresentò Cavalieri con stilettate di satira su l’Atene del tempo. Il geniale autore della commedia attica viene menzionato in Breve storia della corruzione. Dalla età antica ai giorni nostri, TEA (Tascabili editori associati) 2004, di Carlo Alberto Brioschi, giornalista, redattore e curatore editoriale per Utet, Rizzoli e MondadoriA pagina 33 riporta alcune battute della commedia, in particolare di Paflagone e del popolo (demo) che si scaglia contro di lui: “Scellerato, hai la sporta piena, guarda quanta roba, è colma. Che bella torta ti eri messo da parte! E per me ne tagliasti solo un tantino. Dunque mi ingannasti solo rubando! E io che ti offrivo doni.” E Paflagone confuso: “Rubavo solo per il bene dello Stato!”. Il teatro antico anticipa di millenni Tangentopoli.   E dalla polis ateniese, attraversando i secoli, alla Roma antica dell’epoca repubblicana: “Il governatore della Sicilia Verre (propretore di quella regione tra il 73 e il 70 a. C.) è diventato in qualche modo l’archetipo originario del tangentocrate incallito: si è calcolato che rubò all’erario romano oltre quaranta milioni di sesterzi e depredò la provincia in modo scientifico.” (p. 40).

 Per gli esempi dei “giorni nostri” sono sufficienti le notizie quotidiane concernenti la corruzione. L’ultima mentre scrivo; “Corruzione al Tar del Lazio; due avvocati arrestati, sospeso un magistrato”. La corruzione è presente in gran parte degli Stati; a proposito dell’Italia, secondo i dati dell’indice di percezione di Trasparency International pubblicati il 25 gennaio 2022, il nostro Paese occupa il 42esimo posto su 180 Nazioni. L’anno scorso l’Italia risultava 52esima. Un miglioramento c’è stato. Per i fatti corruttivi al Parlamento europeo bisogna dire in positivo che la magistratura belga si è mossa con tempestività ed efficacia con il coordinamento incisivo di quella italiana e con l’intervento dei servizi segreti, altrettanto incisivo, di alcuni Stati dell’Unione. Permane il problema della facile vulnerabilità di certa politica (insieme ad alcune ong o lobby) arrivata in Europa a cercare affari. Patto scellerato trasversale. Pecunia non olet. Il denaro non ha odore qualunque sia la provenienza. Può arrivare dalla disonestà diffusa. Non importa. Ciò nonostante gli onesti sono ancora in tanti; i cittadini dovrebbero scegliere rappresentanti con sensibilità sociale, idealità e competenza; adeguati a governare situazioni complesse e pronti nel cercare di prevenire, con opportuni strumenti legislativi e di crescita culturale delle comunità, gli attacchi virali e contagiosi alla democrazia, ammalata spesso e in maniera diffusa di malaffare. Le evidenze ci dicono che una nuova classe dirigente dovrà essere guidata dall’etica.

© RIPRODUZIONE RISERVATA