Essere e tempo... oggi

Scritto da  Pubblicato in Maria Arcieri

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L’angoscia ha la capacità, di fronte alla possibilità di un’esistenza inautentica, di singolarizzare l’uomo. Sull’essere, chiede il filosofo, Che cosa è l’essere?” prepara una risposta in cui l’essere si confonde con l’oggetto. Ma individua chi deve rispondere alla questione. L’uomo. E’ lui a essere coinvolto, non può essere indifferente alla questione sull’essere che lo costituisce. La chiave di volta di Essere e tempo, è la cura. La cura dell’essere, dell’esserci, che è la sua componente fondamentale.  La cura è la struttura stessa dell’esistenza. È l’ansia di possesso, il desiderio, dell’andare verso le cose e verso gli altri. Per Heidegger, esistono due modi di prendersi cura da una parte c’è quella che ci fa sostituire all’altro, agevolandolo davanti alle difficoltà, è un saltar dentro al suo posto; poi c’è la cura del saltar avanti, aiutando l’altro a diventare sé stesso.

La prima porta, a una situazione di dominazione e sottrae l’altro alla sua stessa cura, impedendogli di prendere su di sé la responsabilità della vita. Per Kant è lo “stato di minorità”.  L’altro perno del discorso definisce l’angoscia, come senso di smarrimento profondo di fronte al nulla, altra caratteristica dell’essere umano. L’angoscia ti mette di fronte a te stesso e alla realtà, ti scuote dalle radici per riportarti a te, e ti allontana dall’appiattimento e della medietà.

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