Fuga dalla modernità

Scritto da  Pubblicato in Francesco Bevilacqua

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Èfrancesco-bevilacqua-foto-blog-nuova_80da1_19973_ea258_59f1c_e96f0_cec4f_df014_db513_eb6b5_f8fb1_2c83a_da5cd_ac61d-1_c49d8_8a9fc_0ddc4_dbb45_3e055_c8aac_3902e.jpg finita. L’Orsa JJ4 è stata catturata, separata dai due figli, sedata e portata in una specie di Alcatraz per orsi “deviati” nel nuovo Trentino del Presidente Fugatti. Che ora attende trepidante l’autorizzazione del TAR per punire a dovere tutti gli orsi problematici con l’abbattimento. Una specie di pena di morte, già cancellata dal nostro ordinamento penale, ora reintrodotta, a mo’ di prova, sugli animali selvatici. Quello di Fugatti è un tentativo di riaccreditare il mito della montagna sicura, per fermare una temuta emorragia di turisti terrorizzati dalle notizie di stampa sulle aggressioni e le intromissioni degli orsi.

La vicenda ha del grottesco per via delle cose che si sono già dette: 1- gli orsi in Trentino li ha reintrodotti la stessa amministrazione che oggi li vuole eliminare; 2- la reintroduzione avvenne per richiamare i turisti nutrititisi sui cartoons dell’orso Yoghi ed oggi si ribalta per rassicurare quegli stessi turisti che hanno paura; 3- i selvatici che attaccano gli uomini lo fanno per difendersi non perché siano dei criminali (gli animali non sono dotati di ragione come gli uomini) eppure li puniamo peggio di un serial killer; 4- non è stato fornito alcuno studio scientifico che provi che orsi che hanno attaccato una volta l’uomo poi si sentano più liberi di rifarlo; 5- l’unico modo per mettere in sicurezza il Trentino dagli orsi, secondo il teorema Fugatti, sarebbe quello di abbatterli tutti, perché con anche un solo orso in circolazione il pericolo non può essere evitato; 6- non si riesce a capire che andare in montagna comporta dei rischi ineliminabili, non solo quelli provenienti da animali “irrequieti”.   

Ma, al di là degli aspetti pratici, restano degli inquietanti risvolti sociologici di questa vicenda. In questi giorni mi girava in testa il ricordo di un film americano dal titolo Solo sotto le stelle (Lonely Are the Brave) del 1962, diretto da David Miller, ambientato nel secondo dopoguerra, in cui Kirk Douglas è un cow boy idealista e romantico che conduce una vita “deviata” pur essendo un eroe di guerra e, alla fine, per salvare un amico, aggredisce un poliziotto. Arrestato, riesce a fuggire. Ne segue un lungo inseguimento in cui Douglas scala una montagna con il suo fedele cavallo e, quando sembra che sia riuscito a superare la cresta ed a scendere sul lato opposto verso la libertà in Messico, viene investito insieme al cavallo da un camion. 

La storia di JJ4 non è molto diversa da quella del personaggio del film di Miller. Ha trasgredito le regole degli uomini perché credeva di esser stata aggredita. Voleva vivere in pace, solitaria, senza adeguarsi ad un mondo che non le appartiene più. La nostra società è piena di “deviati” di questo tipo, che provano ad estraniarsi da essa, tendono a isolarsi, a vivere secondo regole antiche che sono state cancellate dalla modernità. E ci sarà sempre un Fugatti che non potrà tollerare che qualcuno metta in discussione la modernità.

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