Grazie angeli

Scritto da  Pubblicato in Maria Arcieri

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Sono momenti di panico ma gli angeli in divisa sono arrivati tempestivamente e il portatore di problemi è sparito e con lui anche il momento di panico. Poi arrivano “i non angeli” se capita che la tua agenzia di assicurazione “dimentica”  di avvisarti della polizza scaduta. Ci sono giorni in cui gli angeli ti circondano con le sembianze umane e altri in cui il  diavolo ci mette la coda e genera in te uno stato di confusione. E’ un momento storico che richiede una certa tranquillità mentale in tutti. Però può succedere che la stabilità mentale ti  abbandoni. E devi avere un supplente a cui affidarti, un essere superiore o te stesso.

In alcuni soggetti,  la  fragilità si trasforma in sopraffazione fisica e mentale,  in inglese si dice “Man up”,  “Fa’ l’uomo”. La salute mentale è, dovrebbe essere un bene prezioso da preservare. Ma sfidare gli stereotipi di genere  è complicato. Dover affrontare le proprie condizioni psicologiche è fondamentale per il benessere della società. Per colpa degli stereotipi sociali gli uomini hanno problemi a parlare dei loro problemi psicologici e pensano  che rivolgersi a uno specialista sia una debolezza. E anzichè risolverli, il più delle volte  soffrono in silenzio e questo comporta conseguenze preoccupanti anche per chi vive con loro. Quando gli uomini soffrono di un disturbo psicologico, purtroppo sono più propensi a ricorrere alla violenza. Se un uomo sospetta di soffrire di un problema psicologico, è importante che capisca che non è il solo, che non c’è niente di male nel chiedere aiuto e che esistono mezzi efficaci per superare queste problematiche.

Le donne più facilmente ammettono di avere un problema psicologico senza considerarlo una debolezza, mentre per il sesso considerato forte non BISOGNA  comportarsi “da debole” perché è uno stato che si associa alla femminilità. Ma anche loro hanno problematiche psicologiche,  che decidono di non  affrontare perché non sono disposti a riconoscere. Non si tratta di  resilienza psicologica maschile, ma è una sottostima delle diagnosi. Esiste un  aspetto,  l’alessitimia, in cui si soffre a esprimere, descrivere o  distinguere le emozioni. E in questi casi l’accettazione del problema potrebbe migliorare il benessere  degli uomini, in modo consistente. Lo psicologo clinico Ronald F. Levant, nel 1992 introdusse “l’alessitimia normativa maschile”, una forma subclinica di alessitimia  che si incentra sul tentativo di conformarsi agli stereotipi sociali maschili.

In poche parole essere e vivere secondo schemi prestabiliti dalla società non piace a tutti. La persona alessitimica soffre questa condizione per eventi traumatici o per abuso di sostanze, mentre quella normativa maschile colpisce i maschi che si conformano agli stereotipi  sostenuti dalla società patriarcale. E di  conseguenza diventano  “analfabeti emotivi”. Il motivo? Gli viene richiesto dalla società. L’alessitimia è un  fattore di rischio per la depressione. Accade nelle relazioni di coppia quando gli uomini non esprimono i loro problemi per vergogna e  per paura di sentirsi umiliati. E quando avviene manifestano delle tensioni, si sentono in balia del caos, senza il controllo della situazione.

In  mancanza di  strumenti necessari per affrontarla in maniera costruttiva accade che rispondano con la violenza. Gli uomini, anziché affrontare le loro problematiche più profonde, le nascondono, magari lavorano ossessivamente per scaricare la loro frustrazione. Infatti, non è sempre facile  riuscire a ignorare la pressione sociale liberandosi da  schemi e pregiudizi. Gli specialisti della salute mentale dovrebbero essere considerati come un porto sicuro,  in quanto  non è una questione di debolezza. E per chi ha bisogno di un di un supporto psicologico dovrebbe trovare un modo efficace per affrontare determinate condizioni. Non si può sacrificare la  vita perché qualcuno ci ha convinti che affrontare la nostra emotività “non è da uomini”. Si può essere uomini senza opprimere gli altri e se stessi.

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