Il grillismo

Scritto da  Pubblicato in Filippo Veltri

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 Ora che il non-partito dell’onestà-onestà sta rivelando il suo volto poco onorevole, ad esempio negli scandali romani, la sinistra dovrebbe saper porre la domanda giusta per accompagnarlo al meritato declino. Quello che non dovrebbe rimarcare, dinanzi al fallimento pentastellato, è il richiamo alla competenza perduta come rimedio da offrire al governo degli incompetenti che blocca tutto. Il volto peggiore del grillismo – dice il professore Michele Prospero - non è infatti l’incompetenza, che pure abbonda nel personale im-politico arruolato in rete tra un esercito di sconosciuti promosso a colpi di clic a funzioni di governo.  ‘’Il nodo più rilevante da cogliere è che il M5S rappresenta una scheggia del sistema che ha abilmente occupato anche uno spazio della sinistra con simboli di rivolta per ripristinare l’essenza del bel mondo antico fatto di trame affaristiche e spartitorie’’. Il fallimento del governo del non-partito, dimostrato per ultimo dalla bagarre del dopo Verona tra 5S e Lega, non rinvia solo alle pratiche di abituale incompetenza per cui per archiviare il tempo dell’improvvisazione occorre ritrovare un professionismo politico esperto e metterlo di nuovo alla prova per risolvere il malessere accumulato. 

  Il problema vero è che il M5S, con le maschere della rivolta, ha giocato un ruolo di conservazione a tutela di un non-partito a direzione aziendale. Per giunta anche assai opaco (vedi vicende ultime piattaforma Rousseau). Non si tratta, perciò, solo di una difettosa selezione della classe dirigente imputabile alla giovinezza di un movimento che non sa ancora come scegliere la rappresentanza. Come non-partito d’azienda il M5S – sempre per usare le parole del prof Prospero - si è inserito in maniera accomodante dentro le “congiunzioni astrali” del sistema che, per sopravvivere nelle antiche consuetudini, ha agitato la finzione dello tsunami e del “tutti a casa” come ingannevole cambiamento di tutto. Una classica operazione gattopardesca che ha trionfato perché nel frattempo la sinistra, anche per l’adozione della parentesi tecnica che assumeva “interessi contrari” a quelli della propria parte di società, era (è?, ancora non si sa vista finora l’indeterminatezza della gestione Zingaretti) evaporata come combattivo soggetto dell’autonomia politica del mondo del lavoro.

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