La "Terza Guerra Mondiale A Pezzi"

Scritto da  Pubblicato in Pino Gullà

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Un altro saggio, a mio avviso, interessante sulla stessa problematica: Atlante Geopolitico dell’Europa di Mezzo, di Federico Petroni, Cultore di geopolitica ed esperto di politiche militari statunitensi. L’Europa di mezzo è “la fragile e complessa regione compresa tra Baltico e Mar Nero”, denominata anche Intermarium, oggi zona di crisi, terreno di scontro dove le grandi potenze proiettano le loro zone d’influenza. Oggi nell’Europa di mezzo ci sono continui posizionamenti: Il Patto di Varsavia è ormai un lontano ricordo; appartiene al passato, alla storia. In Polonia e Romania sono stati installati i missili della Nato; sotto “l’ombrello” dell’Europa Estonia, Lettonia, Lituania.  Anche i Finnici non vogliono essere più neutrali. Poi c’è la sfera d’influenza della Germania nella Repubblica Ceca, in Slovacchia e in Ungheria. Per Putin sempre meno Stati cuscinetto. Ecco spiegata in breve l’operazione militare speciale in Ucraina. Mal riuscita: da guerra-lampo a guerra di posizione con molte perdite umane e materiali. Nell’Europa di mezzo vivono 145 milioni di abitanti e tra questi russofili, russofoni, musulmani e altre minoranze etniche, percentuali di popolazioni non trascurabili sottoposte a condizionamenti e pressioni tali da rendere il territorio alquanto instabile.

La “Guerra A Pezzi”, continuamente ricordata da Papa Francesco e collegata alla farneticante politica degli armamenti è un dato di fatto riguardante sia l’odierna realtà nelle diverse regioni del mondo sia il passato del cosiddetto II dopoguerra. In Siria undici anni di conflitto hanno provocato centinaia di migliaia di vittime e milioni di profughi. Tante altre vittime in Iraq, in Palestina, in Israele, in Afghanistan. Nel mondo decine di focolai bellici e guerre civili nelle zone di crisi: Nigeria, Niger, Ciad, Camerun; conflitti tra Curdi e Turchi; guerra civile somala, in Yemen, in Sud Sudan, nel Mali, nel Sahel. Elenco sicuramente più lungo. Questa è la “Guerra A Pezzi” di cui parla Bergoglio. In particolare si tratta di guerre civili dove le fazioni contrapposte non si mettono d’accordo e le regole vanno a farsi benedire. Le guerre civili o di altra natura possono diventare guerre per procura di grandi potenze e corrono il rischio di essere incontrollabili come potrebbe succedere per l’attuale l’operazione militare speciale in Ucraina.  I pezzi si potrebbero mettere insieme in maniera ingovernabile per provocare una metastasi bellica impazzita. Un futuro da romanzo distopico che non deve succedere. Urgente quindi il “cessate il fuoco” e l’avvio di trattative serie per un compromesso politico-diplomatico cominciando dall’Ucraina. Non vogliamo né una guerra mondiale a pezzi e nemmeno una guerra mondiale che faccia finire in mille pezzi il Pianeta Terra.

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