Le future risposte alle domande della realtà complessa

Scritto da  Pubblicato in Pino Gullà

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Perché la Complessità? Nuove risposte a domande di sempre è il tema del documento di Fulvio Forino, coordinatore insieme a Giuseppe Gembillo della XIII edizione del Festival della Complessità 2023, rinnovando le riflessioni filosofiche e sociologiche sulle tematiche che interessano l’intera realtà planetaria. Fin dalle prime battute si evidenzia come necessario “l’approccio sistemico” per comprendere e cercare di risolvere le problematiche sociali e politiche a livello locale, nazionale, europeo e internazionale. Quanto scritto dal presidente di Dedalo ’97 si connette al dibattito contemporaneo proteso verso futuribili modelli di cambiamento. Dialoghi sui Mondi Possibili. Esperienze, conoscenze, riflessioni è il titolo emblematico sulla necessità di voltar pagina. Dobbiamo imparare a riconoscere non solo il mondo, ma anche i mondi possibili che in esso sono collegati: “Globalizzazione, ambiente, scienza, democrazia, digitale, intelligenza artificiale, economia, guerra, cultura (…) sono solo alcuni esempi di mondi che, se esplorati, (…) rivelano eventi, scoperte, esperienze che (…) ci aiutano a rendere più probabili nuovi modi di essere, nuovi mondi possibili”.

Per tanti diventa difficile capire la complessità perché non riescono a liberarsi dalle sclerotiche interpretazioni positiviste o ideologiche della realtà.  Si fa confusione tra sistema complicato e sistema complesso: mentre il primo ha una struttura statica (per esempio quella della radio, l’orologio) che rimane sempre la stessa e a se stante con relazioni fisse definite una volta per tutte; il secondo, al contrario, è un organismo vivente (una pianta, un insetto, l’essere umano) che interagisce con l’ambiente. L’oggetto complicato è formato da parti che si possono distinguere tra di loro e dividerle senza provocare danno; un sistema complesso, al contrario, è formato da parti che si evolvono in continuazione. Il sistema vivente è complesso e possiede come base comune la rete con relazioni in movimento che mutano in continuazione.

Il medico Fulvio Forino, esperto nella gestione dei sistemi complessi in sanità, sostiene: “La vita di un sistema biologico, ecologico o sociale è una proprietà che emerge dalla rete di relazioni tra molti spesso moltissimi componenti. La vita è un bene comune. (…) E’ una proprietà del tutto. (…) E’ così per una cellula, una famiglia, un’organizzazione, una comunità locale al cui interno reti di reti intrecciate di comunicazione permettono la trasmissione e il continuo aggiornamento. (…) La complementarietà e l’integrazione tra i componenti di un sistema generano tra loro interdipendenza e influenzamento reciproco. (…) I neuroni, infatti non ragionano né hanno consapevolezza di sé. Ogni nostro neurone, però, è connesso ad altri 10.000 e la mente emerge dalla interazione di cento miliardi di neuroni tra loro collegati da una rete di miliardi di connessioni. [La mente] prende vita se la nostra corteccia cerebrale è collegata con ogni altra parte del nostro cervello. La mente è altro dal nostro cervello. (…) Possiede proprietà e funzioni che nessuna parte del cervello, sia pure molto complessa, possiede. Generata dal cervello, a sua volta lo modifica (…) e il cervello così modificato genera una mente sempre diversa. L’approccio sistemico ci suggerisce allora che tutto è ricorsivo, che ogni cosa è causa causante”.

E cita Blaise Pascal, matematico, fisico, filosofo, teologo francese del XVII secolo, si potrebbe dire un antesignano della Complessità: “Essendo tutte le cose causate e causanti, (…) ritengo sia impossibile conoscere le parti senza conoscere il tutto, così come è impossibile conoscere il tutto senza conoscere particolarmente le parti”. Allo stesso modo del filosofo della Complessità Giuseppe Gembillo che sulla rivista Complessità mette in evidenza: “Morin [sociologo e filosofo della Complessità] fa propria una celebre frase di Pascal secondo cui il Tutto è più della somma delle parti nel senso specifico che il sistema possiede qualcosa di più delle sue componenti considerate in maniera isolata e giustapposta”. I due studiosi percorrono insieme la stessa strada rinnovando l’invito nella XIII edizione del Festival a partecipare per “comprendere la complessità del vivere e agire nel mondo e nel tempo a noi assegnati” con la raccomandazione di restare “attenti alla complessità dei tempi che viviamo e al futuro che ci aspetta”.

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