Notte brasiliana l’assalto alle Istituzioni. Il ritorno a Gustave Le Bon

Scritto da  Pubblicato in Pino Gullà

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L’otto gennaio scorso stavo completando un articolo, quando ho interrotto immediatamente per l’arrivo di un’ultim’ora drammatica, sicuramente di una gravità notevole: l’assalto alle Istituzioni in Brasile. Ho seguito alla tv la folla facinorosa che devastava i palazzi del Parlamento, del Governo e della Corte Suprema nella capitale Brasilia.  Il giorno dopo i video dei quotidiani online hanno mostrato maggiori dettagli: mobili ribaltati, vetri rotti e finestre divelte. I responsabili sarebbero i sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro: i perdenti che non hanno accettato la sconfitta elettorale. Lo stesso Bolsonaro, ricoverato negli Usa in Florida, ha subito dichiarato di avere sempre rispettato la Costituzione sottintendendo la propria estraneità ai fatti. Le forze di polizia sembravano in difficoltà; necessario l’intervento federale per ristabilire il controllo della situazione con l’arresto di migliaia di persone per danneggiamento del patrimonio pubblico. Rimosso subito dopo il governatore di Brasilia. Lula, il presidente eletto, ha decretato l’intervento federale fino al 31 gennaio. Mi è sembrato un tentativo di golpe (colpo di Stato) maldestro; fallito sul nascere. Non si è fatta attendere la reazione democratica; manifestazioni in favore di Lula che ha affermato: “Non ci fermeremo prima di avere scoperto i finanziatori”.

Cose già viste in altre latitudini: il 6 gennaio del 2021 i sostenitori di Trump hanno occupato e vandalizzato Capitol Hill, il Parlamento degli Usa. Identiche le “motivazioni” della devastazione: non riuscivano a digerire la sconfitta elettorale alle presidenziali. Da noi alla fine di ottobre dello stesso anno la protesta dei no-vax insieme a movimenti di vario genere negli ultimi giorni di campagna elettorale per le amministrative parziali; assalto alla Cgil romana; danneggiata la Camera del Lavoro della Capitale; uguale la violenza demolitrice. Insomma, fenomeni simili di ribellismo che vanno ricondotti nella non accettazione democratica della sconfitta elettorale. Come se si tornasse indietro rispetto al vivere civile.

 Pare che torni Gustave Le Bon e la sua Psicologia delle folle in Osservando la politica… quale partecipazione consapevole?, tema da me trattato nel maggio del 2016 all’Uniter di Lamezia Terme. All’inizio della relazione, quasi a mo’ di premessa, avevo citato l’antropologo, psicologo e sociologo francese vissuto tra la fine dell’Ottocento e il Novecento. Da molti considerato il fondatore della psicologia delle masse. La sua opera, pubblicata nel 1895 risulta ancora oggi attuale, come dimostrano i recenti avvenimenti sovranisti e populisti brasiliani. Lo studioso, già alla fine dell’altro secolo, analizzò il comportamento delle moltitudini e le tecniche per controllarle. In articoli successivi ho ribadito il suo prezioso lavoro a cui si rivolsero personaggi storici di diversi Paesi e di contrastante orientamento politico, per esempio il repubblicano Theodore Roosevelt, 26esimo presidente degli Usa, Nobel per la pace nel 1906, e il dittatore Benito Mussolini.

Una breve sintesi di quanto scritto sul blog il 27 ottobre 2021. Secondo il sociologo d’Oltralpe, tra i comportamenti della moltitudine, emerge in particolare “il sentimento di potenza invincibile”; atteggiamento che non si manifesta nell’individuo isolato; nel contempo o immediatamente dopo avviene il contagio tra le persone, ormai diventate un tutt’uno, la folla. Oggi il contagio si diffonde via social più velocemente rispetto al passato, allo stesso modo di un virus inarrestabile.

Ho scelto un virgolettato della seconda parte dell’opera, Le opinioni e le credenze delle folle, a mio avviso significativo e attuale: “Le folle non hanno mai avuto sete di verità. Dinanzi alle evidenze che a loro dispiacciono si voltano dall’altra parte, preferendo deificare l’errore”. La moltitudine è in grado di scatenare istinti primordiali molto facilmente. Oggi i social possono manipolarla e guidarla verso il malcontento e il ribellismo. Negli ultimi tempi è successo spesso come negli episodi summenzionati. Pericoli sovranisti, populisti e autarchici sono diffusi in tante regioni del mondo. Bisognerebbe stare continuamente allerta per contrastarli; sarebbe meglio prevenirli a livello planetario con anticorpi democratici attraverso organismi internazionali.  Sarebbe utile il ritorno al libro di Gustave Le Bon, per leggerlo con occhi critici e liberali però, in modo da conoscere i rischi autoritari o per prevenire rigurgiti anti-democratici.

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