Riace: non bisogna rinunciare all'accoglienza diffusa e all'integrazione dei migranti

Scritto da  Pubblicato in Pino Gullà

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pino_gulla.jpgHo visto l’intervista di Fazio a Domenico Lucano, sindaco di Riace, nella trasmissione “Che tempo che fa”. Non sono emerse novità rispetto a quanto già si sapeva. Ma sono stati significativi alcuni passaggi: “Su 1600 abitanti avevamo 700 immigrati (…). Non ci sono stati mai particolari problemi. Avevano tantissime case abbandonate, non avevamo bisogno dei centri d’accoglienza (…) abbiamo sperimentato l’accoglienza spontanea (…) nessuno può rimanere indifferente quando qualcuno ti chiede di essere aiutato (…). L’accoglienza dolce mi ha permesso di ricostruire una comunità”. Sono rimasto perplesso sulla frase: “Anche le leggi naziste erano la legalità, ma sono state un dramma per l’umanità”. Si rischia di equivocare e/o confondere su legalità e giustizia. Ma ha ragione sull’articolo 10 della Costituzione. Per brevità riportiamo solo il secondo comma: “La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità alle norme dei trattati internazionali”. Numerosi gli applausi scroscianti del pubblico; sono stati un ulteriore riscontro di solidarietà verso Lucano sospeso dalla carica dal Prefetto di Reggio Calabria.

 Per quanto riguarda il Centro Sprar, decisiva la circolare del Ministero dell’Interno riguardante il trasferimento dei migranti gestiti e inseriti nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati nel comune di Riace. Finisce così l’esperienza del paese calabrese che è stato capofila dei progetti Sprar italiani. Nella Circolare di Salvini vengono contestate 34 punti di penalità “per irregolarità nella rendicontazione” delle spese fatte con soldi pubblici e con standard troppo bassi: “Si fa un lungo elenco di mancanze che vanno dalle case in cui sono ospitati i migranti (…) al mancato aggiornamento della banca dati” (R.it).  Intervistata da l’Internazionale online Daniela Di Capua, direttrice del servizio centrale Sprar, ammette: “Ci sono state 5 ispezioni nel giro di due anni”. Poi esistono delle regole burocratiche da rispettare. Per i responsabili del centro non sono mancati i risultati positivi: buoni spesa, borse lavoro nell’artigianato e il turismo solidale. Soprattutto il ripopolamento del borgo e il rilancio dell’economia locale.  Le indagini sarebbero iniziate tempo fa, quando il titolare del Viminale era Minniti.

 Il sindaco sospeso era agli arresti domiciliari, “per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti”, secondo la Procura della Repubblica di Locri. La stragrande maggioranza di politici, giornalisti, cittadini nei programmi televisivi ha dichiarato di credere nell’onestà di Lucano. Ma, forse, un po’ di superficialità e una certa idiosincrasia verso la burocrazia gli avrebbero potuto giocare un brutto scherzo. Probabilmente sarebbe dovuto stare più attento, curare i particolari onde evitare qualche irregolarità burocratica; comunque da tanti commentatori e cittadini non viene messa in discussione la buona fede del sindaco di Riace. Ammessa e non concessa qualche possibile scorrettezza amministrativa, anche nel malaugurato caso di una eventuale leggerezza occorre dire che non si deve andare oltre le leggi. Una distrazione potrebbe essere utile ad una certa politica contraria alla solidarietà. Riace è ormai ritenuto un modello di riferimento per l’accoglienza diffusa e l’integrazione dei migranti; Lucano è al 40esimo posto nella rivista Fortune, considerato tra le personalità più influenti del mondo; era in programma una fiction della Rai sulla esperienza Riace.

 Dopo l’ordinanza di custodia cautelare della Magistratura e il provvedimento del Ministero dell’Interno la sua immagine positiva rischia di opacizzarsi. Il sistema Sprar potrebbe essere messo in difficoltà.  Questo modello di accoglienza diffusa sembra essere sotto tiro. Non bisogna dimenticare che tale sistema è presente in tutta la Penisola. Nel 2016 sono stati messi a disposizione degli immigrati più di 26 mila posti (Atlante Sprar, 2016). Nell’ottobre scorso, l’inviato dell’Onu per il Mediterraneo ha dichiarato: “Il sistema di accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati in Italia è all’avanguardia”. La Calabria è fra le prime regioni d’Italia per numero di centri. Le manifestazioni di solidarietà e vicinanza verso Lucano e Riace stanno cercando di ribaltare il tentativo di discredito sul modello di accoglienza che complessivamente risulterebbe positivo. Ma tali manifestazioni potrebbero generare un populismo di sinistra che non tiene nel giusto rilievo le regole in virtù di esigenze umanitarie; lascerebbero spazio a chi accusa la Sinistra di ricordarsi della legalità quando conviene. Senza contare che tutto si sta giocando in chiave elettoralistica in vista delle Europee; sembra che populisti, euroscettici, sovranisti si stiano compattando sulla “paura dello straniero”, ovvero la xenofobia.  Si auspica che la questione alquanto delicata si possa risolvere per il meglio in favore di Lucano e di Riace. Per sperare in risvolti positivi ci sarebbe il ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale), importante per la rendicontazione. Lo Sprar è un sistema gestito con soldi pubblici; alla fine si deve rendicontare; a differenza dei Centri di accoglienza straordinaria (Cas), strutture private finanziate con denaro pubblico (alcune sotto inchiesta per corruzione). Le gare vengono indette dalle Prefetture. Corre l’obbligo riportare una nota del Viminale su questa vicenda: “Non ci sarà nessun trasferimento obbligatorio: i migranti si muoveranno solo su base volontaria”.

 Inoltre bisogna mettere in conto il recente “pacchetto sicurezza” che contiene le nuove misure sui migranti. In particolare lo Sprar: “Continuerà ad esistere per rifugiati e minori non accompagnati”. Il Sistema di protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati è stato ridimensionato in quanto è riservato solo a chi ha la protezione internazionale e ai minori non accompagnati. Quello che è successo ultimamente a Riace rappresenta, politicamente, un duro colpo all’accoglienza diffusa e, soprattutto, all’integrazione di lungo periodo in favore dei migranti. Nel momento attuale, con le Europee a breve, si offre spazio alle pressioni anti-europeiste e populiste; si moltiplicano le paure per “l’altro”, amplificando la percezione dell’invasione dei migranti e si diffonde il sovranismo. E’compito dell’opinione pubblica solidale, delle associazioni umanitarie contrastare questa regressiva tendenza, cogliere ogni opportunità per ribaltarla, pure oggi nel difficile momento che sta attraversando il comune calabrese, ritenuto un riferimento per un sistema di accoglienza possibile e sostenibile. Pensate ai Paesi calabresi dell’entroterra della nostra Regione ormai svuotati o al massimo abitati dagli anziani; considerate le altre località del Mezzogiorno con la medesima problematica demografica; ci saranno pure al Centro e al Nord. Immagino anche in Europa. Allora si può pensare un futuro di accoglienza e di integrazione di lungo periodo e programmarle facendo tesoro del modello Riace, sostenibile nonostante i fatti di cronaca giudiziaria.

 La logica dell’emergenza è dissipatrice di risorse finanziarie e non porta a soluzioni strutturali. Al contrario di quanto realizzato da Lucano a Riace. Attorno a ciò sono da costruire consapevolezza e consenso nell’opinione pubblica attraverso la responsabilità dell’informazione; ha poco o niente da spartire con gli interessi elettoralistici e demagogici. In tale possibile aggregazione non c’è posto per i populismi, ma per le politiche realistiche che conoscono i fenomeni migratori e vogliono provare a governarli. E l’Unione Europea non deve stare a guardare o girarsi dall’altra parte. Mi piace chiudere con le ultime frasi de Il destino dei migranti e l’anima dell’Europa, un saggio di Marcella Lucidi, ex sottosegretario all’Interno con delega all’immigrazione ai tempi del secondo governo Prodi: “Almeno tre dei 6 milioni di vittime della Shoah [si sarebbero potuti salvare] se il mondo non avesse sbattuto in faccia la porta di frontiere chiuse- scrive Agnes Heller [filosofa ungherese, allieva di György Lukács]. E se qui continuerà così, quanti migranti col numero sul braccio in Cèchia [Repubblica Ceca] o respinti a Budapest dai treni di Berlino (…) non potranno essere salvati?”.  Riprendiamoci la razionalità e ragioniamo sulle cose del mondo di oggi.

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