Tra una partita e un acquisto pensiamo alla catastrofe...

Scritto da  Pubblicato in Maria Arcieri

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Poi rimangono le fette di affezionati al virus che tra un acquisto e un viaggio si tamponano ogni settimana. Non in senso stradale ma in ubicazioni farmaceutiche. Il dato preoccupante e insieme non ansiogeno è che questo silenzio assordante e irreale su un eventuale mossa di Putin ha reso il paese riflessivo muto incapace distante. Non so quale dei termini elencati rende maggiormente l'idea di questa non reazione su un eventuale futura catastrofe mondiale. O magari essendo coscienti che tutto sarebbe inutile in campo di preoccupazioni individuali, è preferibile (è un altra ipotesi da prendere in considerazione) continuare a vivere la propria vita come se nulla potrebbe succedere. Quindi non pensare che un atomica potrebbe decretare la fine della umanità. Evitare di pensare. Ma si poteva anche evitare di votare. Ma siamo andati a mettere la croce su chi ci avrebbe dovuto evitare la partecipazione agli armamenti. Ma nessun potere politico nazionale ha un rilevanza di questa portata in ambito mondiale. Quindi abbiamo preferito abbattere la tragedia dei rincari. Forse abbiamo capito che non abbiamo un peso mondiale di elevata caratura e che le decisioni in questo ambito non sta a noi prenderle ma solo ai potenti della terra. E anziché ritornare o iniziare a pensare di varcare la soglia di studi di psicologi per le preoccupazioni da odissea rimaniamo arenati e legati a quelle più tangibili problematiche di casa nostra. E se riusciamo a superare questo momento saremo in grado di poter sconfiggere anche un basico aumento delle bollette. È tutto collegato. Fine guerra, fine armamenti fine rincari. Allora pensare che non ci riguardi la terza guerra mondiale è un salvagente per la sopravvivenza psicologica.

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