Omicidio Gigliotti a Lamezia, gli inquirenti: "Ucciso e carbonizzato per la truffa su una crociera" - VIDEO

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Lamezia Terme - "Fiuto investigativo e gran lavoro sinergico tra la Squadra mobile di Catanzaro e il commissariato di Lamezia Terme". Il primo dirigente del commissariato di via Perugini, dottor Raffaele Pelliccia ha evidenziato ad inizio conferenza stampa l'intensa attività investigativa, coordinata dal Pm, Santo Melidona, effettuata sull'omicidio di Domenico Gigliotti e che ha portato il Gip, Rossella Prignani ad emettere l'ordinanza cautelare nei confronti di Marco Gallo nel carcere di Ancora dove attualmente si trova. Imputato anche di altri tre omicidi (Berlingeri, Pagliuso e Mezzatesta). Alla base del delitto, avvenuto nel gennaio 2015, una "truffa subita" per "viaggi fantasma" venduti dall’agenzia Easy Fligth, gestita dalla moglie della vittima e che avrebbe scatenato la vendetta del Gallo contro Gigliotti, morto dopo essere stato attinto da quattro colpi di revolver e poi dato alle fiamme.

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Ad illustrare le attività investigative, oltre al dottor Raffaele Pelliccia, anche il dottor Alfonso Iadevaia, primo dirigente della Squadra mobile di Catanzaro e Angelo Paduano, vicedirigente della Mobile.

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"Gallo truffato dalla società di viaggi"

"La ricerca della verità - ha aggiunto Pelliccia - è quello che ci contraddistingue", citando anche una poesia di San Giuseppe Moscati cara al procuratore della Repubblica, Salvatore Curcio. Pelliccia ha rimarcato tuttavia come "la denuncia dell’intimidazione è arrivata dalla famiglia Gigliotti solo dopo l’omicidio, un segnale di allarme tardivo che ci porta ad invitare la cittadinanza a denunciare sempre e in tempo". Il dirigente Iadevaia ha messo in risalto la "collaborazione permanente tra le varie squadre investigative della polizia ma anche grazie al lavoro svolto dai carabinieri in occasione dell'omicidio e attraverso - ha evidenziato altresì - le fondamentali relazioni della Polizia scientifica sulle ogive dell'arma usata per il delitto dell'avvocato Pagliuso, le stesse trovate per l'omicidio Gigliotti e per il danneggiamento di una finestra della casa della vittima a scopo intimidatorio avvenuto nell'ottobre 2014, sempre a seguito di comparazione balistica. Così come dall'esame autoptico. Si è risaliti pertanto a Marco Gallo che, al pari della moglie, era stato truffato dalla società intestata alla moglie di Gigliotti. Esaminati anche i tabulati telefonici che hanno dato riscontri sulla presenza di Gallo nei pressi dell'abitazione della vittima".

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"Una vendetta personale"

Dal dottor Paduano poi, ulteriori dettagli sulle motivazioni "di questo delitto rispetto ai tre di cui è accusato Gallo. Qua si tratta di una vendetta personale". Sulla vicenda specifica della "truffa", Paduano ha evidenziato che "l'agenzia aveva deciso di rimborsare parte della somma, ma Gallo aveva seguito invece la strada della querela. Successivamente però è accaduto qualcosa di diverso che ha portato il Gallo a decidere per l'azione efferata con l'uccisione, e con la vittima poi data alle fiamme davanti l'abitazione". Quindi, ha fatto riferimento anche agli errori commessi dall'indiziato Gallo. "Abbiamo riscontrato la presenza della stessa moto e della medesima autovettura dei precedenti casi".  Se dovessero essere confermate le accuse, per Gallo questo è il quarto delitto di cui si sarebbe macchiato. Vi è da sottolineare poi, come riferito in conferenza stampa, che la collaborazione investigativa tra Squadra mobile e commissariato di Lamezia (presenti alla conferenza anche il commissario Carito della Pg e Gallo della Scientifica) continua e non sono escluse nuove e importanti operazioni.

Antonio Cannone

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