Lamezia, avviata la campagna di Crowfunding dell'Associazione "Capusutta"

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Lamezia Terme - Capusutta (letteralmente “a testa in giù”) è un laboratorio teatrale nato nel 2011. È nata, spiegano dalla compagnia teatrale, “come sperimentazione calabrese della non-scuola di Marco Martinelli, per volere di Tano Grasso, allora assessore alla Cultura a Lamezia Terme, e con l’appoggio importante dell’associazione “La Strada” e dell’operatrice sociale Rosy De Sensi. Il laboratorio è stato guidato dagli attori di Punta Corsara, compagnia teatrale napoletana, i cui componenti provengono dalla non-scuola partenopea. A Lamezia Terme il laboratorio coinvolge soprattutto ragazz* delle scuole superiori e bambin* della realtà rom lametina, con l’obiettivo di farl* avvicinare al teatro.  Negli anni è stata messa in scena la riscrittura di diverse commedie, all’interno di festival, eventi culturali, anche fuori dal territorio calabrese. Nonostante le numerose difficoltà economiche e organizzative, si è riusciti a portare avanti il progetto anche in forma autogestita e a includere nel corso degli anni sempre più realtà, come i migranti del centro di accoglienza “Luna rossa” e la compagnia teatrale lametina MammutTeatro, che ha offerto un sostegno concreto per la riuscita degli ultimi laboratori. La raccolta fondi è mirata allo svolgimento del laboratorio nel prossimo anno e alla ripartenza dell’intero progetto. È necessario, infatti, diffondere e pubblicizzare Capusutta per ampliare la partecipazione della popolazione lametina, e garantire a tutt* mezzi adeguati ad una fruizione gratuita del laboratorio. Il crowfunding è potuto partire grazie anche al fondamentale contributo di alcun* artist* del territorio lametino (Simona Ponzù Donato, G Loois e Alba Statti in arte “Malagrana”), che hanno deciso di sostenere Capusutta offrendo delle stampe che verranno donate a chi partecipa alla campagna. Capusutta rappresenta una ventata d’aria fresca in un contesto perennemente in crisi come quello lametino, uno “Spazio di libertà e creazione dove ogni corpo racconta qualcosa”, per usare le parole di Martinelli sulla non-scuola. Tante persone hanno incrociato Capusutta e si spera che tante altre lo facciano, per capire la ricchezza, la trama di incontri e legami che il teatro sociale può generare, soprattutto in tempi duri come questi, che richiedono con urgenza di immaginare un mondo capovolto”.

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