Minacce al pm Manzini dal boss Mancuso, solidarietà di politica e associazioni - REAZIONI

Marisa-Manzini_5fd07.jpgLamezia Terme - Messaggi di solidarietà al magistrato Marisa Manzini da parte di esponenti politici e sindacali per via dei ripetuti messaggi di minacce da parte del boss Mancuso, il quale già nel corso di un'udienza di un processo aveva intimato il silenzio al procuratore oggi in servizio a Cosenza e prima a Vibo Valentia. Il boss, nel corso di incontri in carcere con alcuni familiari, avrebbe reiterato le minacce.

Libera: "Società si impegni"

"Alla dottoressa Manzini, ora impegnata nel delicato ruolo di consulente della Commissione Parlamentare antimafia, intendiamo esprimere - si legge in un comunicato dell'associazione Libera - la solidarietà e la vicinanza dell’intera rete di Libera Calabria, consapevoli che essere solidali, come ci ha insegnato Giovanni Paolo II nella sua Enciclica Sollicitudo rei socialis, “non è un sentimento di vaga compassione o di superficiale intenerimento per i mali di tante persone, vicine o lontane. Al contrario, è la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno perché tutti siamo veramente responsabili di tutti”. In tal senso, vogliamo rinnovare il nostro fermo e deciso impegno, invitando tutti i componenti della società civile calabrese a fare altrettanto, a fronteggiare la 'ndrangheta, vero male endemico della nostra terra di Calabria". 

Eugenio Guarascio: "Solidarietà e vicinanza ad un magistrato di valore"

"In queste ore frenetiche di campagna elettorale a Lamezia Terme, sento l'obbligo di fermarmi e richiamare l'attenzione su un fatto gravissimo accaduto nei confronti del magistrato Marisa Manzini, ancora una volta vittima di pesanti minacce della ‘ndrangheta". E' quanto afferma il candidato a sindaco, Eugenio Guarascio che stigmatizza le notizie diffuse circa l'ennesima sfida della criminalità organizzata contro lo Stato. "Guarascio - si legge in una nota - condanna senza mezzi termini quanto ricostruito dalla Gazzetta del Sud che scrive di nuove minacce alla Manzini da parte del boss Pantaleone Mancuso, emerse davanti alla seconda sezionale penale del Tribunale di Salerno dove si è celebrata la prima udienza del processo a carico del Mancuso, figura apicale dell’omonima cosca della ’ndrangheta vibonese, imputato di "oltraggio a un magistrato in pubblica udienza". Reato aggravato dalle modalità mafiose". "Sono profondamente colpito - aggiunge Guarascio - ed esprimo la mia piena e convinta solidarietà e vicinanza ad un magistrato di valore da sempre in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata. Dobbiamo respingere con forza e determinazione questi attacchi e salvaguardare tutte le istituzioni della giustizia che sono un baluardo contro il malaffare e la prepotenza".

Fsp: "Manzini non sarà mai sola"

“Il magistrato Marisa Manzini non rimarrà mai sola. La Calabria onesta, quella fatta di tanta gente per bene, sarà sempre schierata al suo fianco, riconoscendole un impegno costante nella lotta alla ‘ndrangheta”. Lo ha dichiarato il segretario nazionale della Fsp, la Federazione Sindacale di Polizia, Giuseppe Brugnano, dopo le ennesime minacce rivolte al magistrato da Pantaleone Mancuso, boss detenuto, e intercettate durante un colloquio. In passato, lo stesso boss aveva minacciato in aula, durante un’udienza, lo stesso magistrato. “Siamo pronti a sostenere l’operato di Marisa Manzini in ogni modo – ha aggiunto Brugnano – perché consapevoli che il suo operato ha consentito di minare dalle fondamenta il potere delle cosche in Calabria e nel Vibonese in particolare. Le parole di Mancuso non fanno paura, perché siamo consapevoli che in Calabria è in atto una reazione corale contro la malavita organizzata che non potrà essere fermata da alcuno. Siamo noi a rivolgerci a Mancuso con forza: ‘statti cittu ‘ca parrasti assai’”.

Wanda Ferro (FdI): "Minacce a magistrato prova debolezza clan"

"Frasi -afferma oggi la deputata di Fdi Wanda Ferro - che sono certa non intimidiranno il procuratore Manzini, che anzi dalle minacce di Mancuso ha trovato spunto per scrivere un libro che sta diffondendo soprattutto nelle scuole calabresi, nella consapevolezza che per contrastare la mafia è necessario combattere la paura che spinge al silenzio, ma anche l'indifferenza di chi pensa che certi fenomeni non tocchino la propria quotidianità, e la connivenza di chi pensa di ottenere dalle cosche delle scorciatoie per la realizzazione dei propri obiettivi". Ferro si dice "convinta che le minacce di Pantaleone Mancuso siano la prova di una disperata debolezza nei confronti di chi rappresenta lo Stato tenendo la schiena dritta. Chi fonda il proprio potere sulla paura e sull'omertà è disarmato di fronte alla determinazione di uomini e donne che non si piegano, e che sono anzi capaci di trasmettere alla società un messaggio di fiducia nella possibilità di battere il potere mafioso, attraverso la responsabilità, il coraggio di parlare e di denunciare, la fermezza nel sapere da quale parte stare nelle scelte di ogni giorno".

Sindaco Abramo e assessore Russo: “La vicinanza dell’amministrazione comunale è forte”

Il sindaco Sergio Abramo e l’assessore Danilo Russo hanno espresso la propria solidarietà nei confronti del magistrato Marisa Manzini. “L’ennesima minaccia ricevuta dal procuratore Marisa Manzini da parte di esponenti del clan Mancuso testimoniano come l’azione portata avanti dal Magistrato stia cogliendo nel segno e vada a colpire con forza gli interessi criminali della ‘ndrangheta del Vibonese”, ha sottolineato il sindaco, che ha aggiunto: “Non sarà certo una delle tante minacce a fermare l’attività di un magistrato coraggioso che sta contribuendo, concretamente, a rafforzare la presenza dello Stato in Calabria. Marisa Manzini non è da sola, ma ha accanto a sé le istituzioni e tutta quella gente perbene che vuole vedere vincere legalità e giustizia, ogni giorno, contro le mafie”. L’assessore Russo, dal canto suo, ha ricordato: “Ho avuto il piacere di conoscere il magistrato Manzini in occasione della presentazione del suo libro in un evento alla scuola “Manzoni Catanzaro Nord Est”, durante il quale ho ammirato la sua forza e il suo spiccato senso della giustizia. L’ennesima minaccia ricevuta non deve passare inosservata, ma deve far indignare tutti coloro che credono in quei valori fondanti e indissolubili alla base del principio di legalità”. 

Dichiarazione di Arturo Bova su minacce a Marisa Manzini

"Le parole del boss Pantaleone Mancuso, intercettato nel corso di alcuni colloqui in carcere, meritano ampia riflessione e una forte condanna da parte di istituzioni e cittadini. Le minacce alla dottoressa Marisa Manzini, magistrato esemplare e simbolo di antimafia, sono un campanello d’allarme che non possiamo ignorare e che ci richiama alla forte unione a difesa di un magistrato che ha dedicato la sua vita a sconfiggere le mafie e che rischia la sua stessa vita quotidianamente per difendere la democrazia e la legalità in una terra che ha deciso di ribellarsi alle logiche mafiose e criminali. Alla dottoressa Manzini va tutta la mia solidarietà e quella della Commissione contro la ‘ndrangheta in Calabria che ho l’onore di presiedere". È quanto si legge in una nota del consigliere regionale Arturo Bova, presidente dell’organismo regionale antimafia.

"Negli ultimi giorni – sottolinea Bova – abbiamo letto sulle cronache anche un’altra notizia che desta forti preoccupazioni per le implicazioni che ne conseguono: l’accusa rivolta dall’on. Enza Bruno Bossio al procuratore Nicola Gratteri, addirittura accusato di aver bloccato la ricandidatura di Mario Oliverio a presidente della Regione Calabria. Atteggiamenti come questo sono pericolosissimi perché rischiano di minare nelle fondamenta la credibilità delle istituzioni e di incrinare ancor di più il delicato rapporto fiduciario che lega i cittadini alla magistratura e alla politica. Dichiarazioni come questa, per giunta rivolta all’indirizzo di uno dei massimi esponenti della magistratura, amatissimo dagli italiani, che con le sue indagini e le brillanti operazioni antimafia ha conquistato la stima indiscussa del mondo intero, rischiano di ledere quello spirito di legalità e democrazia diffuse che, invece, va protetto e alimentato. I magistrati svolgono quotidianamente un lavoro difficile e pericoloso e quando portano avanti delle indagini lo fanno a difesa della legge e della Costituzione, senza guardare al colore politico e alle logiche di bassa politica. È il momento, per noi tutti, cittadini e amministratori pubblici, di fermarsi e di porsi a difesa della magistratura. Abbiamo il dovere di farlo, oggi più che mai”.

Mangialavori: "Al suo fianco i calabresi onesti"

"Esprimo la mia piena e sentita solidarietà al magistrato Marisa Manzini, ancora una volta oggetto di minacce da parte del boss del clan Mancuso. Sono certo che la dott.ssa Manzini continuerà il suo lavoro senza farsi intimidire e che saprà sentire la vicinanza di tutti quei calabresi che rifiutano la 'ndrangheta e il suo nefasto potere criminale". Così il senatore e componente della commissione nazionale Antimafia Giuseppe Mangialavori. "Marisa Manzini – aggiunge – oggi svolge con serietà e competenza il ruolo di consulente della commissione Antimafia, dopo essere stata, per anni, in prima linea nella lotta alla 'ndrangheta. Il suo lavoro ha dato e dà fastidio soprattutto alle cosche del Vibonese, il cui potere criminale è stato intaccato anche grazie alle inchieste della Manzini. Ecco perché la Calabria migliore le chiede di non fermarsi, ma anzi di continuare la sua straordinaria opera contro le organizzazioni criminali, nella certezza che la strada giusta è stata imboccata e che bisogna percorrerla fino in fondo. Al suo fianco, Marisa Manzini avrà tutti i calabresi onesti".  

Puccio (Pd): "Totale solidarietà al magistrato Marisa Manzini"

"Il Partito Democratico della Calabria esprime totale solidarietà al magistrato Marisa Manzini che, ancora una volta, è  minacciata dalla tracotanza criminale di boss di ‘ndrangheta che proprio nella dott.ssa Manzini hanno trovato la più ferma e determinata oppositrice” afferma in una nota di solidarietà Giovanni Puccio, responsabile organizzativo PD Calabria. "L’impegno e la competenza, unanimemente riconosciuti, fanno della dott.ssa Manzini un punto di riferimento importante nel contrasto alle organizzazioni criminali ma anche un esempio di impegno civile nella divulgazione, soprattutto tra i più giovani e gli studenti, della cultura della legalità, l’unica arma davvero efficace per operare quella rivoluzione culturale di cui la comunità calabrese ha assoluto bisogno per uscire dalle spire del malaffare e della criminalità. Proprio per le sue peculiari caratteristiche, di magistrato in prima linea e di donna impegnata nella società civile, la dott.ssa Manzini è diventata bersaglio delle minacce e, sulla base di questo ragionamento, riteniamo davvero incomprensibile che le sia stato ridotto il livello di protezione. Auspichiamo che al più presto le competenti autorità rivedano tale decisione ripristinando le condizioni di massima sicurezza che possano consentire alla dott.ssa Manzini di proseguire la sua opera al servizio dello Stato nella repressione della ‘ndrangheta e nella divulgazione tra le giovani generazioni dei basilari principi della legalità e del bene comune".

© RIPRODUZIONE RISERVATA