‘Ndrangheta: Confermati in appello 20 anni per “boss della Comasina”

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Milano - La Corte d'assise d'appello di Milano ha confermato la condanna del 'boss della Comasina' Pepè Flachi, 'storico' esponente della 'ndrangheta in Lombardia, per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione e traffico illecito di rifiuti. Flachi oggi è stato condannato a 20 anni e tre mesi di reclusione, con la pena ridotta di un mese rispetto alla sentenza di primo grado. Il collegio giudicante, accogliendo quasi in toto le richieste del sostituto procuratore generale Tiziano Masini, ha confermato anche la condanna di altre 16 persone finite alla sbarra insieme a Pepè Flachi, con alcune lievi riduzioni di pena. La difesa aveva chiesto l'assoluzione per tutti gli imputati. 

Le lievi riduzioni di pena sono dovute all'esclusione di alcune aggravanti e all'assoluzione di quattro imputati dall'accusa di illecita concorrenza con minaccia o violenza, in relazione ad alcune estorsioni a venditori di panini nei chioschi a Milano. La corte ha confermato infine la provvisionale di 150mila euro per il Comune di Milano, unica parte civile, e l'assoluzione in primo grado di uno degli imputati, contro la quale il pm aveva fatto ricorso. Pepè Flachi, in passato amico di Renato Vallanzasca, durante l'udienza ha voluto far leggere in aula un appello, nel quale chiedeva ai giudici di ''avere il coraggio di stravolgere'' la sentenza di primo grado che ''ha travisato completamente la verità''. Flachi, ai domiciliari a causa di una malattia, e gli altri imputati erano stati arrestati il 14 marzo 2011 nell'ambito di un'inchiesta della Dda sulle attività illecite della cosca in Lombardia. L'organizzazione secondo le accuse avrebbe gestito aziende nel settore del movimento terra, si sarebbe infiltrata nelle attività della multinazionale Tnt e si sarebbe 'occupata' della security in alcuni locali della movida milanese, coltivando contatti con il mondo della politica e dello spettacolo.

 

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