Operazione “Imponimento”, rigettata proposta di applicazione misura di prevenzione personale e patrimoniale nei confronti di Domenico Gallello

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Catanzaro - Il Tribunale di Catanzaro Sezione Misure di Prevenzione ha rigettato la proposta di applicazione di misura di prevenzione personale e patrimoniale nei confronti di Domenico Gallello. Gallello, difeso dall’avvocato Massimiliano Carnovale, in seno al procedimento penale “Imponimento” è stato condannato per i delitti di intestazione fittizia a favore di Rocco Anello e di truffa ai danni di un Ente pubblico Comune di Sant’Onofrio entrambi i reati aggravati dall’agevolazione mafiosa, conseguentemente veniva disposta la confisca della Ditta Gallello Domenico e di altre società al medesimo riconducibili operanti in diversi settori dall’edilizia all’agricoltura. Gallello veniva invece assolto sin dal primo grado dal reato di associazione per delinquere di stampo mafioso quale partecipe della c.d. contestata consorteria Anello - Fruci, e contro la ridetta assoluzione insorgeva la Procura la cui impugnazione veniva rigettata dalla Corte di Appello di Catanzaro.

La Corte di Appello di Catanzaro in riforma della sentenza di primo grado del Tribunale di Catanzaro - emessa all’esito del giudizio abbreviato - ha assolto Domenico Gallello dal reato di intestazione fittizia e di truffa, confermando l’assoluzione per il reato di associazione mafiosa. Nelle more tra la definizione del giudizio di primo grado e la pronuncia del dispositivo in appello   la Procura Distrettuale Antimafia avanzava richiesta di applicazione avverso Gallello della misura di prevenzione personale e patrimoniale.

In sede di giudizio di prevenzione all’esito della istruttoria camerale non emergevano elementi ulteriori e diversi rispetto a quelli oggetto del giudizio penale idonei a suffragare che la condotta serbata dal Gallello sia stata funzionale agli interessi della criminalità organizzata concretandosi in quella vicinanza funzionale dello stesso Gallello alla consorteria mafiosa  idonea a generare benefici in termini di arricchimento e capacità operativa sia per l’imprenditore sia per la consorteria. Quindi il Tribunale del Riesame di Catanzaro con decreto del 29 maggio ha rigettato la richiesta avanzata dalla Procura Distrettuale Antimafia.

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