Lamezia, Fittante: intimidazione ad autolavaggio, qualcosa si muove nella mafia locale

costantino_fittanteok-09252016-132740.jpgLamezia Terme - "Ho già espresso venerdì mattina ad Antonio Butera la mia solidarietà e vicinanza per il vile incendio alla sua attività". Ad affermarlo, Costantino Fittante del Centro riforme democrazia e diritti, che prosegue: "Nei mesi e nelle settimane passate si sono consumate fiumi di parole tese ad affermare che dopo le importanti operazioni condotte dalle Forze dell'Ordine dalla Magistratura ai danni delle cosche lametine, la Città era più sicura, che ci si era in gran parte liberati dalla presenza soffocante della 'ndrangheta, che ormai commercianti e imprenditori non dovevano avere più paura, quindi collaborare per debellare definitivamente la delinquenza organizzata. E' ampiamente dimostrato che non è così. La mafia si riproduce come la gramiglia e mai bisogna abbassare il livello di attenzione e di attività di contrasto giuridico e sopratutto sociale. Sono in atto delle azioni delittuose che devo preoccupare.

Intanto le operazioni degli inquirenti hanno avuto origine dalle dichiarazioni di pentiti e non certo, per una altissima percentuale, per le denunce degli operatori economici soggetti alle estorsioni. Addirittura - comtinua Fittante - si è assistito alla ritrattazione di qualche imprenditore che prima ha denunciato e poi, in sede di dibattimento, ha fatto marcia indietro. C'è una lettura approssimata e superficiale della realtà malavitosa di Lamezia e del lametino. L'avere affermato che Lamezia era stata liberata dalla presenza delle cosche - precisa - ha fatto calare la tensione e l'attenzione verso i fenomeno del "pizzo" e verso resto delle loro attività, riducendo il contrasto istituzionale e sociale organizzato alla costituzione di "parte civile" nei processi. Scelta certamente importante, ma non esustiva della funzione che Istituzioni, Partiti, Sindacali, Organizzazioni professinali, Associazinismo, devono svolgere con continuità. Una sorta di "galleggiamento" con delega alla Magistratura di esercitare anche il compito di educare e di prevenire.

Necessita agire a due livelli: 1) certo costituirsi "parte civile" nei processi;  2) con più efficacia stimolare le denunce degli operatori economici, mettere al riparo le Istituzioni dall'influenza e dagli obiettivi della 'ndrangheta di determinare esiti politico-ammnistrativi o/e acquisire appalti, far crescere nella Città, tra tutte le categorie sociali, sopratutto tra i giovani, la cultura della legalità e della responsabilità, prosciugando l'acqua nella quale nuota la 'ndrangheta. L'attentato a Butera, e gli atti delinquenziali compiuti nei mesi scorsi, indicano che c'è qualcosa che si muove nel mondo della mafia locale. Hanno colpito, ed è la prima volta in maniera così viruenta, un membro autorevole dell'associazionismo anti 'ndragheta. Il messaggio non deve essere sottovalutato perchè può voler dire "ci risiamo" disposti a colpire anche in alto. Ad un segnale di tal genere non si può rispondere con "appelli" o tardivi comunicati tanto per segnare la presenza sui quotidiani e sui notiziari. Ci vuole ben altro. Una corale mobilitazione - conclude - la cui promozione non può che essere compito delle Istituzioni, delle Organizzazioni di categoria, delle Associazioni dell'antimafia sociale".

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