Catanzaro - Un "Comitato d'affari" che avrebbe organizzato un "diffuso sistema clientelare" per la gestione di appalti pubblici, ed in particolare di quelli banditi dalla Regione Calabria, ma non solo; lo smaltimento dei rifiuti e una serie di nomine ed incarichi politici. È su questo che ha fatto luce l'inchiesta, denominata "Glicine akeronte" e condotta dalla Dda di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, che ha portato stamattina all'arresto di 43 persone. L'ordinanza di custodia cautelare eseguita dai carabinieri del Ros è stata emessa dal Gip distrettuale Antonio Battaglia. Si tratta ancora della fase preliminare del procedimento, per cui le accuse ora dovranno trovare riscontro e fronte anche delle indicazioni provenienti dalle difese.
Nell'elenco degli indagati figura anche un ex dirigente della Regione Calabria, Mimmo Pallaria, di 64 anni, ex sindaco di Curinga ed attuale consigliere comunale dello stesso centro, e Orsola Reillo, di 59, ex direttore generale del Dipartimento ambiente e territorio sempre della Regione Calabria. Ed ancora sono indagati l'attuale sindaco di Rocca di Neto, Alfonso Dattolo, di 59 anni, anche lui ex consigliere regionale, eletto con la lista dell'Udc, e Raffaele Vrenna, di 65, imprenditore del settore dei rifiuti ed ex presidente del Crotone calcio, società attualmente presieduta dal fratello, Gianni.
Vrenna: "Operato nel rispetto delle norme"
"Siamo molto sereni, certi di aver operato sempre nella massima trasparenza e nel pieno rispetto delle normative vigenti. E siamo convinti che la Procura presterà la massima attenzione alle nostre deduzioni". E' quanto afferma, in una nota Gianni Vrenna, presidente della società Envì Group Srl, indagato nell'operazione della Dda di Catanzaro che ha portato all'esecuzione di 43 misure cautelari. L'accusa nei confronti di Vrenna e del fratello Raffaele, all'epoca socio della Sovreco e di altre aziende legate al settore del trattamento dei rifiuti, è di traffico di rifiuti e frode nelle pubbliche forniture legate allo smaltimento della spazzatura nel periodo 2017-2019. Secondo l'accusa, approfittando dell'emergenza rifiuti per la mancata attuazione del piano regionale, avrebbero smaltito nelle loro discariche di Celico e Crotone rifiuti che erano stati fittiziamente trattati nel centro di trattamento meccanico biologico regionale che era stato dato in gestione a loro società. Gianni e Raffaele Vrenna sono anche presidente ed ex presidente dell'Fc Crotone che non è coinvolto nella vicenda. "Vista la risonanza mediatica - ha aggiunto Gianni Vrenna - mi preme sottolineare che non ci vengono contestati, neanche provvisoriamente, reati riconducibili alla criminalità organizzata. Siamo pienamente rispettosi del lavoro della Procura, ma allo stesso tempo siamo già impegnati nel produrre, attraverso i nostri avvocati, tutta la documentazione relativa alla gestione e allo svolgimento delle attività delle nostre aziende e ai rapporti passati e presenti con gli enti pubblici per chiarire definitivamente la nostra posizione".
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