Oliverio annuncia lo sciopero della fame: "Contro di me accuse infamanti"

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Catanzaro - "Di fronte ad accuse infamanti ho deciso di fare lo sciopero della fame". E' quanto afferma il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, raggiunto oggi da un obbligo di dimora nel suo paese, San Giovanni in Fiore (Cosenza), nell'ambito di una indagine della Procura di Catanzaro su alcuni appalti. "La mia vita e il mio impegno politico e istituzionale - aggiunge - sono stati sempre improntati al massimo di trasparenza, di concreta lotta alla criminalita', di onesta' e rispettosa gestione della cosa pubblica. I polveroni sono il vero regalo alla mafia. Tra l'altro l'opera oggetto della indagine non e' stata appaltata nel corso della mia responsabilita' alla guida della Regione. Quanto si sta verificando e' assurdo. Non posso accettare in nessun modo che si infanghi la mia persona e la mia condotta di pubblico amministratore. Sarebbe come accettare di aver tradito la fiducia dei cittadini. Chiedo chiarezza. Lottero' con tutte le mie energie - conclude Oliverio - perche' si affermi la verita'".

Oliverio è stato raggiunto nel pomeriggio dai giornalisti a San Giovanni in Fiore, "Un procedimento di accuse che respingo a 360 gradi" - ha ribadito - "Ho sempre improntato il mio impegno alla lotta alla mafia. Questa gara - ha proseguito il presidente Oliverio - è stata fatta prima che io arrivassi alla Regione, mi sono solo preoccupato di portare a termine l'opera e tra l'altro abbiamo interloquito con un amministratore nominato dalla stessa Procura che oggi mi indaga. L'impresa l'ho vista solo una volta durante un sopralluogo, quando ero preoccupato che i lavori andassero a buon fine, ma non lo conoscevo prima ne l'ho visto dopo. Non comprendo tutto questo, sono solo indignato perché ho speso la mia vita per contrastare le criminalità di ogni tipo e affermare la legalità. Il migliore alleato della mafia sono i polveroni. Non ci sono paladini, tranne Gesù Cristo e io mi batterò fino alla morte per stabilire la verità. Non accetto da chicchessia che si infanghi la mia vita e il mio impegno al bene comune". 

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