Lamezia Terme - Il Tribunale Penale di Lamezia Terme, in persona del Giudice Dott. Adriana Marasco, in sede di processo celebratosi nelle forme del rito ordinario, ha assolto perché il fatto non sussiste F.D. lametino dall’accusa di atti persecutori aggravati ai danni della ex compagna, che nel processo si era costituita parte civile chiedendo il risarcimento del danno.
La vicenda che oggi ha avuto l’arresto giurisdizionale, risale dal giugno al novembre del 2024 allorquando nei confronti dell’imputato, il GIP di Lamezia Terme, a seguito di un episodio accaduto nel novembre del 2024, aveva arrestato F.D. applicandogli la misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico di controllo, ritenendo integrato il reato di cui all’art. 612 bis c.p. sulla scorta della credibilità della persona offesa che in sede di denuncia, aveva narrato condotte reiterate di minaccia e molestie tale da cagionarle un grave stato d’ansia ed un fondato timore per la propria incolumità fisica anche per effetto di ossessiva
gelosia.
Il PM aveva invocato la condanna dell’imputato. Sennonchè oggi il Tribunale di Lamezia Terme, in totale accoglimento delle argomentazioni difensive dell’Avv. Antonio Larussa, difensore dell’imputato, che aveva evidenziato l’inesistenza dei requisiti di specie dell’art. 612 bis, ha assolto l’imputato con la formula assolutoria più ampia perché il fatto non sussiste, ritenendo assente l’oggettività storica dell’accusa che si è rivelata completamente infondata. Da qui il proscioglimento pieno dell’imputato con cessazione di ogni misura cautelare dell’uomo che è pertanto completamente libero. Il Giudice condannato l’imputato solo per danneggiamento ai danni dell’autovettura della persona offesa consistiti nel danneggiamento dello sportello e dello specchietto.
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