Lamezia, nuova udienza per omicidio avvocato Pagliuso: acquisiti due video

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Catanzaro - Continua il processo per l’omicidio dell’avvocato lametino Francesco Pagliuso, avvenuto la sera del 9 agosto di tre anni fa. A giudizio, il 33enne Marco Gallo. Secondo l’accusa sarebbe stato lui, intorno alle 22:30 nella notte tra il 9 e 10 agosto, ad aver ucciso con tre colpi di pistola il legale mentre si accingeva a scendere dall’auto nel vialetto della sua abitazione di via Marconi. Oggi, quindi, si è tenuta una nuova udienza davanti al Gup, Pietro Carè, in Corte d'Assise a Catanzaro. Il 12 luglio, l’avvocato Pagliuso avrebbe compiuto 46 anni. Familiari e amici lo ricorderanno, in occasione del suo compleanno, alle 17 nel santuario di Soveria Mannelli con un momento di preghiera.

Processo rinviato ad ottobre

Quella di stamattina è stata un’udienza breve (del processo iniziato a febbraio), nel corso della quale è stata sciolta la riserva sulle prove. Sono stati acquisiti due video e si è mantenuta la riserva per l’acquisizione su altri filmati. Il processo è stato poi rinviato al 22 ottobre. Si sono costituiti parte civile, i familiari della vittima, il Comune di Soveria Mannelli, il Comune di Lamezia Terme, il Consiglio dell'ordine degli avvocati e la Camera Penale di Lamezia Terme. La sorella Antonella Pagliuso, come risarcimento, nelle scorse udienze, aveva chiesto simbolicamente un centesimo di euro "avendo perso la parte migliore di sé e non ritenendo ristorabile o valutabile economicamente la perdita".

Su Marco Gallo, giovane lametino di 33 anni, pende anche l’accusa di essere l’autore di altri due omicidi, quello del dipendente delle ferrovie, Gregorio Mezzatesta, e quello del fruttivendolo Francesco Berlingieri (per il quale è stata arresta anche la moglie) dove, per tali omicidi, in Corte d’Assise, sono in corso due distinti processi. Rimasto coinvolto anche nell’operazione “Reventinum” che, nel gennaio scorso ha interessato persone ritenute vicine e appartenenti alle cosche dell’area montana del lametino (quella dei Mezzatesta e degli Scalise), ha fatto luce sull’efferato omicidio. Proprio dalla rivalità tra queste due famiglie, per gli inquirenti sarebbe maturata la decisione di uccidere l’avvocato.

R.V.

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