Lamezia, lettera di iscritti Pd ai vertici: "Serve cambio di gestione del partito in città"

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Lamezia Terme - "Riteniamo non più procrastinabile il superamento dell'attuale assetto dirigenziale del Pd lametino con l'obiettivo di dar vita ad una nuova gestione collegiale e partecipata". E' uno dei passaggi clou di una lettera sottoscritta da oltre 300 iscritti al Partito democratico di Lamezia e indirizzata nei giorni scorsi al segretario regionale, Nicola Irto e al segretario provinciale, Domenico Giampà, con la quale di fatto "chiedono la testa" del segretario cittadino, Gennarino Masi, puntando il dito sulla mancanza di risposte e "avvertendo la non più rinviabile esigenza di manifestare lo stato di profondo disagio della comunità democratica lametina, a due anni dall’elezione dell’attuale segreteria cittadina, in un momento cruciale per la vita politica della nostra città che tra un anno sarà chiamata ad eleggere il nuovo sindaco e il nuovo Consiglio comunale".

"Da oltre 5 mesi - si legge - gli iscritti al Pd di Lamezia non sono convocati in assemblea dal segretario Masi per concorrere alla definizione della linea politica del partito in vista delle prossime elezioni amministrative che a Lamezia Terme si terranno nella primavera del 2025". Su questo punto, tuttavia, proprio per giovedì 18, Masi ha convocato l'Assemblea in vista della Conferenza programmatica. Sott'accusa anche la gestione politica dei rapporti con le altre forze del centrosinistra. "L’annunciato e poi interrotto, “tavolo delle forze progressiste” - si legge altresì - che avrebbe dovuto a parole delineare un percorso di dialogo e ampio coinvolgimento per la costruzione di un’alleanza progressista in vista delle amministrative, è fallito prima di nascere. Le altre forze politiche e gli altri movimenti progressisti hanno ritenuto non opportuno partecipare a un tavolo convocato dal segretario cittadino senza alcuna previa interlocuzione con i vertici provinciali e regionali del partito; in cui a dettare la linea sono alcune associazioni, individuate personalmente dal segretario, che certamente svolgono una encomiabile attività nella società civile, ma che oggettivamente non rappresentano forze politiche. Assolutamente bizzarro risulta, per i suesposti motivi - si legge altresì - il marcato pregiudizio che il segretario Masi palesa nei confronti del Movimento Bene Comune, che annovera tanti iscritti Pd al suo interno e che ha favorito la composizione della lista del partito alle recenti elezioni provinciali con la candidatura dell’avvocato Rosario Piccioni, a cui, responsabilmente, i vertici provinciali e regionali si sono rivolti, non essendoci a Lamezia, a compendio di questa linea del “meno siamo meglio stiamo”, consiglieri comunali iscritti al gruppo del Pd. E già tale condizione la dice lunga rispetto alla capacità di inclusione della segreteria di Masi, trascurando, per il momento, la gestione delle fasi che hanno portato alle dimissioni della Prof.ssa Aquila Villella e l’adesione del primo dei non eletti della lista Pd al partito Azione”.

E poi ancora, questioni interne e mancati coinvolgimenti, "Dal processo di coinvolgimento e costruzione di un’alleanza ampia, che abbia come perno il Pd, sono state escluse figure istituzionali di primo piano come Amalia Bruni, iscritti di Lamezia con responsabilità regionali e provinciali, è stata messa ai margini la minoranza del partito, come recentemente denunciato sulla stampa da un gruppo di iscritti che hanno candidato al Congresso il giovane Dario Rocca, raccogliendo il 30% dei consensi. E’ normale che una minoranza resti tale per due anni in un partito, senza che alla base vi siano vere fratture politiche ma solo in ragione di un insuperabile stato d’animo personale che contamina la vita, le relazioni e le articolazioni democratiche? E ciò non è ancora più penalizzante se si tratta di giovani che avrebbero il diritto di offrire il loro supporto in un partito ontologicamente vocato al rinnovamento?". La chiosa dei firmatari è che "due anni di segreteria Masi ci portano a un Partito democratico lametino diviso al suo interno, incapace di essere attrattivo e coinvolgente verso le altre forze politiche e civiche dell’area progressista, sicuramente inadeguato a gestire una fase complessa come quella che ci vede proiettati alle prossime elezioni amministrative". Insomma, acque agitatissime nel partito che dovrebbe fungere da "guida" per il centrosinistra lametino ma che invece appare diviso con tante pregiudiziali e continui veti incrociati, frutto di una visione per niente unitaria e assenza di una vera, credibile e autorevole leadership.

A.C.

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