Lamezia, Confintesa: "Precari Sacal chiamati a firmare accordo di cui non conoscono il contenuto"

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Lamezia Terme - Il sindacato Confintesa Catanzaro-Lamezia Terme ha indetto una nuova conferenza stampa in vista dell’appuntamento a cui sono stati chiamati i lavoratori precari dello scalo aeroportuale lametino. Domani, infatti, alle 11, dovrebbero andare a firmare in sede protetta un accordo, nei locali di Confindustria a Catanzaro, di cui i lavoratori non sono a conoscenza del contenuto. Mimmo Gianturco, rappresentante Confintesa precisa: “Stiamo seguendo la vicenda da diversi mesi, una vicenda che vede la richiesta da parte dei lavoratori della legittimazione della stabilizzazione; ovviamente l’azienda risulta essere sorda rispetto alle richieste – e aggiunge – in alcune riunioni sindacali dalle quali Confintesa è stata esclusa, è emerso chiaramente la volontà da parte della società di mantenere la forza lavoro in maniera precaria anche attraverso l’accordo sindacale che si è stipulato in data 6 febbraio”.

L’accordo, a cui fa riferimento Gianturco, ha visto soltanto l’adesione di due sigle sindacali Cgil e Cisl e che, secondo Confintesa, tale accordo andrebbe a complicare ulteriormente quelle che sono le giuste rivendicazione da parte dei lavoratori. Per Gianturco “succede che in questo accordo così come da verbale sindacale, l’azienda pretenderebbe la rinuncia ad ogni azione legale dei confronti di Sacal da parte dei lavoratori e in cambio gli verrebbero stipulati dei contratti a tempo determinato per sei mesi per i prossimi due anni”. Sembrerebbe un vero e proprio àut àut a cui i lavoratori sarebbero chiamati: rinunciare ad ogni azione legale nei confronti dell’azienda in cambio di contratti a tempo determinato.

Gianturco, però, sottolinea che nella giornata di domani ci sarebbero alcune anomalie palesi come ad esempio: “Domani, in sede protetta, ci sarebbero due sindacati che sono lì a tutelare i loro diritti, ma una delle anomalie e che questi lavoratori non sono iscritti a queste sigle sindacali. La seconda anomalia è che questo accordo non lo si conosce, non sappiamo sul verbale di conciliazione, che cosa c’è scritto. Noi abbiamo fatto richiesta - ha continuato - di conoscere quanto meno precedentemente tutto ciò che in esso è riportato. Rispetto a questa situazione che riteniamo che violi il contratto nazionale per diversi aspetti, qui si tratta che i lavoratori purtroppo per necessità e per bisogno si trovano costretti a firmare qualcosa di cui ad oggi a 24 ore dalla firma disconoscono totalmente”.  

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Alla conferenza stampa presente anche l’avvocato Luisa Cimino, che a proposito del verbale dello scorso 6 febbraio ammette: “Si è fatto un passo indietro anche a precedenti accordi e soprattutto a precedenti verbali e riunioni in cui Sacal Gh aveva parlato di stabilizzazioni. Oggi si parla della possibilità di assunzioni a tempo determinato per sei mesi più sei mesi con la possibilità che questi divengano per l’anno 2019/2020 sei mesi più quattro, in tutto ciò, Confitesa che rappresenta 21 lavoratori, non è stata messa al corrente del verbale stilato il 6 febbraio, quindi non c’è, né consapevolezza né conoscenza di questo contenuto, sembrerebbe che viene messo sul piatto la possibilità di stipulare due contratti a tempo determinato uno per il 2019 e uno per il 2020 subordinato ad fatto che i lavoratori debbano effettuare una rinuncia, a cosa ancora non si è capito”. La Cimino precisa che è stato mandata una comunicazione formale come studio legale a Sacal gh e Sacal spa in cui “ho chiesto di essere in nome e per conto dei lavoratori informata preventivamente e convocata al fine di avere contezza del contenuto di questa ipotetica rinuncia che verrà sottoposta ai lavoratori per la sottoscrizione in sede protetta presso Confidustria Catanzaro”. Sia Gianturco che la Cimino precisano infine che “è stato inoltrato un esposto a tutte le autorità, al Ministero dei trasporti, all’ Enac, all’Anac , alla prefettura di Catanzaro, alle segreterie regionali di Cgil e Cisl, alla procura della Repubblica di Catanzaro e di Lamezia Terme, affinché ognuno per le proprie competenze possa intervenire preventivamente per evitare che condotte di questo tipo che sono lesive di diritti costituzionalmente garantiti non vengano poste in essere e affinché i lavoratori possano essere lasciti liberi di autodeterminarsi”.

Antonia Butera

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