Lamezia Terme - Francesco Carito, del Pd lametino, risponde alla lettera che Antonio Pandolfo, anch’esso militante del partito, ha inviato alla segretaria nazionale Elly Schlein in merito alla situazione che si è venuta a creare in città e in provincia, alla luce degli ultimi congressi per rinnovare le cariche delle segreterie provinciali e di circolo. Carito rivolgendosi a Pandolfo scrive: “La premessa che tu stesso hai posto avrebbe dovuto, a mio avviso, impedirti di proseguire con questo racconto, data la tua evidente posizione non super partes. La nostra storia politica condivisa, basata su principi di sincerità e competenza, rende la tua posizione ancora più difficile da accettare. In primo luogo, avrei ritenuto opportuno che tu approfondissi le modalità con cui si è giunto all'individuazione di Doris Lo Moro quale candidata unitaria del centrosinistra. Avresti dovuto chiarire perché, a tutt'oggi, non è stata condotta un'analisi lucida e onesta del voto. Come mai, nonostante la vittoria del centrosinistra sembrasse a portata di mano, siamo riusciti a perdere in modo così evidente? Avresti dovuto menzionare il risultato fallimentare dei partiti e dei movimenti di coalizione, fortemente voluti dalla stessa Lo Moro, che non hanno nemmeno raggiunto il quorum. Avresti potuto spiegare come i sostenitori della candidata sindaco si siano tanto inorgogliti dell'appoggio di sigle meramente formali confluite in due liste che raccolgono meno di mille voti ciascuna. Infine, avresti dovuto motivare la mancata richiesta di figure nazionali del PD durante la campagna elettorale, in favore della sola presenza di Giuseppe Conte”.
Il risultato ottenuto dal Partito Democratico alle recenti elezioni amministrative, precisa “non è altro che il frutto del lavoro individuale di anni di impegno dei singoli candidati, non di un vero lavoro di squadra. Desidero rammentarti che il PD lametino è stato commissariato per mesi, compreso il periodo di campagna elettorale. Per oltre dieci anni, il Partito Democratico lametino è stato diretto dai soliti noti che, in ogni elezione amministrativa, hanno umiliato il partito con candidati improvvisati e privi delle necessarie competenze. Trovo singolare che chi oggi disquisisce di tessere fittizie e "pacchetti" sia in realtà allineato proprio con coloro che, attraverso tali pratiche, hanno guidato il partito per anni, riducendolo in uno stato di frammentazione. Aggiungo un punto cruciale, noto a tutti i tesserati: la tua candidatura a segretario del PD lametino è nata solo 48 ore prima del congresso. A questo proposito, sorge spontanea una domanda: perché ti sei prestato a questa strategia, palesemente concepita per chi voleva far saltare il banco? Qual era l'obiettivo finale? Sinceramente, credevi davvero che gli stessi organi con cui avete interrotto ogni tipo di rapporto sarebbero venuti in vostro soccorso, annullando un congresso regolare e trasparente? Infine, per completezza, desidero richiamare alla tua memoria e a quella di chi ti ha spinto a scrivere questa serie di racconti, il reale svolgimento dei fatti accaduti al congresso di alcune settimane fa”.
In merito alle votazioni dello scorso 28 giugno nel partito evidenzia: “Il programma prevedeva l'insediamento del seggio alle 8:00 e l'apertura delle votazioni alle 10:00. Il primo candidato alla segreteria cittadina, il tuo avversario, era presente al seggio alle 8:00 in punto, senza il suo "sfidante". Il gruppo da te sostenuto si è presentato a circa mezz'ora dall'apertura delle votazioni, quando la sala stava già iniziando a riempirsi di tesserati pronti a votare. Alle 10:00 in punto, come da programma, è stato aperto il seggio, ma da parte del tuo gruppo sono arrivate pretese, con toni poco ortodossi, di una discussione che avrebbe dovuto svolgersi tra le 8:00 e le 10:00 (forse era più importante riposare un po', a scapito di chi era lì dalle 7:00 del mattino per organizzare l'evento). Abbiamo anche considerato la possibilità di iniziare una discussione a seggio aperto, visto che alcuni tesserati dovevano votare e poi andare via. Da parte vostra, però, ci sono state solo urla e offese personali, e in un paio di casi anche minacce. Senza dimenticare la contestazione della postazione per il rinnovo tessere, situata a soli cinque metri dall'urna, come da esplicita richiesta dell’ex Segretario commissariato, e gestita da un membro degli organismi di garanzia. Conoscendo molti di voi, mi viene da pensare che si sia trattato di una pura strategia, già pianificata in previsione di una sconfitta. Fortunatamente, dopo il vostro abbandono, le operazioni di voto sono proseguite in modo civile ed educato, con interventi costruttivi da parte di molti militanti. Tutto ciò è avvenuto sotto gli occhi degli organismi di garanzia. I numeri sono stati impietosi: i voti raccolti dalla mozione Paola rappresentano oltre il 50% dei tesserati del PD lametino. Ciò che emerge dai vostri atteggiamenti è il disperato tentativo di recuperare un "giocattolo" che avete trattato come una vostra proprietà. Nonostante i numerosi ricorsi bocciati, insistete a livello nazionale senza addurre argomentazioni valide, se non menzogne e ipocrisia. Mi sembra evidente che anche questo ricorso ti verrà respinto e sono sicuro che a quel punto passerete alla fase due: cercare di distruggere definitivamente quello che consideravate il vostro giocattolo".
Infine, sottolinea: “ricorda che nella vita, e nella politica in particolare, bisogna saper perdere prima che saper vincere. Voi avete comunque la fortuna di avere di fronte a voi un segretario col quale fare squadra e con il quale è possibile ragionare. Nonostante la vostra assenza dal direttivo, sempre per vostra scelta, avrete la possibilità di essere coinvolti in ogni iniziativa del partito. P.S. Anch'io ho sostenuto Gianni Cuperlo all'ultimo congresso nazionale, ma non si tratta di una competizione a chi si schiera prima con la Schlein. Anzi, chiunque lo desideri è il benvenuto nell'area della Segretaria nazionale”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA