
Lamezia Terme - Il Consiglio comunale di Lamezia Terme ha approvato un documento unitario di condanna dopo gli ultimi atti intimidatori nei confronti di alcuni esercizi commerciali del centro. Un Consiglio comunale, tuttavia, segnato da attimi di polemiche con parte della minoranza, in particolare con i consiglieri Gennarino Masi e Doris Lo Moro del Pd, esclusi - a loro dire -dalla mancata possibilità di parlare. Ma andiamo con ordine. All'Assemblea civica, riunita in forma straordinaria e aperta erano presenti imprenditori, Enti e Associazioni di categoria. Fra i presenti, il presidente del Tribunale, Giovanni Garofalo, il vescovo, Serafino Parisi, e i vertici delle forze dell'ordine cittadine.

In apertura, l'introduzione al tema della giornata da parte della presidente del Consiglio comunale, Maria Grandinetti che ha parlato di un momento di "ascolto, unità e confronto". La nostra comunità - ha evidenziato - non si piega alle intimidazioni". Quindi, l'intervento del consigliere, Giancarlo Nicotera che ha salutato i ragazzi delle scuole medie, Perri-Pitagora e Ardito. Ragazzi che hanno aperto l'Assemblea con l'inno di Mameli. Ha poi parlato di un "momento unitario di condanna degli ultimi episodi e che la città non vuole tornare indietro". Subito dopo, incomprensione sulla modalità degli interventi con la presidenza. Come detto, i consiglieri del Pd, Gennarino Masi e Doris Lo Moro, hanno lamentato il diritto ad intervenire da parte di più consiglieri e non solo del capogruppo di ogni schieramento. Quindi, l'avvio con gli interventi delle autorità. Il presidente del Tribunale, Garofalo ha parlato di "massima collaborazione con gli enti preposti e con il Comune". Accennando ai temi della giustizia.
Dal Vescovo Parisi, il sostegno e la vicinanza della Chiesa: “Come Chiesa lametina - ha detto - stiamo adoperandoci per dare un'immagine diversa, per stare con gli altri. Occorre un lavoro di formazione delle coscienze". Antonio Montuoro, neoassessore regionale, ha evidenziato la "sinergia fra le istituzioni e di un tessuto sociale che deve dire no a questi fatti. Come Regione - ha detto - vogliamo investire sui giovani con le giornate della legalità. Questo consiglio comunale aperto deve lasciare un segno tangibile. Ma dobbiamo far capire alla nostra classe imprenditoriale che bisogna denunciare, e noi dobbiamo far sentire tutta la nostra vicinanza e sostegno. Dobbiamo aprire un tavolo permanente di confronto, anche con l'aiuto della nostra Diocesi". Vicinanza è stata espressa dal presidente della Camera di commercio, Pietro Falbo. "Gli ‘ndranghetisti devono essere isolati e ogni commerciante e imprenditore deve sapere che noi siamo vicini". In seguito, l'invito da parte dei rappresentanti della Coldiretti della Confcommercio Lamezia, alla denuncia.

Maria Teresa Morano dell'Ala Lamezia, ha espresso soddisfazione per la convocazione del Consiglio comunale. "Gli ultimi episodi preoccupano ma lasciamo lavorare le forze dell'ordine. Io penso che ci siano anche imprenditori che non hanno paura. In passato abbiamo visto che alcuni imprenditori non hanno parlato, hanno negato. E questo per onestà bisogna dirlo. L'Ala in questi anni ha dimostrato agli imprenditori che si può denunciare e che è necessario schierarsi. La città non può tornare indietro e deve guardare avanti, però ognuno deve fare la sua parte fino in fondo". Anche da Salvatore De Biase, in rappresentanza dell'Associazione San Nicola, un forte messaggio di solidarietà e vicinanza. "C'è necessità di un'indignazione corale. A Lamezia esiste un tessuto sano per arginare il malaffare". De Biase ha proposta l'istituzione di una Commissione consiliare permanente sulla legalità.
Dopo la rinuncia, di Doris Lo Moro e Gennarino Masi a parlare, il sindaco Mario Murone ha espresso la propria contrarietà dopo la decisione dei due esponenti del Pd di parlare, stigmatizzando "il cattivo esempio dato all'Aula e agli ospiti". Mettendo poi in risalto l'impegno fin da subito come la riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. "Abbiamo ritenuto convocare questo Consiglio per dare un segno di vicinanza e di sostegno alle forze dell'ordine. Quello che serve, insieme alle telecamere e al rafforzamento dei controlli, è la presa di coscienza civile. Dobbiamo essere testimoni quotidiani di legalità".

Le dichiarazioni alla stampa di Doris Lo Moro: "A qualcuno faceva paura che parlassero tutti"
"La prima denuncia sui fatti che di cui stiamo discutendo qui oggi - ha detto Doris Lo Moro - è stata del Partito Democratico e della sottoscritta, e la richiesta di Consiglio comunale è stata di Azione quindi, mettere il cappello sempre e comunque sulle cose, è una pessima abitudine, poi un Consiglio comunale aperto serve per discutere. I consiglieri non sono blindati o devono soltanto applaudire, anche perché pensare che ci possa essere l'unanimità nel contrasto alla criminalità è una cosa giusta sacrosanta e che condividiamo, ma pensare che si possono avere le stesse idee su come si fa il contrasto, è del tutto un'ipotesi, ed è un'ipotesi veramente inverosimile e allora cosa è successo oggi?".

"È successo - ha stigmatizzato la Lo Moro - qualcosa di spiacevole perché io non avrei chiesto neanche la parola per il rispetto delle regole non aspetto Murone. A qualcuno faceva paura, evidentemente, che parlassero tutti i capigruppo perché devono tacere. Questo Consiglio comunale è delicato perché cade a due giorni da una notizia data dalla stampa sulla condanna per evasione fiscale di un assessore. Il sindaco ha già risposto che lui rispetta la legge. Io penso che dal punto di vista della dignità delle istituzioni, e della credibilità delle istituzioni, non si può solo rispettare la legge. Poi c'è la Costituzione prima ancora della legge, l'articolo 54 della Costituzione parla di dignità e onore. Allora l'interrogativo: se è giusto in una città difficile come la nostra, ignorare una condanna per evasione fiscale da parte di un assessore che ha la delega dei rapporti con il Consiglio comunale. È un interrogativo legittimo, bene avrebbe fatto il primo cittadino ad assumersi la responsabilità, prima ancora di questa riunione a parlarne. Quella che è mancata oggi, è la credibilità di un sindaco che si trincera sotto dati formali per non parlare della realtà".
A. C.







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