Lamezia Terme - "La situazione della presenza di comunità rom a Lamezia Terme è alla costante attenzione del Ministero dell’Interno che, tramite la rete delle Prefetture, persegue l’obiettivo di superare le situazioni di illegalità e di degrado tipiche dei campi rom, affiancando le amministrazioni locali nelle iniziative di loro competenza". Lo ha detto Matteo Piantedosi, ministro dell'Interno, rispondendo al question time alla Camera. "Anche la Regione Calabria sembra muoversi in piena sintonia con tale impostazione, avendo stanziato 8 milioni di euro per un progetto di delocalizzazione e di socializzazione della popolazione rom di Scordovillo, che conta circa 90 nuclei familiari situati in baracche di fortuna - ha affermato - Il progetto prevede la delocalizzazione in alloggi già in proprietà di Aterp e di nuova acquisizione anche da privati, al fine di garantire adeguate ed alternative soluzioni alloggiative, per poi procedere alla demolizione dell’accampamento e alla relativa bonifica dell’area".
"Negli incontri svolti dal Prefetto di Catanzaro sulla tematica, il Sindaco di Lamezia ha preannunciato, interprete anche del disagio dei cittadini delle aree urbane vicine, il rilancio di un’azione comunale più incisiva su quella zona, per più decisi interventi di contrasto alle marginalità ed il ripristino di generali condizioni di legalità - ha aggiunto - Sul piano della sicurezza, la Prefettura ha attivato mirati servizi interforze di vigilanza, anche avvalendosi delle unità del Reparto prevenzione Crimine della Polizia di Stato e delle Squadre di Intervento Operativo dei Carabinieri, per un impiego straordinario nel controllo del territorio, in supporto alle Forze di Polizia e alla Polizia Municipale che già vi operano in via ordinaria".
"Queste misure andranno a integrare i servizi straordinari riferiti al cosiddetto 'focus ‘ndrangheta', predisposto con cadenza settimanale e finalizzato all’intensificazione della presenza delle Forze di polizia in contesti ad alta densità criminale - ha proseguito - Questo e i controlli periodici all’interno dei campi, finalizzati alla prevenzione e alla repressione dei reati, sono le modalità ritenute più efficaci per garantire la sicurezza rispetto a un mero presidio statico"."Dopo anni di immobilismo e di incapacità di progettare alternative sul piano sociale e culturale, le associazioni che monitorano il fenomeno registrano segnali di incoraggiante decremento del numero degli insediamenti formali e informali di comunità rom e sinti e delle presenze negli insediamenti esistenti su tutto il territorio nazionale. Basti pensare che, da quando questo Governo è in carica, la stima di tali presenze segna un calo da circa 16 mila persone a poco più di 13 mila. Si tratta di continuare ed intensificare l’azione inter-istituzionale volta a superare gli insediamenti ancora presenti, creando alternative concrete e durature di ripristino della legalità e di lotta al degrado e alle marginalità", ha concluso Piantedosi.
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