Occhiuto si dimette, attesa la formalizzazione in Consiglio regionale: Calabria verso nuove elezioni - Reazioni

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Catanzaro – Dopo l’annuncio a sorpresa fatto sui social, il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, dovrà formalizzare, probabilmente nel corso della prossima settimana, la decisione di dimettersi dall'incarico. Dopo la presa d'atto del Consiglio, sarà stabilita la data delle elezioni.

L'annuncio di Occhiuto

“Ho deciso di dimettermi, ma ho deciso anche di ricandidarmi, ho deciso di dire ai calabresi: siate voi a scrivere il futuro della Calabria, siate voi a dire se la Calabria si deve fermare o se questo lavoro deve proseguire. Tra qualche settimana, quindi, si andrà a votare, e saranno i calabresi a decidere il futuro della Calabria, non altri”, ha annunciato così il presidente Occhiuto in un video sui social. La decisione, dopo l’indagine in corso per corruzione che lo vede coinvolto. Il governatore ha dichiarato di aver chiarito tutto ai magistrati e si è sempre professato estraneo ai fatti. La Calabria, quindi, una volta formalizzate le dimissioni, si prepara a tornare al voto.

Secondo quanto previsto dallo statuto vigente, all’articolo 33 (Presidente della Giunta regionale) commi 5 e 6 si legge: “si procede parimenti a nuove elezioni del Consiglio e del Presidente della Giunta in caso di rimozione, impedimento permanente, morte, incompatibilità sopravvenuta e dimissioni volontarie del Presidente”, e, ancora: “Il Presidente della Giunta e la Giunta rimangono in carica fino alla proclamazione del nuovo Presidente”.

Non vi è, quindi, un termine predefinito secondo lo statuto della Regione Calabria per l’indizione di nuove elezioni a seguito di dimissioni del Presidente. Ma l’articolo 5 della legge statale 165/2004, prevede che “Gli organi elettivi delle regioni durano in carica per cinque anni, fatta salva, nei casi previsti, l'eventualità dello scioglimento anticipato del Consiglio regionale. Il quinquennio decorre per ciascun Consiglio dalla data della elezione e le elezioni dei nuovi Consigli hanno luogo non oltre i sessanta giorni successivi al termine del quinquennio o nella domenica compresa nei sei giorni ulteriori”.

Nell’anno in corso sono previste le elezioni regionali nelle Marche che si svolgeranno il 28 e 29 settembrePer quanto riguarda la Calabria, guardando alla prassi recente, si ricorda che in seguito alla morte della presidente Jole Santelli avvenuta il 15 ottobre 2020, (è stata la prima presidente donna della Calabria eletta nel gennaio 2020) il Consiglio regionale fu sciolto il 10 novembre. Divenne presidente ad interim della regione Calabria l’allora vicepresidente Nino Spirlì. In quella circostanza non seguirono elezioni entro 60 giorni, a causa della pandemia di Covid-19 in atto. Queste si svolsero il 3 e 4 ottobre 2021.

Le reazioni alle dimissioni di Occhiuto

Salvini: “Occhiuto ha fatto bene a dimettersi”

"Oggi c'è la notizia che si vota in anticipo anche in Regione Calabria: ha fatto bene il governatore Occhiuto" a fare un passo indietro "piuttosto che tenere la macchina ferma aspettando mesi e mesi per le indagini, chiede la fiducia non ai magistrati ma ai cittadini". Lo ha detto riferendosi alle dimissioni rassegnate dal presidente della Calabria, Roberto Occhiuto, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, alla festa della Lega Romagna in corso a Cervia, nel Ravennate.

Pd Calabria: “Dimissioni Occhiuto tattiche interne a maggioranza”

"Si conferma un poltronista". È il commento del Pd Calabria, guidato dal senatore Nicola Irto, alle dimissioni a sorpresa di Roberto Occhiuto dalla presidenza della Regione Calabria. "Si tratta - affermano i dem calabresi - di un'azione legata a tattiche interne alla propria maggioranza, che da tempo ha preso le distanze da lui, come fin troppo evidente. Ha dato un messaggio subliminale rivolto ai suoi e forse ha voluto nascondere i riflessi delle sue vicende giudiziarie. In sostanza, ha compiuto un blitz usando le istituzioni per il proprio tornaconto politico e senza il minimo scrupolo, anche perché tra un anno non l'avrebbero ricandidato e gli avrebbero dato il benservito. È chiaro che stava rimuginando e poi ha calcolato tutto: forme, modi e tempi". "La Calabria - continua la nota del Pd - merita un futuro migliore e non deve essere piegata dall'opportunismo di un politico che ha fallito nella sanità e nell'intera gestione regionale, che ha mescolato pubblico e privato e offerto il peggiore esempio di autoritarismo, fame di potere e ambiguità amministrativa, arrivando perfino a sostenere, senza fare nomi, che in Regione c'è chi non firma, che sa di accusa contro la Procura". "Adesso - concludono i dem calabresi - bisogna schierarsi senza paura per sconfiggere, tutti uniti, un modello di governo segnato dall'arroganza, dall'arrivismo e dall'autoreferenzialità. Per restituire ai cittadini diritti, dignità e speranza".

Bonelli: “Dimissioni Occhiuto mossa spregiudicata”

"Occhiuto si è dimesso da presidente della Regione Calabria annunciando che si ricandiderà. Sceglie la strategia del vittimismo perché è sotto inchiesta per corruzione e accusa la politica di bloccarlo. Ma non è lui il presidente della Regione?". Così in una nota Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde. "In realtà - prosegue - Occhiuto si dimette anticipando di poco meno di un anno le elezioni regionali rispetto alla scadenza naturale, perché Fratelli d'Italia avrebbe rivendicato la guida della Regione, considerando che Forza Italia — con l'8% — ha quattro presidenti di Regione, mentre il partito della Meloni, che ha il 27%, ne ha solo due: Marche (ancora per poco) e Abruzzo". "La mossa di Occhiuto - prosegue - è contro il centrodestra e rappresenta un uso spregiudicato delle istituzioni: si dimette per evitare di non essere candidato tra meno di un anno. Noi, come AVS, siamo pronti alle elezioni. Abbiamo uomini e donne di governo in grado di guidare la Regione e di cacciare il malgoverno della destra, che ha messo in ginocchio il territorio, la sanità e i trasporti", conclude.

Gasparri (FI): "Occhiuto si rimette in gioco e vincerà la sfida"

"L'indagine su Occhiuto non riguarda la Regione. Aveva una società privata che ha chiuso, separandosi da un altro socio. C'è un'inchiesta in corso, vedremo come andranno le cose, ma non si tratta di un problema che coinvolga la gestione regionale. Poiché questa situazione genera incertezza, Occhiuto ha informato i leader della coalizione della sua intenzione di dimettersi e di ricandidarsi. Credo che tutta la coalizione abbia già garantito il proprio sostegno, quindi si andrà presto al voto. L'inchiesta farà il suo corso, ma qui entra in gioco anche un altro tipo di giudizio: non quello di Gasparri o di Conte, ma quello degli elettori. Gli elettori non sono un tribunale, ma rappresentano comunque uno strumento di valutazione democratica. Se vorranno cambiare, potranno farlo scegliendo altri candidati. Occhiuto si sottopone così a un doppio giudizio: quello della magistratura, che proseguirà, e quello democratico, che rappresenta un momento di verifica. Se i cittadini vorranno cambiare, avranno l'occasione per farlo, lui si rimette in gioco e vincerà questa sfida". Lo dichiara il presidente dei senatori di FI, Maurizio Gasparri, a Agora su Rai3.

Orrico (M5s): "Sopravvivenza politica unica visione di Occhiuto"

"Occhiuto si dimette così come ha governato la Calabria: tramite annunci. Un altro messaggio affidato ai social dove, da par suo, modella la realtà a proprio uso e consumo per uscire dall'angolo al quale era stato costretto da questioni giudiziarie personali e dalla sua parte politica stanca di un decisionismo esasperato sconfinante nel divismo". Lo afferma la deputata Anna Laura Orrico, coordinatrice regionale del Movimento 5 stelle. "Ma, soprattutto - prosegue - svela definitivamente sé stesso, visto che nel suo orizzonte non c'è nessun altro all'infuori di lui e della sua cerchia. Problemi a condurre il vapore a proprio piacimento? Mandiamo i calabresi alle urne. Come fosse un gioco. O meglio, un nuovo strumentale calcolo politico. Avremmo capito - prosegue l'esponente pentastellata - se l'avesse fatto perché ha svenduto la propria terra votando per l'Autonomia differenziata, fallito col rilancio della sanità pubblica a favore di quella privata oppure abbracciato il Ponte sullo Stretto quando il suo governo scippava la Calabria dei fondi del Pnrr per l'Alta velocità dei treni. Ma l'ennesimo colpo di teatro dettato dalla sua spregiudicatezza proprio no, non va". "E invece - conclude Anna Laura Orrico - niente pudore, nessuna assunzione di responsabilità: ora, come un monarca, rivendica l'ennesima poltrona spettante per diritto. Ecco a voi l'autodenuncia di Occhiuto, o meglio, il suo manifesto programmatico: la sopravvivenza politica. Sappia che ci sono, invece, donne e uomini pronti a costruire un'alternativa mettendo al primo posto il bene comune".

Cristallo (Pd): "Dimissioni Occhiuto gesto da viceré"

"Il 31 luglio, mentre la Calabria affronta l'ennesima estate segnata da emergenze sanitarie, carenze infrastrutturali, incendi ovunque e diritti fondamentali negati, Roberto Occhiuto sceglie il colpo di teatro a mezzo social. Nel video appare sicuro, il sole in fronte, in un cantiere aperto. Ma dietro quell'immagine costruita si nasconde una gestione del dissenso che non dialoga: punisce". Così in una nota Jasmine Cristallo, della direzione Nazionale del Partito Democratico.    "Lancia accuse con fermezza - prosegue - mentre ostenta sicurezza. Poi sospende tutto. Risponde con un atto assoluto, verticale, personalistico: si dimette per potersi ricandidare. Un gesto che piega le istituzioni alla narrazione del singolo, non ai tempi reali e alle urgenze concrete della Calabria. Accusa altri di aver 'fermato' il governo regionale, ma è lui a congelare tutto. Blocca la Regione. Per 'ripartire', sì, ma da sé stesso. Una prova ulteriore di un potere che interpreta il governo non come servizio alla comunità, ma come esercizio del proprio controllo. C'è chi ha presentato questa decisione come una mossa astuta - afferma Cristallo - un'operazione abilissima per sottrarsi al logoramento interno e rafforzare la propria leadership. Ma è un gesto da viceré, non da presidente eletto. "Perché in quella scelta - afferma Cristallo - c'è una confusione di fondo: si scambia il mandato ricevuto per un titolo personale, la funzione pubblica per proprietà privata. Ma la Calabria non è un feudo. E i calabresi non sono sudditi. Quando ogni voce critica viene liquidata come invidia o ostilità, si rivela non forza, ma fragilità. Nel racconto dell'uomo accerchiato da 'politici di secondo piano' o 'odiatori', emerge l'incapacità di sostenere il peso della democrazia. La verità è semplice: la Calabria non è stata fermata da una congiura. È stata bloccata in questi anni da un modello di potere verticistico, autoreferenziale, costruito attorno a una sola figura. Dimettersi per ricandidarsi - prosegue l'esponente dem - non è cercare legittimazione popolare, quella l'aveva già avuta. Oggi, è un azzardo istituzionale. Un atto che destabilizza e sposta il baricentro dalla collettività alla biografia del singolo. È l'ennesimo capitolo di una leadership fondata sull'apparenza mediatica, sull'immagine, ma che ha disertato la costruzione di processi politici condivisi e democratici. Insomma, Occhiuto ha comunicato molto, ma ha governato poco. Oggi - conclude Cristallo - è la Calabria che deve tornare al centro. Non come sfondo di una narrazione personale, ma come priorità politica, sociale, umana. È la Calabria delle tante emergenze non ascoltate, delle comunità dimenticate, delle promesse non mantenute".

Tucci (M5s): "Occhiuto ha fallito. I calabresi lo puniranno col voto"

"Roberto Occhiuto ha fallito. Il colpo di teatro delle dimissioni con contestuale ricandidatura serve a nascondere un'azione amministrativa giunta oramai al capolinea per scarsa visione, mancata programmazione e manifesta incapacità". Lo dichiara in una nota il parlamentare del Movimento 5 stelle Riccardo Tucci all'indomani delle dimissioni del Governatore annunciate via social."Una mossa d'azzardo spregiudicata, quella del presidente - sottolinea Tucci - giocata sulla pelle dei calabresi stremati, che ben altro si aspettavano da lui, a cominciare da quel cambiamento sempre propagandato nei suoi video social, ma mai visto nella realtà. La Calabria in questi anni non è migliorata in nessun ambito: non è migliorata nella sanità (si pensi alle liste d'attesa bibliche), non è migliorata nelle infrastrutture (solo ieri lo scippo di circa 10 miliardi sull'alta velocità ferroviaria Salerno- Reggio), nei servizi (depurazione fatiscente nonostante le centinaia di milioni spesi). Le classifiche sulla qualità della vita degli istituti demoscopici ci vedono sempre relegati nelle ultime posizioni. Tutto ciò nonostante Occhiuto avesse preteso e ottenuto i "pieni poteri", a partire dalla sanità. La sua egopolitica non ha giovato alla Calabria, anzi. "Ma il governatore, com'è consuetudine dalle parti della destra - prosegue Tucci - fa la vittima, addebitando il suo fallimento a non meglio specificate figure politiche di "secondo piano" (se sono tali, come fanno a fermare lui, primo della classe?), a fantomatici odiatori o a pavidi dirigenti regionali (molti da lui nominati) che "temono la firma" finendo per bloccare l'azione amministrativa. Vittimismo e complottismo della peggiore specie, espresso con modalità passive aggressive. Come fa con la magistratura. Prima - bontà sua - dice che i magistrati devono fare il loro mestiere e che non ha nulla da temere, poi, un secondo dopo, li accusa di aver, negli ultimi 30 anni, messo sotto inchiesta presidenti di Regione, i cui procedimenti si sono conclusi nel nulla. La verità è che Occhiuto è in forte difficoltà. Non ha risultati significativi da vantare e la sua pericolosa commistione di interessi pubblici e privati gli ha giocato un brutto scherzo".  "La mossa disperata delle dimissioni - conclude il parlamentare- non gli servirà a salvare la faccia e i calabresi glielo dimostreranno nelle urne mandandolo a casa".

Gruppo del Pd: “Un atto strumentale”

Le dimissioni di Roberto Occhiuto da presidente della Regione Calabria non sono un gesto di responsabilità o di coraggio, ma l’ennesima operazione strumentale, dettato dalla sua spregiudicatezza e irriguardoso nei confronti dell’Istituzione che rappresentava”. A sostenerlo è il gruppo del Pd in Consiglio regionale tramite una nota stampa. “Se c’è una fortuna in questa vicenda – proseguono i consiglieri dem - è che il fallimento della sua gestione si interrompe prima del termine naturale della legislatura. Adesso, però, Occhiuto sia coerente con sé stesso e lasci immediatamente anche la carica di Commissario alla Sanità e di Commissario straordinario per la costruzione dei nuovi ospedali. Non è accettabile che proprio chi ha accumulato ritardi clamorosi, generato caos nei pronto soccorso, lasciato interi territori senza servizi di base e bloccato cantieri essenziali continui a gestire fondi pubblici, appalti e prebende a fini clientelari in campagna elettorale. La Calabria ha bisogno di trasparenza, serietà e di una guida capace di risolvere problemi e non di usarli come spot elettorali. Non permetteremo che si continui a giocare sulla pelle dei calabresi e sul diritto alla salute anche in campagna elettorale”.

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