Verso le Regionali, ufficializzata a Lamezia la candidatura di Tridico. Irto: “Segnale straordinario di unità del centrosinistra”

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Lamezia Terme - “Un dato politico straordinario mettete attorno a una candidatura, attorno a un programma, attorno a una coalizione larghissima, è un segnale straordinario, un segnale di unità larghissima. Noi abbiamo fatto tesoro degli errori del passato si arriva a una coalizione larga, un centrosinistra larghissimo, unito, per battere alla destra che sta pensando solo ed esclusivamente per il potere e non ai bisogni dei calabresi”. Così, il segretario del Pd calabrese, Nicola Irto al termine del Tavolo del centrosinistra che si riunito a Lamezia Terme per ufficializzare la candidatura di Pasquale Tridico alla presentazione presidenza della Regione Calabria. Presenti i rappresentanti regionali di Pd, M5S, Avs, Federazione riformista, Psi, Italia viva, Azione, +Europa, Partito repubblicano, Demos, Mezzogiorno federato, Rifondazione comunista.

“Per quanto riguarda il Partito democratico siamo particolarmente contenti. Noi - ha aggiunto Irto - abbiamo fatto una direzione regionale che ha provato la linea di una coalizione larga, noi potevamo esprimere il candidato alla presidenza e abbiamo deciso in maniera larga di essere garanti di una coalizione e costruttori di una coalizione molto larga con Pasquale Tridico per cambiare davvero la Calabria e dare un governo regionale di cambiamento”. Sul profilo di Tridico e la scelta di candidarlo, il segretario del Pd è stato chiaro “è riuscito intanto a trovare il consenso di tutte le forze politiche, ripeto, larghissime che si sono sedute al tavolo di centrosinistra e poi perché è una figura che viene vista un po' anche fuori quota rispetto ai partiti, viene vista un po' anche con una figura di tecnico che è riuscito nella sua storia a essere al di là dei partiti, quindi tutti gli hanno dato una riconoscibilità, gli hanno dato la forza di riconoscerlo come un candidato che può raccogliere il consenso anche di forze politiche molto diverse tra di loro”.

“Il programma - ha detto Irto - noi l'abbiamo già iniziato a discutere nella prima riunione che abbiamo fatto. Un lavoro già si è avviato, oggi si concretizzerà ancora di più, si farà un altro passo in avanti, sicuramente nei prossimi giorni poi sarà ufficializzato anche il programma che per quanto riguarda il Partito democratico deve essere un programma snello, chiaro, con pochi punti ma efficaci partendo appunto dalla sanità pubblica e da una riforma della sanità calabrese che il centrodestra non ha voluto e non ha avuto la capacità di fare”. Anche Irto ha confermato che l’idea del Reddito di dignità sarà un tema centrale del programma.

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“Gli indicatori - ha affermato il segretario regionale del Pd - dicono che c'è una gigantesca platea purtroppo di cittadini calabresi che vivono in condizioni di povertà. Questo è un tema che c'è, questo è un tema che dovrebbe riguardare tutti, al di là delle formule, al di là dei titoli, lo affronteremo con la coalizione, sicuramente è un tema che non ci si può girare dall’altra parte, rispetto ad una regione che diventa sempre più povera, una regione che perde i suoi abitanti per, diciamo così, per mandarli in altri territori per andare a lavorare. Si scappa per non morire di fame o non morire di malattie in Calabria. Purtroppo, è questo il dato drammatico che abbiamo davanti oggi”.  Irto ha risposto alle domande sulla vicenda giudiziaria che riguarda il presidente uscente, Roberto Occhiuto. “L’abbiamo sempre detto, dei problemi giudiziari se ne occupa la magistratura, non se ne occupa la politica. Resta un fatto perché lo spaccato esce fuori. Uno spaccato - ha proseguito Irto - in cui c'è un tema di come vengono utilizzate le risorse pubbliche e su quello non si può tornare indietro, non si può far finta di niente, non ci si può girare dall'altra parte, quindi la trasparenza e chiarire che con le risorse dei calabresi bisogna essere chiari. Dove vanno a finire? Come vengono utilizzate? Mi pare che sia un elemento di cui la politica deve interrogarsi, deve discutere, deve parlare”.

Antonio Cannone

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