Lamezia Terme - “Questa unzione è la consacrazione a Dio delle nostre fragilità e della nostra insignificanza”. Così il Vescovo Serafino Parisi nella messa del Crisma celebrata in Cattedrale. Con oggi, entrano nel loro momento più intenso e significativo le celebrazioni religiose per la Pasqua, una celebrazione ,quella di oggi, che ha voluto significare l’unità dell’intera chiesa e dei suoi sacerdoti attorno al proprio vescovo. La messa del Giovedì Santo ha voluto quindi suggellare questo legame. Alla celebrazione erano presenti i membri del clero diocesano (presbiteri e diaconi).
Come consuetudine dopo l’omelia del Vescovo Parisi i presbiteri hanno rinnovato le promesse da loro fatte nel giorno della loro ordinazione sacerdotale. Nella sua precisa Omelia Il vescovo ha sottolineato l’importanza delle figure sacerdotali e religiose, quali portatrici di massaggi di vita, speranza, comunione e ‘Parola’. “Si esigono figure sacerdotali per assaporare il prezioso dono di Dio, quindi anche il rinnovamento di questi impegni solenni, le promesse sacerdotali sono mezzi utili affinché l'umanità si rinnovi e si ritrovi in sé stessa”. Parisi nella sua omelia ha dato un importante fondamento al significato dell’olio già fonte, in sé, di nutrimento, ma anche di “gioia, sollievo e letizia. L’unzione è quindi la consacrazione al Signore delle nostre diverse fragilità, della nostra insignificanza e debolezze. Infatti, a differenza nostra Lui le cose fa per bene, perciò celebrandogli la nostra fedeltà, la figura dell'olio torna a essere fondamentale perché dona alle nostre membra, devitalizzate, nuova vitalità”.
“Questo è l'olio della gioia è vuole esserlo con i suoi carichi di positività e di vita pregiata, infine, in questi sentimenti positivi legati alla felicità dobbiamo tessere i nostri legami di fraternità. Siamo sempre amati dal Signore e dal suo grande abbraccio. Il Signore - ha proseguito - con l'olio, e, tramite questo olio consacrato dà vitalità alle nostre membra devitalizzate. “La vita, ha poi spiegato, deve essere spesa gratuitamente partendo dalla misericordia, perché quando uno perdona dona linfa vitale all'altro e alla propria stessa vita. Letizia e gaiezza comune di cui noi dobbiamo esserne portatori”. Nel finale lo stesso Parisi rivolge un forte augurio a se stesso e hai presenti alla messa”.
Francesco Ielà
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