Lamezia, Liotta (Pd): "Su bonifica Scordovillo fallimento del centrodestra"

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Lamezia Terme – “Una storia senza fine quella dei cittadini italiani di origine rom”. Così, Milena Liotta del Pd che, sottolinea: “Nonostante l’impegno formale assunto per la bonifica del campo di località Scordovillo e della cosiddetta “Ciampa di cavallo”, vere discariche a cielo aperto, con cui sono costrette a convivere numerose famiglie, ancora oggi si registra un nulla di fatto”.

Per la candidata “il dato più sconcertante è che per l’ennesima volta lo Stato impegna milioni di euro per la “questione” rom, un problema che accompagna (e continua ad affossare) la città. E mentre l’intera Calabria soffre la secolare “questione” meridionale, il dissesto idrogeologico e la ’ndrangheta, la città di Lamezia ha anche il “privilegio” di avere il più grande campo rom del Mezzogiorno che si estende per più di 25.000 metri quadrati: una centralità che è una zavorra. Un tema per il quale, dal lontano 1982, ha visto il Consiglio comunale perennemente impegnato in defatiganti dibattiti, piuttosto che per sviluppare idee di sviluppo del territorio. Un problema igienico-sanitario, ambientale e sociale grave di una città succube e indifesa dalle istituzioni preoccupate di considerare la cittadinanza dei rom soltanto uno status giuridico che riconosce la pienezza dei diritti civili e politici, dimenticandosi che per gli altri cittadini viene fatto valere anche il campo dei doveri. Un fardello che, nelle azioni pratiche, non viene invece caricato sui cittadini rom lasciati, con varie forme di tolleranza, nella condizione di poter godere di ampi spazi di libertà”.

“Dopo mezzo secolo di inutili tentativi di integrazione che hanno avuto un costo salato per lo Stato, ora – dichiara il conclusione Liotta - vengono impegnati altri otto milioni di euro per l’ennesimo progetto di integrazione, nonostante i precedenti tentativi che hanno registrato il più totale fallimento. Anzi, il risultato è sotto gli occhi di tutti: si è passati da un unico campo orizzontale a diversi “campi verticali” sparsi nel territorio (la “Ciampa di cavallo”, Savutano, San Pietro Lametino) che costituiscono vere e proprie comunità rom verticali, che pregiudicano le normali forme del vivere civile con grave danno per i valori immobiliari delle costruzioni e delle aree adiacenti. Ci si dimentica cioè che esistono anche i diritti umani di chi tenta di vivere, con grandi sacrifici, nella normalità. I veri discriminati continuano ad essere quei cittadini che tentano di vivere nella dignità dei comportamenti. Ancora più paradossale è il progetto in corso di attuazione che prevede il trasferimento delle famiglie rom con “propinato con l’espressione altisonante di”, che concretamente significa diffusione e moltiplicazione della “questione” rom, cioè di quei cittadini che godono dei diritti civili e politici, ma senza il fastidio dei doveri”. 

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