Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla per combattere disturbi del comportamento alimentare: dalle community social al Coronavirus

fiocco-lilla-disturbi-alimentari_21334.jpg

Lamezia Terme – Sono oltre 3 milioni le persone affette da disturbi del comportamento alimentare in Italia. In occasione della nona Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla questo numero porta ad una riflessione più profonda di cosa siano realmente i DCA (anoressia, bulimia, binge eating, obesità, Ednos e tante e altre nuove forme ancora) e che mondo sotteso c'è dietro ogni persona che ne soffre. Ogni 15 marzo l'Italia si tinge di lilla, e questa è l'occasione per squarciare il buio del silenzio dietro cui i DCA, ogni giorno, si nascondono. La Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla è un momento forte di riflessione, di sensibilizzazione ed informazione sulle maggiori cause e sui devastanti effetti che i DCA determinano nell'individuo e nella famiglia e, soprattutto, per cercare di scoraggiare il distacco e il disinteresse, e accrescere la consapevolezza a livello individuale ed istituzionale creando così una fitta rete di solidarietà volta verso chi ne è colpito, in contrapposizione al disagio relazionale e al senso di abbandono.

I disturbi dell'alimentazione (DA) sono malattie complesse determinate da condizioni di disagio psicologico ed emotivo che portano, chi ne è affetto, a vivere con una ossessiva attenzione alla propria immagine corporea, al proprio peso e a una eccessiva necessità di stabilire un controllo su di esso. Sebbene il peso sia un importante indicatore, tuttavia non deve essere considerato il solo fattore di rischio fisico, perché anche persone di peso corporeo normale possono essere affette dalla patologia. I DA possono compromettere seriamente la salute di tutti gli organi e apparati del corpo (cardiovascolare, gastrointestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, sistema nervoso centrale, dermatologico ecc.) e portare a morte.

Dca e coronavirus

In questo periodo di emergenza da Coronavirus che sta interessando senza distinzione alcuna tutta la Penisola, e in cui tutti siamo chiamati a rispettare il decreto ministeriale di rimanere a casa per evitare il diffondersi del virus chi soffre di disturbi del comportamento alimentare si trova a lottare contro la propria testa e contro se stesso. Se cambiare le abitudini per una persona sana è già di per sé difficile, per chi soffre di dca lo è ancora di più. Prima di tutto perché la riduzione delle normali attività quotidiane porta chi soffre di dca a ridurre anche l’apporto calorico e quindi i pasti, la noia che ne deriva può portare a rivolgersi al cibo e insorgere in delle vere e proprie abbuffate per riempire i momenti di vuoto; arriva la paura di poter prendere peso vista la scarsa mobilità e inattività, il non poter potare avanti la normale routine fa perdere il controllo sul già precario equilibrio che chi soffre di dca si è costruito. Inoltre soprattutto chi soffre di anoressia nervosa, è ancora più a rischio perché essendo immunodepresso, a causa del pesp corporeo molto basso e dei valori filsiologici alterati, potrebbe essere molto più esposto al contagio. Una situazione difficile da affrontare, quindi, sia dal punto di vista mentale che dal punto di vista fisico.

Dca e commuity instagram

Da qualche anno a questa parte la piattaforma Instagram sta avendo un ruolo importante nel percorso di guarigione dei dca. I social sono stati messi molto spesso alla gogna perché propongono modelli distorti. Ma la condivisione ha anche permesso a chi soffre di disturbi alimentari di trovare un punto di incontro con chi vive le stesse difficoltà, e poter essere compreso. Come i forum, Instagram ha creato una comunità di sostegno. La parola d'ordine è "recovery", guarigione. Nella community infatti si crea quasi una sorta di terapia di gruppo, dove condivisione della malattia superata e malattia in corso si oncontrano per sostenersi a vicenda. Così come gli hashtag che sono stati appositamente creati per racchiudere contenuti dedicati interamente alla tematica.

Anoressia maschile

Su 3 milioni di malati di anoressia in Italia, uno ogni 4 donne è un maschio. Se finora la malattia è stata considerata solo 'femminile', i dati degli esperti aprono un nuovo scenario. Ma spiegano anche che essendo la patologia genericamente ritenuta 'da ragazze', i maschi ricevono diagnosi più tardive, oltre al fatto che temono lo stigma.  L'età in cui si presenta la malattia così come per le ragazze è intorno ai 14-15 anni. Negli ultimi anni sono stati registrati casi anche a partire dai nove anni. Lo scorso mese di febbraio ha lasciato un segno la storia di Lorenzo, morto a 20 anni di anoressia dopo che da quando aveva 14 anni lottava contro la malattia, che lo aveva divorato anima e corpo. Dopo un periodo in clinica per cercare aiuto dai 18 anni il suo rifiuto del cibo è diventato sempre più totale, fino a quando il suo corpo ha mollato e con lui sono svaliniti tutti i suoi sogni di ragazzo.

Età di insorgenza

In Italia, nel corso degli anni, il fenomeno dei DCA non solo è in aumento, ma abbraccia fasce di età che prima ne erano escluse, come gli over-40. Una problematica, che non riguarda quindi solo ragazze giovanissime, tra le quali comunque l'età di insorgenza si è ulteriormente abbassata, comprendendo la fascia tra gli 8 e i 9 anni. Un esordio così precoce può comportare un rischio maggiore di danni permanenti che vanno ben oltre la malnutrizione, soprattutto a carico dei tessuti che non hanno ancora raggiunto una piena maturazione, come le ossa e il sistema nervoso centrale. Data la loro complessità, l’intervento precoce ha un ruolo fondamentale; è essenziale la collaborazione tra figure professionali con differenti specializzazioni (psichiatri, pediatri, psicologi, dietisti, specialisti in medicina interna), ai fini di arrivare ad una diagnosi precoce, ad una tempestiva presa in carico all’interno di un percorso multidisciplinare e di un miglioramento dell’evoluzione a lungo termine.

La nascita del fiocchetto Lilla: simbolo di speranza

A livello nazionale, la sensibilizzazione e gli aiuti verso i DCA stanno creando una rete fondamentale.  Dall’anno scorso, infatti, il triage del pronto soccorso si è arricchito di un nuovo colore, il codice lilla, specifico per i disturbi del comportamento alimentare. L’idea del Ministero della Salute è nata per indirizzare al meglio i pazienti colpiti da queste problematiche, che spesso non ricevono una diagnosi e un trattamento appropriati, data l’estrema varietà delle espressioni sintomatiche. I pazienti possono infatti presentarsi con sintomi sia psicopatologici, sia organici. Rivolgersi al pronto soccorso può quindi essere una forma di richiesta di aiuto. Soprattutto l’accesso in emergenza può rappresentare una preziosa occasione per avvicinarsi al paziente e iniziare un percorso terapeutico.

Il Fiocchetto Lilla ha origine negli Stati Uniti e rappresenta da più di 30 anni la lotta contro i disturbi del comportamento alimentare (DCA), mentre in Italia la giornata è stata promossa per la prima volta nel 2012 dall’associazione “Mi Nutro di Vita” ed è nata da un padre, Stefano Tavilla, che ha perso la figlia Giulia a soli 17 anni per bulimia. Ricorre il 15 marzo, proprio nel giorno della sua scomparsa. Il fiocchetto lilla è simbolo di speranza per chi, per troppo tempo, è rimasto costretto in silenzio e in solitudine dalla sofferenza, per restituire voce e dignità a chi pensava di averle per sempre perdute. Simbolo del ricordo, il fiocchetto lilla è soprattutto per non dimenticare chi non ce l'ha fatta. Simbolo di una comunità d'intenti, il fiocchetto lilla è per costruire una nuova cultura fondata sull'ascolto, che abbatte il muro dei pregiudizi per lasciare spazio alla forza della condivisione.

A.B.

© RIPRODUZIONE RISERVATA