Lamezia Terme - “L’uomo che non ha musica nel cuore ed è insensibile ai melodiosi accordi, è adatto a tradimenti, inganni e rapine; i moti del suo animo sono spenti come la notte, e i suoi appetiti sono tenebrosi come l’Erebo: non fidarti di lui. Ascolta la musica”. Sono proprio i versi affidati da William Shakespeare a Lorenzo ne “Il mercante di Venezia” a introdurre “Sogno di una notte di mezza estate”, progetto del Maestro Giovanni Bellucci con la straordinaria partecipazione di Giancarlo Giannini, andato in scena ieri sera su iniziativa di A.M.A. Calabria in un Teatro Grandinetti sold-out.
Elemento piuttosto diffuso nella “Golden Age” elisabettiana, la musica per Shakespeare è espressione della bontà, è l’arte della sensibilità ed è anche strumento retorico quanto mai funzionale nello sviluppo drammatico e nella caratterizzazione dei personaggi. Un aspetto che deve aver certamente ispirato Bellucci per il suo recital tra musica e teatro dedicato al drammaturgo inglese: uno spettacolo sorprendente e innovativo, frutto della collaborazione tra due fuoriclasse assoluti. Considerato uno dei più importanti pianisti contemporanei, Giovanni Bellucci vanta una lunga e gloriosa carriera in cui si è distinto come autore virtuoso destinato, secondo la rivista britannica Gramophone, a continuare la grande tradizione italiana, storicamente rappresentata da Busoni, Zecchi, Michelangeli, Ciani e Pollini. Un percorso che lo ha portato a esibirsi come solista nei più importanti teatri del mondo e a essere inserito dal magazine francese Diapason nella Top Ten dei pianisti lisztiani della storia, grazie alla sua incisione delle Parafrasi di Franz Liszt sulle Opere di Verdi e Bellini.
Giancarlo Giannini, da par suo, è semplicemente uno dei mostri sacri del cinema italiano, sia in qualità di attore e regista che di doppiatore. Indimenticabile il suo sodalizio artistico con la grande Lina Wertmüller , che lo ha diretto, quasi sempre al fianco di Mariangela Melato, in cult come “Mimì metallurgico ferito nell’onore”, “Film d’amore e d’anarchia” (miglior attore a Cannes nel ’73), “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” e “Pasqualino Settebellezze”, che valse a Giannini una nomination all’Oscar nel ‘77. Oltre alla Wertmüller , l’attore ligure ha al suo attivo collaborazioni con alcuni dei più importanti registi italiani (Risi, Visconti, Scola e Monicelli) e internazionali, su tutti Francis Ford Coppola e i fratelli Tony e Ridley Scott. Ha inoltre vinto sei David di Donatello, cinque Nastri d’argento e cinque Globi d’oro. Presentato per la prima volta al Ravello Festival 2014 in occasione del quarto centenario della morte di Shakespeare, “Sogno di una notte di mezza estate” nasce come tentativo di “ricreare l’originaria ambientazione espressiva di tanti capolavori sonori” ispirati alle opere del Bardo di Stratford-upon-avon, eseguiti senza soluzione di continuità da Bellucci e intervallati dalla solenne interpretazione di Giannini, tornato al suo primo amore, il teatro, dove esordì nel 1963 proprio in “Sogno di una notte di mezza estate”.
Un’ora e mezza di spettacolo che, a dispetto del titolo, presenta in realtà un’ampia gamma di testi shakespeariani, tra cui la Canzone dell’ancella dall’ “Enrico VIII”, i monologhi di Calibano, Ariel e Prospero da “La Tempesta” (l’opera più saccheggiata del repertorio) e quelli di Marco Antonio (“Giulio Cesare”), Iago (“Otello”) e Amleto, in cui l’intensa prova di un superbo Giannini riesce a raggiungere vette di lirismo assoluto. Un’estasi drammatica alimentata dai virtuosismi di Giovanni Bellucci, alle prese con celebri composizioni come la “Sinfonia No 5” e “La Tempesta” di Beethoven, o il “Souvenir de Paganini in la maggiore” e il “Notturno in sol minore” di Chopin. Un impressionante trionfo di note e gradazioni culminato nelle incredibili variazioni sulla Marcia Nuziale della Parafrasi lisztiana sul “Sogno di una notte di mezza estate” di Mendelssohn, e nella spettacolare esecuzione dello “Scherzo in si minore” del pianista francese Charles Valentin Alkan, che spinge Giannini a interrompere il religioso silenzio richiesto durante l’intero recital invitando il pubblico a tributare il giusto plauso alla magistrale performance del collega.
Dopo il monologo di Puck, epilogo di “Sogno di una notte di mezza estate”, c’è ancora tempo per la riduzione per pianoforte della “Danza dei cavalieri” di Prokofiev, seguita dalla scena del balcone di “Romeo e Giulietta”, con Giannini ancora in grado di scaldare la platea con la sua struggente versione della più grande storia d’amore mai raccontata. Desto dal “sogno”, il pubblico è finalmente libero di omaggiare con un lungo e caloroso applauso i due interpreti, protagonisti di un esperimento estremamente suggestivo in cui musica e parole, per una notte, son riuscite a riportare in vita lo spirito di William Shakespeare. E in una notte come questa, mille volte buonanotte.
Francesco Sacco
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