Lamezia, operaio cade da impalcatura e muore nell'area industriale - Reazioni

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Lamezia Terme - Un uomo di 53 anni, Roberto Falbo, è morto cadendo da un'impalcatura di 9 metri in un capannone adibito alla vendita di mangimi della zona industriale di Lamezia Terme. Secondo quando appreso, sul posto di sono recati i carabinieri, i Vigili del fuoco e personale del 118 con l'ausilio dell'Elisoccorso che tuttavia non è intervenuto. I sanitari infatti hanno constatato purtroppo il decesso avvenuto sul colpo in seguito alla caduta. La zona dove è avvenuto l'incidente è transennata e presidiata dai carabinieri che stanno effettuando i rilievi. Sempre nell'area industriale nel mese di gennaio era avvenuta la prima morte sul lavoro su tutto il territorio nazionale.

A.C.

Reazioni

Amministrazione comunale Lamezia: "Garantire a tutti i lavoratori un ambiente protetto"

"Esprimo, a nome dell’amministrazione comunale di Lamezia Terme, il più sentito e profondo cordoglio per la tragica perdita di Roberto Falbo. La sua scomparsa rappresenta una grande perdita per l’intera comunità e in questo momento di dolore la nostra vicinanza va alla sua famiglia e ai suoi cari. Questo tragico evento ci ricorda con forza l'importanza di garantire a tutti i lavoratori un ambiente protetto e privo di rischi in quanto ogni incidente sul lavoro è una ferita che coinvolge non solo chi ne è direttamente colpito ma l'intera collettività. Il lavoro, pilastro fondamentale della nostra società, deve essere sempre svolto in condizioni di sicurezza e rispetto affinché tragedie come questa non si ripetano. In questo momento di dolore, il nostro pensiero è rivolto alla famiglia di Roberto, con la speranza che possano trovare conforto nel ricordo indelebile di un grande uomo, instancabile lavoratore, i cui insegnamenti saranno faro per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo" è quanto si legge in una nota del sindaco di Lamezia Mascaro a nome di tutta l'amministrazione comunale.

Scalese (CGIL Area Vasta): “Un altro operaio morto a Lamezia Terme. Serve una svolta sulla sicurezza”

"Ancora una tragedia sul lavoro, ancora una vita spezzata nel silenzio di un posto di lavoro. Il decesso dell’operaio Roberto Falbo, precipitato da un’impalcatura in un’azienda per la produzione di mangimi nella zona industriale di Lamezia Terme, è l’ennesima ferita inferta alla dignità del lavoro e alla sicurezza di chi ogni giorno si guadagna da vivere in condizioni spesso inaccettabili. A nome della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, il segretario generale Enzo Scalese esprime profondo cordoglio alla famiglia di Roberto, ai colleghi, a tutti coloro che lo conoscevano. “Ma insieme al dolore, sentiamo la necessità di alzare la voce, ancora una volta, perché queste morti non diventino numeri, statistiche, cronaca ordinaria”, afferma Scalese. “La sicurezza non è un optional. È un diritto. E quando viene negato, come in questo caso, si configura un fallimento collettivo” – dice ancora il segretario della Cgil Area Vasta –. Falbo non doveva morire. Come non dovevano morire le oltre 1000 persone che ogni anno in Italia perdono la vita sul lavoro. Una media tragica che vuol dire tre morti al giorno. Non possiamo più accettarlo”.

Proprio per questo, la CGIL "sostiene con forza il referendum promosso sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare il quarto quesito, che punta ad abrogare una norma che limita la responsabilità dell’impresa committente in caso di infortunio dell’appaltatore o subappaltatore. “Il sistema degli appalti è spesso una giungla, in cui la sicurezza si perde tra subaffidamenti, tagli ai costi e scarico di responsabilità - prosegue Scalese -. Con questo referendum vogliamo dire basta. Basta appalti al ribasso, basta committenti che si lavano le mani, basta lavoratori lasciati soli. Vogliamo che l’impresa committente risponda in solido, anche per i danni legati ai rischi specifici dell’attività appaltata. Solo così si alzerà il livello di attenzione, prevenzione e vigilanza.” La CGIL "invita tutti i cittadini a riflettere su quanto è accaduto e a sostenere una battaglia di civiltà e giustizia, affinché tragedie come quella avvenuta oggi a Lamezia non restino impunite né isolate, ma diventino un punto di svolta per un nuovo modello di lavoro, in cui la vita valga più del profitto. “Roberto Falbo non può essere morto invano. Facciamo in modo che la sua morte diventi uno spartiacque. È il momento di dire basta alla strage silenziosa nei luoghi di lavoro. È il momento di cambiare le regole”, conclude Scalese chiedendo al prefetto di Catanzaro, Castrese De Rosa, la convocazione di un tavolo permanente sulla sicurezza sui luogo di lavoro chiamando in causa tutti gli attori interessati nell’interesse prioritario dei lavoratori e delle lavoratrici di ogni comparto".

Gianturco: "Vicinanza alla famiglia. Tragedia che lascia sconvolti"

“Esprimo il mio più profondo cordoglio per la tragica morte dell’operaio Roberto Falbo, vittima di un incidente sul lavoro avvenuto oggi nell’area industriale di Lamezia Terme. In questo momento di dolore, la mia vicinanza va alla sua famiglia, agli amici e ai colleghi che lo piangono”. A dichiararlo è il consigliere comunale Mimmo Gianturco. “Un evento così drammatico - afferma Gianturco - ci ricorda quanto sia fondamentale garantire la sicurezza sul posto di lavoro. Non è la prima volta che nel nostro territorio avvengono tragedie simili che ci lasciano tutti sconvolti. Invito tutte le istituzioni e gli enti preposti - conclude Gianturco - a fare ogni sforzo affinché episodi simili non accadano più, affinché la sicurezza e la tutela dei lavoratori siano sempre una priorità”.

Uil Calabria: "Queste ripetute tragedie rappresentano un fallimento collettivo della nostra società "

"La Uil Calabria esprime profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia di Roberto Falbo, l'operaio di 53 anni che ha tragicamente perso la vita cadendo da un'impalcatura di 9 metri in un capannone della zona industriale di Lamezia Terme. Questo drammatico evento segue di pochi mesi un'altra tragica perdita: il 3 gennaio scorso, Francesco Stella, un operaio di 38 anni, è deceduto in circostanze simili nella stessa area industriale" è quanto afferma in una nota Mariaelena Senese Segretaria Generale Uil Calabria.

"Queste ripetute tragedie rappresentano un fallimento collettivo della nostra società e sottolineano l'urgenza di intervenire con determinazione per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro. La sicurezza sul lavoro è una responsabilità comune. Serve l’impegno di tutti gli attori interessati, va migliorato e rafforzato il coordinamento tra i vari soggetti della filiera sicurezza: Regione, Asl, Inail, Itl, Inps, Rlst. Questi devono saper parlare fra di loro, incrociare i dati a disposizione, monitorare le specificità del territorio. Occorre potenziare con urgenza l’organico delle Asp, come da noi più volte chiesto e, coordinare i vari organi ispettivi: Itl, Asp, Inail e Inps, perché ciascuno deve fare il suo compito nel contesto di un unico intervento ispettivo: l’Asl controlla la sicurezza sanitaria, l’ispettore del lavoro i contratti, l’Inps la previdenza e l’Inail le coperture assicurative. Bisogna rafforzare, infine, l’idea che dietro un mercato del lavoro competitivo e concorrenziale, in grado di garantire crescita e sostenibilità, è necessario un lavoro regolare, delle giuste tutele in termini di formazione, salute e sicurezza per le lavoratrici e i lavoratori.  Chiediamo al Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, di convocare con urgenza un tavolo tecnico permanente sulla sicurezza sul lavoro, al fine di addivenire ad un Piano straordinario per la sicurezza sul lavoro, coinvolgendo tutti gli attori interessati, al fine di elaborare strategie concrete e tempestive per prevenire ulteriori tragedie. I lavoratori non possano continuare a pagare con la loro vita! L'obiettivo zero morti sul lavoro non è un utopia per noi. È un dovere, un dovere non soltanto delle imprese, ma è un dovere della pubblica amministrazione, degli organi di vigilanza, della legge, è un dovere di tutti gli organi pubblici e privati".

Lavia (CISL Calabria): "Fermiamo la scia di sangue"

"Ennesimo incidente mortale sul lavoro a Lamezia Terme", scrive in una nota il Segretario Generale della CISL calabrese, Giuseppe Lavia. "La vita di un operaio, Roberto Falbo, spezzata, una famiglia e una comunità affrante dal dolore, alle quali esprimiamo cordoglio e vicinanza. Una Calabria da “zona rossa” in termini di sicurezza, con un numero di incidenti mortali sul lavoro in crescita rispetto all’anno precedente. Occorre fermare questa scia di sangue. È un dovere morale. Le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella restano in primo piano: “La sicurezza non è un costo, né tantomeno un lusso: ma un dovere cui corrisponde un diritto inalienabile di ogni persona”. Occorre l’impegno di tutti perché si affermi la cultura della prevenzione. Esprimiamo, dunque, vicinanza al dolore della famiglia e insieme rabbia e indignazione per una situazione intollerabile. Urgono – conclude il Segretario della Cisl Calabria – azioni decise sul potenziamento dei controlli e un coordinamento efficace delle attività degli Enti preposti e dei soggetti coinvolti".

Esprimo innanzitutto il mio più sentito cordoglio alla famiglia Falbo e Ventura per la tragica scomparsa del loro caro Roberto, ennesima morte bianca in Calabria. Con l’ultima tragedia di Lamezia Terme è partita di pari passo la pioggia di comunicati stampa ed interviste di esponenti sindacali che ribadiscono come sempre in questi casi, l’ovvio, ossia più sicurezza sui luoghi di lavoro. Esaurita però la retorica politica e del dolore da parte anche delle figure istituzionali, nulla cambia per evitare tragedie come quella che ha visto la drammatica morte del povero Roberto Falbo a soli 53 anni. E’ in corso un’indagine per fare luce su quest’ultima morte bianca, come si usa definire le morti sul lavoro.

Mi auguro che la magistratura vada in fondo e soprattutto stabilisca finalmente una pena esemplare qualora esca fuori un colpevole per questo tragico fatto. Tante volte nella mia attività politica mi sono occupato di morti bianche, con azioni dimostrative e manifestazioni. Sono stanco di assistere a tutto ciò, non si fa in tempo a piangere un giovane lavoratore che ha perso la vita mentre si stava guadagnando il pane, che subito giunge un’altra disgrazia simile. Sono anni che vengono denunciate le precarie condizioni di lavoro cui gli operai , nella nostra già martoriata terra di Calabria, sono costretti a fare i conti. Ma  non si muove mai nulla anche quando l’opinione pubblica viene scossa dagli eventi tragici. E’ vergognoso che nel 2025, nell’era dell’Intelligenza artificiale ancora si muoia sul posto di lavoro. Spulciando i dati è una ricorrenza frequente e non più un evento accidentale. Le sigle sindacali continuano a chiedere alla Regione tavoli istituzionali per far fronte alla situazione mentre si aspetta la prossima vittima e ripetere le medesime cose e richieste.

Igor Colombo: "Non possiamo certo assistere in maniera passiva a tali tragedie"

"Credo che ora sia giunto il momento di dire basta a tale catena di eventi luttuosi che di bianco hanno solo la purezza di chi cade vittima dell’ingiustizia sociale e politica. A Lamezia Terme è tempo di campagna elettorale e chiedo ai candidati a sindaco di sposare una battaglia che è civile e di grido al rispetto delle regole e della legalità sui luoghi di lavoro" è quanto afferma in una nota Igor Colombo scrittore ed attivista politico. "Bisogna avere il coraggio di affermare anche che una certa abominevole e  consueta prassi di collaborazione  esiste con tra chi è deputato all’obbligo di avere sui posti lavoro le dovute norme di sicurezza dei dipendenti e chi è chiamato al controllo ed a far rispettare tali norme. Servono leggi sì, ma che vadano fatte rispettare. Sanzioni e multe più severe per le aziende che violano le normative di sicurezza sul lavoro, più ispezioni e più ispettori del lavoro, certezza della pena , che deve essere esemplare per chi contravviene alla Legge. Nelle precedenti legislature vi era una Commissione parlamentare di inchiesta sugli infortuni e morti sul lavoro che sostanzialmente non ha mai prodotto nulla di concreto. Sul nostro territorio però possiamo fare qualcosa riguardo a tale dirompente tematica".

"La prossima amministrazione comunale potrebbe per esempio creare una task-force, un coordinamento che prevede attività di monitoraggio, controllo e vigilanza in materia di sicurezza sul lavoro. Un apparato che sia efficiente e composto da soggetti competenti. Rendere pubblica tale attività periodicamente riferendo del lavoro svolto in Consiglio Comunale. Non possiamo certo assistere in maniera passiva a tali tragedie che scuotono il cuore e le sensibilità delle comunità cittadine. Pensiamoci oggi, perché se domani già dimentichiamo quanto accaduto con l’ultima morte in Calabria di un lavoratore, presto ne piangeremo un’altra ed il dolore sarà ancora più grande proporzionato al senso di colpa che ci porteremo addosso". 

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