
Vibo Valentia, 20 novembre - Sono undici le persone sottoposte a fermo dai carabinieri di Vibo Valentia al termine dell'operazione denominata "Gringia", con l'accusa di essere gli autori di una serie di omicidi e tentati omicidi compiuti nell'ambito di una faida in corso tra famiglia di 'ndrangheta del vibonese. L'operazione ha documentato lo scontro tra la cosca Patania di Stefanaconi, legata ai Mancuso di Limbadi, contrapposta sia alla "Società di Piscopio" di Vibo, considerata emergente, sia alla cosca Petrolo-Bartolotta di Stefanaconi. Nello specifico le persone sottoposte a fermo sono accusate, a vario titolo, di tre omicidi e quattro tentati omicidi. I provvedimenti sono stati eseguiti in varie località delle province di Vibo, Reggio Calabria e Viterbo, dai militari del Comando provinciale di Vibo, supportati da quelli dell'Arma locale, dello Squadrone Cacciatori e della Compagnia Speciale) e dell'ottavo Nucleo Elicotteri. Le indagini, condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo con il supporto di analisi informativa del Ros, secondo gli investigatori ha fatto luce sugli omicidi di Michele Mario Fiorillo, commesso a Francica il 16 settembre 2011, di Giuseppe Matina, commesso a Stefanaconi il 20 febbraio 2012, e di Francesco Scrugli, commesso a Vibo il 21 marzo 2012. Inoltre sarebbero stati individuati gli autori del tentato omicidio compiuti una prima volta ai danni degli stessi Giuseppe Matina (Stefanaconi 27 dicembre 2011) e Francesco Scrugli (Vibo Valentia 11 febbraio 2012), oltre a quello di Francesco Calafati, commesso a Stefanaconi il 21 marzo 2012 e di Francesco Nazzareno Meddis, commesso a Stefanaconi il 26 giugno 2012. I carabinieri hanno sottoposto a fermo Giuseppe Patania, di 32 anni, residente a Stefanaconi; Giuseppina Iacopetta (58), residente a Stefanaconi, vedova di Fortunato Patania, ucciso a Stefanaconi il 18 settembre 2011; Cristian Loielo (22), residente a Gerocarne; Nicola Figliuzzi (22), residente a Gerocarne; Francesco Lo Preiato (26), residente a San Gregorio d'Ippona; Francesco Alessandria (42), residente a Sorianello; Alessandro Bartalotta (21), residente a Stefanaconi; Giovanni Battista Bartalotta (54), residente a Stefanaconi; Giovambattista Bartalotta (32), residente a Stefanaconi; Salvatore Lopreiato (52), residente a Stefanaconi; Mauro Graziano Uras (41), residente a Canino (Viterbo).
Aggiornamento ore 11:30. Salgono a 13 le persone fermate
Salgono a 13 le persone fermate nell'ambito dell'inchiesta della Dda sugli appartenenti a cosche del vibonese impegnati da anni in una sanguinosa faida. Personale della squadra mobile di Vibo Valentia, infatti, ha fermato a Canino (Viterbo) Vasvi Beluli, di 30 anni,macedone, e Arben Ibrahimi (27),slavo. Il primo è accusato del tentato omicidio di Francesco Scrugli, avvenuto nel febbraio scorso a Vibo, e dell'omicidio dello stesso Scrugli, ucciso un mese dopo. Ibrahimi è accusato dell'omicidio di Giuseppe Matina, commesso a Stefanaconi nel febbraio scorso e del tentato omicidio di Scrugli.
Rottura all'interno cosca a base faida
La 'societa'' di Piscopio voleva staccarsi dalla cosca dei Mancuso per rispondere alla 'ndrangheta della fascia jonica reggina. E' questa la motivazione che ha scatenato la faida tra gli esponenti della cosca di Piscopio e quella dei Patania di Stefanaconi, nel vibonese. I particolari delle indagini della Dda di Catanzaro che hanno portato al fermo di 13 persone sono stati illustrati stamane nel corso di una conferenza stampa a Vibo Valentia alla quale hanno partecipato il sostituto procuratore della direzione nazionale antimafia, Maria Vittoria De Simone; il procuratore di Catanzaro e capo della Dda, Vincenzo Antonio Lombardo; ed il procuratore aggiunto del capoluogo calabrese, Giuseppe Borrelli. Dalle indagini è emerso che quando la 'societa'' di Piscopio uccise Fortunato Patania, ritenuto dagli investigatori il boss della cosca di Stefanaconi e luogotenente della cosca dei Mancuso, si scatena una vera e propria guerra tra i due gruppi criminali. La cosca dei Mancuso avrebbe anche "soffiato il vento della vendetta - è stato detto in conferenza stampa - sul gruppo dei Patania di Stefanaconi fornendo loro uomini e mezzi per sterminare gli esponenti della cosca di Piscopio". Durante la conferenza stampa il sostituto procuratore della Dna, De Simone ha detto che "su Vibo Valentia c'é la massima attenzione. Vibo rappresenta una emergenza assoluta per l'allarme sociale provocato dai fatti di sangue che si sono susseguiti con violenza impressionante". Il capo della Dda di Catanzaro ha affermato che "abbiamo in mano materiale per sviluppare ulteriori e importanti indagini che ci consentiranno di infondere quella fiducia che la gente chiede nelle istituzioni". Il Procuratore aggiunto Borrelli ha ricordato, infine, che la Dda ha un "quadro assolutamente chiaro. Così come è avvenuto per Lamezia Terme anche a Vibo Valentia siamo a conoscenza dei protagonisti dei fatti che sono avvenuti. Non abbiamo solamente il quadro completo sui fatti di sangue ma anche sui reati associativi sui quali, al momento, non stiamo procedendo".
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