Lamezia, al chiostro una mostra di "Carta, acqua e colori" per ricordare Tonino Falvo

mostra-chiostro-21112018.jpg

Lamezia Terme - La sala gremita di persone, pannelli che ospitano volti di diversa espressione, acquerelli colorati, De André sullo sfondo, e un tavolo senza sovrastrutture. Siamo al Chiostro Caffè Letterario per la mostra di Gennaro Pileggi, in occasione della presentazione del libricino dedicato a Tonino Falvo, figura storica lametina, sensibile al bello, al teatro, obiettore di coscienza, vicino alla Parrocchia di Santa Lucia. Un’occasione per rendere viva la memoria di una persona e della storia, fatta di piccole cose, di un rione, e di un periodo storico che ancora può essere necessario a leggere il presente. La mostra "Un po' di carta, acqua e colori Q. B" in cui sottotitolo laterale è "Oggi arrestano i sogni, domani..." sarà visibile lungo i corridoi del Chiostro fino al 2 dicembre 2018. L'idea è nata dall'intuizione di Salvatore Piacente, più comunemente conosciuto come Cecè. "I libricini - spiega Pileggi - li abbiamo consegnati ai bambini della scuola di S. Teodoro, acquerelli penna e calamaio i materiali.I ritratti non sono nulla di complicato, guardateli con occhi semplici e liberi, se volete parlateci".

mostra-21112018.jpg

Un filmato che riprende Tonino Falvo mostra, inoltre, uno dei suoi ultimi momenti pubblici, quando nella libreria Sagio Libri ha recitato alcuni brani, a comporre un altro artigianale libricino colorato di Pileggi, in ricordo dei 2 netturbini Cristiano e Tramonte, uccisi dalla mafia 27 anni fa. "Siamo tutti un po' più soli - queste le parole di don Vittorio all’indomani del funerale di Tonino Falvo - con Tonino, con sua moglie Giuliana De Fazio, e Gennaro Pileggi ci unisce la storia della Parrocchia di Santa Lucia, ci lega la ricerca artistica, pittorica, gli scout, l'obiezione di coscienza, l'apertura della vita al mondo, la vicinanza ai più disagiati". Con in mano lo statuto dell'associazione Santa Lucia, don Vittorio ricorda l'esigenza comune di allargare alcune iniziative culturali, non sempre rientranti nella chiesa. Da qui, lo sguardo rivoluzionario delle piccole azioni quotidiane. "Le iniziative con Tonino Falvo sono nate sempre da un dialogo - dice - da un confronto. Il primo tratto della nostra vita vissuta insieme riguarda la profondità delle cose. Discernimento. Una capacità critica che oggi continua ad essere necessaria, non solo per rivendicare ma anche per non farsi imbrogliare".

E risiede in questa profondità di giudizio e senso critico anche l'idea di don Vittorio, di qualche anno fa, volta a non trasmettere più immaginette con la statua di Santa Lucia, bensì una storia formata da tradizioni, racconti, cultura. "Mi sono accorto che in fondo era un talismano - spiega - la devozione può essere una ricchezza ma può essere anche un problema.  Un dinamismo della persona che invece di affrontare le cose se le compra. Il secondo tratto comune, in relazione a Tonino Falvo, è appunto la storia.  "Abbiamo vissuto la storia delle piccole cose - dice ancora - di un luogo, fatto di teatro, presepi, di impegno. Insieme alla legge intelligente, ci vuole una cura, un impegno, una responsabilità verso una direzione. Ciò si realizza nella mitezza, nella proposta, non nel proselitismo, o nel forzare". 

Valeria D'Agostino 

conferenza-mostra-21112018.jpg

 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA