“Lamezia Terme nella storia del Mezzogiorno”, presentato libro di Vincenzo Villella

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Lamezia Terme – Presentato al Chiostro Caffè Letterario “Lamezia Terme nella storia del Mezzogiorno-Nuovi contributi alla conoscenza di eventi e personaggi del territorio lametino” I volume – Il medioevo, dello storico Vincenzo Villella. A volere l’evento InCalabria, da cui è edito il libro, in collaborazione con il Sistema Bibliotecario Lametino e Chiostro Caffè Letterario di Lamezia Terme.

Un incontro partecipato, introdotto da un contributo video, con varie immagini della piana lametina, a cura di Live Med, che ha inoltre lasciato spazio all’intervento dell’archeologo medievista Francesco A. Cuteri.  Presenti, oltre all’autore Vincenzo Villella, Federico Arcuri di InCalabria Edizioni e il Commissario Straordinario della città Francesco Alecci, che oltre a porgere il suo saluto si è complimentato anche con l’autore.

“Il libro tratta un tema che coinvolge tutti, a prescindere dall’età – afferma Alecci, insediatosi in città cinque mesi fa – Questo incontro mi consente di dire che Lamezia è bella. Mi ricorda che chiunque la vive deve essere orgoglioso. Lamezia è ormai la mia realtà d’appartenenza – prosegue – dobbiamo sentirci parte di un progetto comune”. E nella presa di coscienza non si può prescindere dai paradigmi. La disattenzione verso il fenomeno culturale, i numerosi momenti di difficoltà. Le leve, i punti di forza, non possono che risiedere nella cultura.

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Il libro di Villella propone l’immagine di Lamezia in un particolare momento storico, partendo dal Medioevo. Villella si occupa da anni della storia della città da più angolazioni, seguendo sempre uno studio minuzioso. Ha già pubblicato con la stessa casa editrice nel 2004 “La Judeca di Calabria” e nel 2011 “Le reliquie di S. Eufemia”.

“Uno stile inconfondibile, una scrittura scorrevole, senza però mettere in dubbio il rigore nelle fonti” – afferma Federico Arcuri. “Un libro che tratta argomenti storici familiari – aggiunge Francesco A. Cuteri – Nel titolo si parla di Mezzogiorno, laddove Lamezia si colloca nella storia del Mediterraneo a partire dagli arabi”. Riprendendo l’idea del castello normanno di Lamezia, emerge una rupe che così conformata si presta a continue fondazioni.

“Quella di Nicastro – dice Cuteri – è una delle fondazioni più antiche, è sempre presente il desiderio di proporre una nuova forma di gestione del territorio”. Poi le stesse sale federiciane si trasformeranno in carcere. “Le carceri del Paradiso e le carceri dell’Inferno”. Ed è proprio su Federico II, figura presente anche in quarta di copertina, nonché statua imponente realizzata da Maurizio Carnevali e posta su Via Garibaldi, che Vincenzo Villella intende soffermarsi nel suo breve intervento conclusivo. “La statua di Federico II – afferma – indica il nostro passato, il Castello dove Federico II fece rinchiudere il figlio, ma la indica all’indietro quasi a voler indicare anche ciò che sarà”.     

V.D.

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