Lamezia, saggio di fine anno dei giovani musicisti di "Musicaèvita"

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Lamezia Terme - Un ponte tra passato e presente, dove le radici della tradizione si intrecciano con le sonorità moderne: è questo il cuore pulsante dello spettacolo andato in scena il 7 luglio nel Chiostro San Domenico di Lamezia Terme, organizzato dalla scuola di musica Musicaèvita. Protagonisti indiscussi, i giovani allievi dell’Associazione Culturale che, con fisarmoniche, organetti, tastiere, pianoforte, chitarre e voci, hanno regalato al pubblico un viaggio emozionante tra memoria e attualità. Il saggio musicale ha visto alternarsi sul palco piccoli e grandi artisti, ciascuno con il proprio bagaglio di passione ed espressività. La realtà lametina Musicaèvita, prosegue con entusiasmo il suo impegno nella valorizzazione del talento giovanile, guidata dal maestro Antonio Fazio, con il prezioso contributo delle insegnanti Gessica Giampà (canto) e Antonella Monterosso (chitarra). Proprio nell’ultimo anno didattico, ha introdotto nella sua offerta formativa la possibilità - attraverso una Convenzione con l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Pyotr Ilyich Tchaikovsky” di Nocera Terinese - di frequentare un corso uniformato ai programmi didattici dei Corsi Pre Afam, di insegnamento degli strumenti e delle materie correlate: un’opportunità autentica di crescita artistica e personale e, quanto più completa, in prospettiva di un’eventuale formazione accademica.

Nel corso della serata - raccontano in una nota - il mix di voci, strumenti e generi ha dato vita a un mosaico di armonie, in cui la musica si è fatta linguaggio universale di una riflessione più profonda: in un tempo ferito da guerre e incertezze, si è posto l’accento sul ruolo educativo e sociale della cultura musicale, come spazio in cui il suono diventa ascolto e la condivisione diventa empatia. Un inno alla musica come strumento di pace, capace di educare all’armonia e al rispetto, e come risposta dolce e coraggiosa al rumore delle armi nel mondo. Un messaggio potente, che ha dato al concerto una dimensione ancora più profonda: "quella di un’esperienza collettiva di speranza e impegno, dove la musica non è solo spettacolo, ma strumento di costruzione di un futuro più umano e giusto".

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