Se osservato da una certa distanza, risalta la sua somiglianza, ad iniziare dalla prestanza fisica, con un altro centrocampista che ha vestito la maglia biancoverde pochi anni fa: Alessandro Visone. Rispetto a quest’ultimo, la carriera di Gabriele Puccio ha vissuto, ma soprattutto avrebbe potuto vivere, picchi decisamente più gloriosi. A soli diciassette anni fu portato in panchina dall’allora tecnico della prima squadra nerazzurra, Roberto Mancini. Un grave infortunio ne ha tuttavia pregiudicato l’ascesa negli anni immediatamente successivi. “In effetti – conferma la mezzala classe ’89 - sono cresciuto nel settore giovanile dell’Inter, dove sono stato dieci anni. Paradossalmente, però, la mia fede è milanista. Il calcio si sa ch’è fatto di bandiere, d’altronde, ma il lavoro è un’altra cosa”.
“Dopo alcune stagioni altalenanti, - rimarca - questo per me dovrà essere per forza l’anno della consacrazione. Un’occasione molto importante anche perché sono reduce da una retrocessione e poi per età sono una via di mezzo, e si sa che nel calcio di oggi premia più essere un under o un giocatore decisamente esperto. Sono carico al punto giusto, insomma”.
Trattativa filata liscia. “Siamo stati a Parma con il direttore Maglia e quello dei ducali Leonardi, ed in un quarto d’ora ci siamo accordati”.
Puccio arriva in un organico con giusto una manciata di veterani. “Il giusto mix ci dev’essere sempre. A Portogruaro, dove ho vinto il campionato di C1, eravamo prevalentemente un gruppo di ragazzini. Siamo però riusciti a compattarci al meglio grazie all’aiuto dei 'vecchi' i quali sono stati bravi a tenerci sulla corda. La piazza non era sicuramente quella ideale a spronarti, - sorride - dato che dopo aver perso 4-0 i tifosi ci hanno invitati ad andare a mangiare con loro”.
Prima esperienza al sud per l’ex prodotto del vivaio nerazzurro, avendo prima d’ora sempre giocato tra Veneto, Lombardia e Liguria. “L’anno che ho vinto col Portogruaro il girone era comunque suddiviso in modo verticale, per cui c’erano anche squadre meridionali quali Marcianise, Andria, Barletta, stadi in cui si giocava davvero a calcio. Due anni fa, a Monza, ho avuto la soddisfazione di iniziare con soli 100 tifosi per poi chiudere, all’ultima giornata, con 4500. Al sud è tutta un’altra musica però, a prescindere se vinci o perdi, dato che i tifosi ti stanno sempre dietro”.
Più che una mezzala, il neo vigorino potrebbe essere definito una sorta di jolly. “Ho giocato un po’ in tutti i ruoli. Ho esordito ala sinistra, l’anno scorso ho fatto il trequartista e l’ala destra, due anni fa il terzino destro. Come caratteristiche sono più portato all’interdizione, anche se mi piace molto la fase offensiva. Basti pensare che la scorsa stagione ho persino giocato quattro partite da prima punta, segnando, tra l’altro, tre gol”.
A Monza ha avuto come compagno di squadra l’ex vigorino “dinamite” Franchino. “Quando già due anni fa mi aveva contattato il direttore Maglia, Franchino mi aveva parlato molto bene di questa piazza. Solo che in quel momento non volevo allontanarmi dalla mia famiglia. Ho sempre vissuto al nord, infatti, anche se poi le mie vacanze ogni anno le trascorro tra Calabria e Sicilia considerato che mia madre è di Catanzaro e mio padre di Agrigento”.
In ben due delle sei stagioni (non ha mai sfondato il muro delle ventidue presenze annuali) finora vissute in una prima squadra, il calciatore nato, quasi venticinque anni fa, a Milano ha cambiato squadra a gennaio. Vedi l’ultima, iniziata a Savona e conclusa alla Pergolettese. A Lamezia perciò si augura di mettere radici più stabili. “Proprio una vita da zingaro! E non va bene perché vuol dire che non sei stato all’altezza o che hai trovato società con problemi. Anche chi ha intenzione di prenderti, vedendo che cambi squadra ogni sei mesi, ci pensa su due volte prima di decidere”.
La linea da seguire nel prossimo torneo è ben delineata. “L’obiettivo è quello di vincere. Poi è ovvio che non puoi sapere adesso quanti punti sarai in grado di fare. Di certo, per salvarci dovremo scendere sempre in campo per vincere, non certo per pareggiare poichè altrimenti hai perso già in partenza”.
Un’annata tosta, quella che attende in particolar modo la squadra di mister Erra. “Sarà sicuramente più difficile della precedente perché la Lega Pro si è spremuta e quindi la qualità tecnica è aumentata. I calciatori che vi prenderanno parte – conclude Gabriele Puccio - se lo saranno meritato”.
Cambio preparatore atletico
La Vigor Lamezia Calcio comunica che per motivi familiari il preparatore atletico Salvatore D’Andrea è stato costretto a lasciare il proprio incarico. A sostituirlo è stato chiamato Pierluigi Apicella che, nella scorsa stagione, ha già collaborato con la Società biancoverde.
Vigor-Crotone allo Scida
La Vigor Lamezia Calcio comunica che l’incontro amichevole tra i Biancoverdi e l’Fc Crotone non verrà disputato al Guido D’Ippolito. Le mancate autorizzazioni per l’utilizzo dell’Impianto di Via Guglielmo Marconi hanno portato all’inversione di campo. La partita pertanto si disputerà all’Ezio Scida, sempre sabato 2 agosto, con inizio alle ore 19.00. La Società annuncia inoltre che l’avversario della prima amichevole a Lorica, prevista per il 24 luglio sarà l’Equipe Calabria
Notizie dal Ritiro
Partita ufficialmente ieri la fase di ritiro in Sila, dove i biancoverdi sono arrivati in mattinata. Nel pomeriggio si è svolta la prima seduta di allenamento basato sulla preparazione atletica, tecnico e tattica e terminato con partitella a campo ridotto.
Ferdinando Gaetano
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