Lamezia Terme – “Fino ad oggi sono rimasto in silenzio. Non perché fossi d’accordo con quanto sta accadendo, ma perché credevo - e speravo - che fosse possibile trovare dei punti di intesa con l’attuale contestato gruppo dirigente del Partito Democratico lametino. Ho aspettato, con il rispetto che si deve a un confronto interno, ma il limite è stato ampiamente superato. Ora basta”. È quanto afferma l’esponente Pd Francesco Grandinetti in una nota in merito alla situazione del partito cittadino dopo il congresso. Grandinetti prosegue affermando che: “la presenza della dottoressa Doris Lo Moro nel gruppo consiliare del PD era stata messa in discussione da chi, fino a ieri, ne sosteneva la candidatura a sindaco con entusiasmo e convinzione pubblica. Che oggi chiaramente possiamo definire falso entusiasmo e falsa convinzione pubblica. Ricordiamo tutti gli elogi, i comunicati, le dichiarazioni in video, i post condivisi con entusiasmo facilmente riscontrabili sui social. Oggi, improvvisamente, quegli stessi protagonisti cambiano tono e linguaggio, come se Doris Lo Moro fosse un corpo estraneo. La verità è che ciò che è in corso non è una normale dialettica interna: è una vera e propria manovra di esclusione pianificata, figlia di logiche di potere personali e locali che nulla hanno a che vedere con il bene della città e del partito. Il gruppo consiliare è stato costruito anche grazie alla sua figura e alla sua credibilità. Lo sanno i cittadini, lo sanno gli iscritti, lo sa chiunque abbia partecipato come me a quella campagna elettorale con onestà e determinazione, lo sanno le 12000 elettrici ed elettori che l'hanno votata con convinta intenzione. Chi oggi finge di dimenticarlo, chi cancella la storia recente solo per esercitare un piccolo potere, sta tradendo il mandato ricevuto dagli elettori e sta colpendo al cuore la credibilità del Partito Democratico. Gli articoli e le fughe di notizie evidenziano che persino il Nazareno ha dovuto intervenire per bloccare la deriva, annullando l’auto-nomina del capogruppo fatta da due consiglieri senza alcun mandato né confronto con il partito. Ancora peggio se avessero avuto il mandato dal direttivo del partito! E se il Nazareno o il Regionale interviene con un atto così netto, è perché la situazione ha assunto una dimensione grottesca e dannosa. Hanno sempre criticato che la passata gestione non convocava assemblee e decideva autonomamente, ma oggi non stanno facendo altro che esasperare il concetto”.
“Si era detto - dichiara Grandinetti - che il PD lametino sarebbe ripartito da un congresso. Ma quel congresso, celebrato in fretta e sotto evidenti condizionamenti, ha prodotto una gestione del potere chiusa e autoreferenziale, priva di confronto, basata sull’esclusione sistematica di chi non si allinea. È il contrario di ciò che dovrebbe essere un partito democratico e che “loro” denunciavamo fino a ieri. Per questo non possiamo più tacere. Questa volta saremo noi, e con "noi" intendo almeno un centinaio di iscritti “veri”, “attivi”, non legati a logiche di corrente o di convenienza, a chiedere con determinazione il commissariamento immediato del circolo del Partito Democratico di Lamezia Terme. Non per vendetta, non per fazione, ma per rispetto della verità, della trasparenza e degli elettori che credono ancora nella politica”.
“Ciò che sta accadendo - conclude - non è solo una questione locale. È un segnale nazionale. E Irto, come segretario regionale, e Schlein, come segretaria nazionale, non possono più far finta di nulla. O si ferma subito questa deriva, o si sancisce l’idea che il PD a Lamezia può diventare strumento privato di pochi contro l’interesse collettivo. Non si tratta solo di prepotenze locali. C’è anche chi, da Catanzaro, facendosi forza di rapporti con settori della segreteria nazionale e con consiglieri regionali più attenti alla propria futura ricandidatura che al destino della città cercano di minare l’esistenza stessa del PD di Lamezia. Un gioco pericoloso, che mina la credibilità del partito e alimenta tensioni invece di sanarle. Ma noi non ci stiamo. Io sono nel PD per un’idea diversa. Per una politica fatta di valori, di rispetto, di comunità. E continuerò a lottare per questo a costo di essere espulso. Ma io non mi fermo”.
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