Lamezia: Operazione Black Smoke, ambientalisti chiedono revoca ampliamento discarica di Pianopoli

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Lamezia Terme – Gli ambientalisti, dopo aver appreso dei risvolti dell’operazione "Black Smoke", condotta dalla Dda di Milano sul traffico di rifiuti da nord a sud per lo smaltimento di rifiuti speciali dell’ ex Sisas di PioltelloRodano, che ha visto finire in manette, tra gli altri, il presidente della Daneco Francesco Colucci e l’amministratore Bernardino Filipponi, chiedono che si tuteli il territorio lametino dove sorgono due impianti del gruppo Unendo-Daneco, ovvero la discarica di Pianopoli e l’impianto di lavorazione e selezione rifiuti nell’area industriale di San Pietro Lametino.

Per il collettivo Ex Palestra e Comitato Acqua Pubblica “l’indagine, durata più di due anni, ha evidenziato tra le tante cose, l’esistenza di un traffico e smaltimento illecito di rifiuti in siti di proprietà della Daneco, previa falsa declassificazione degli stessi da pericolosi a non pericolosi e collusioni a vario titolo con la criminalità in Lombardia, Calabria, Campania e Sicilia. Questo, unito alle ordinanze in deroga del Presidente Scopelliti per lo sversamento tal quale dei rifiuti, ci fa sorgere forti dubbi su cosa sia stato realmente abbancato, in questi ultimi anni, nella discarica di Pianopoli”.  “I fatti di cronaca delle ultime ore, quindi – dicono - non possono che rafforzare i motivi del no di ieri alla realizzazione della discarica e del suo ampliamento oggi.  

Infine, il collettivo Ex Palestra e Comitato Acqua Pubblica annunciano di star lavorando "assieme alle realtà ambientaliste di Pianopoli e Serrastretta ad una Assemblea Popolare, che si terrà giorno 8 febbraio, con l’obiettivo di rilanciare la vertenza contro l’ecomostro della Daneco”.

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