È morto Giuseppe De Masi, l’imprenditore calabrese simbolo della resistenza alla ‘ndrangheta

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Rizziconi (Reggio Calabria) - Oggi, 19 luglio 2025, si è spento Giuseppe De Masi, un simbolo della resistenza civile contro la ‘ndrangheta, che ha vissuto lunghi periodi della sua vita sotto scorta, dopo aver subito un numero impressionante di minacce e attentati. Novantadue anni, provato da una lunga malattia e dai segni di una vita tormentata ma vissuta fino in fondo, era il padre di Antonino De Masi, altro imprenditore antimafia che ne ha proseguito le battaglie e che oggi è protetto, così come il resto della sua famiglia, dalla scorta delle forze dell’ordine e dell’Esercito italiano.  Giuseppe De Masi lascia altri quattro amatissimi figli – Michele, Sara, Caterina e Graziella e la moglie Lina, tutti testimoni e sopravvissuti ad una stagione di intimidazioni e attentati – e numerosi nipoti. È quanto annunciano in una nota ricordando Peppe De Masi che “nacque a Cittanova, piccolo centro del Reggino. Bracciante, poi apprendista meccanico, tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta, trasformò una piccola officina prima in una rivendita di macchine agricole, poi nel faro di una rivoluzione tecnologica dell’agricoltura in Calabria e anche oltre. Imprenditore visionario, le sue macchine, col tempo, furono esportate perfino dal Medio Oriente e oltre l’Atlantico. Brevettò e costruì tecnologie che consentirono di massimizzare i tempi, la quantità e la qualità dei raccolti, soprattutto dei frutti pendenti dagli alberi, tutelando le piante e l’ambiente. Uomo integerrimo, rigoroso nel rispetto delle regole e dei contratti, ebbe un rapporto di eccezionale intensità sia con i suoi figli sia con i dipendenti, assorbiti dalle diverse aziende che col tempo costituirono una vera e propria holding, da sempre protesa a lavorare in rete con le istituzioni e le forze sane dell’economia e della società civile”.

Peppe De Masi, si ricorda inoltre “fu il primo imprenditore calabrese a chiudere per mafia la sua azienda, una scelta che annunciò esponendosi pubblicamente in diretta televisiva dagli studi del Tg2, dopo un attentato che rase praticamente al suolo una delle sue case. Correva il 1990. La sua clamorosa denuncia contro i clan della Piana di Gioia Tauro provocò una immediata reazione da parte del Ministero dell’Interno e, per la prima volta, finì sotto scorta, assieme a tutti i componenti della sua famiglia. De Masi, sostenuto dai suoi operai, riaprì la sua azienda e, contestualmente, chiese e ottenne la revoca del dispositivo di protezione che gli impediva di condurre una vita normale. Nel corso degli anni rifiutò sempre di pagare il pizzo e aiutò le forze dell’ordine a procedere ad arresti in flagranza di reato attraverso la consegna controllata di denaro che il clan avrebbe inteso estorcergli. Assieme al figlio Antonino, tornò sotto protezione nel 2013, quando 47 colpi di kalashnikov furono esplosi contro la Global Repair, una delle aziende del gruppo De Masi con sede a ridosso dell’area portuale di Gioia Tauro”.

Provato dall’età - fanno sapere - ha vissuto gli ultimi anni della sua vita nella Rizziconi che non ha mai voluto lasciare e che, nonostante le battaglie e, talvolta, la solitudine, ha sempre amato profondamente. La sua storia è stata raccontata in diversi programmi televisivi di successo e da alcuni tra i più importanti giornalisti italiani e internazionali, oltre che nel libro “Inferi – La storia vera di un sopravvissuto alla ‘ndrangheta”, l’autobiografia del figlio Antonino, scritta con la collaborazione del giornalista Pietro Comito e pubblicato da Compagnia editoriale Aliberti nello scorso mese di febbraio”.

I funerali di Giuseppe De Masi saranno celebrati domani pomeriggio, alle 17, alla Casa di Nazareth di Contrada Badia a Rizziconi, dove la camera ardente sarà allestita sin dalle 9 dello stesso giorno.

Occhiuto: "Cordoglio Giunta per scomparsa Giuseppe De Masi, simbolo resistenza civile contro ‘ndrangheta"

“A nome della Giunta regionale e mio personale, esprimo il più profondo cordoglio per la scomparsa di Giuseppe De Masi, figura straordinaria di imprenditore e di uomo, simbolo della resistenza civile contro la ’ndrangheta. La sua vita, segnata da coraggio, innovazione e impegno per la legalità, rappresenta un esempio altissimo per la Calabria e per l’intero Paese. Accanto a lui, oggi come ieri, c’è la forza della sua famiglia, a cominciare dal figlio Antonino, che ha raccolto con determinazione l’eredità del padre, proseguendo da protagonista una storia di dignità e di lotta contro ogni forma di intimidazione criminale. La Regione Calabria è vicina a questi eroi silenziosi e non dimenticherà mai l’opera e il sacrificio di Giuseppe De Masi”. Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

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