Interdittiva antimafia e controllo giudiziario, a Catanzaro confronto su proporzionalità e continuità delle tutele con Aiga

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Catanzaro – Ieri pomeriggio, all’Istituto Tecnico Tecnologico Statale “Ercolino Scalfaro”, si è svolto il convegno dal titolo “Interdittiva antimafia e controllo giudiziario: proporzionalità e continuità”, promosso dalla Sezione AIGA di Catanzaro. Una sala gremita di avvocati, magistrati, studenti e operatori economici ha seguito per oltre due ore un dibattito intenso su uno dei temi più sensibili dell’attuale sistema di prevenzione antimafia: come coniugare la necessaria tutela dell’ordine pubblico con la salvaguardia del tessuto produttivo sano. Ad aprire i lavori è stata l’Avv. Daniela Scarfone, Presidente AIGA Catanzaro, che ha sottolineato come «la materia delle interdittive antimafia non possa essere percepita solo come un tecnicismo da addetti ai lavori, ma come un crocevia decisivo tra legalità, economia e futuro dei territori». Il cuore del convegno è stato affidato a un parterre di relatori di primissimo piano. Il Prefetto di Catanzaro, Castrese De Rosa, ha ricostruito l’evoluzione degli strumenti di documentazione antimafia, evidenziando come «l’interdittiva resti un presidio fondamentale contro la mafia imprenditrice», ma ricordando anche che ogni provvedimento «deve nascere da un’istruttoria accurata e da un costante equilibrio tra esigenze di sicurezza e tutela del lavoro legale».

Il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Crotone, Domenico Guarasci, ha inquadrato il fenomeno dal punto di vista della repressione penale, soffermandosi sul dialogo – non sempre semplice, ma necessario – tra processo penale, misure di prevenzione e procedimento prefettizio: «La risposta alla mafia economica – ha affermato – è credibile solo se le diverse giurisdizioni parlano la stessa lingua e se il sistema è percepito come coerente da cittadini e operatori». Di grande interesse anche il contributo del dott. Pietro Siragusa, amministratore giudiziario, che ha portato l’esperienza concreta delle aziende sottoposte a sequestro o controllo: «Dietro ogni interdittiva non c’è solo una ragione sociale, ma famiglie, lavoratori, fornitori. Quando l’impresa è recuperabile, gli strumenti di affiancamento – dal controllo giudiziario alla prevenzione collaborativa – possono evitare quella desertificazione produttiva che finirebbe per favorire proprio i circuiti illegali». Sul versante investigativo è intervenuto il dott. Domenico Frustagli, Ufficiale della Guardia di Finanza (a titolo personale), che ha illustrato le tecniche di analisi dei flussi finanziari e dei rapporti societari, ormai imprescindibili per intercettare le infiltrazioni mafiose nell’economia legale. Particolarmente seguito l’intervento dell’Avv. Danilo De Fazio, del Foro di Lamezia Terme, che ha ricostruito il quadro normativo e giurisprudenziale più recente, soffermandosi sul rapporto tra interdittiva, controllo giudiziario ex art. 34-bis d.lgs. 159/2011 e strumenti di prevenzione collaborativa. De Fazio ha proposto la chiave di lettura della “legalità che cura”, in contrapposizione a una legalità meramente espulsiva: «L’interdittiva – ha ricordato – produce un’incapacità legale a contrarre con la Pubblica Amministrazione, con effetti immediati su appalti, contributi e autorizzazioni. In territori già fragili è essenziale distinguere le imprese-guscio dei clan dalle realtà che, pur esposte a rischi, possono essere bonificate attraverso percorsi di self-cleaning, controllo giudiziario e modelli organizzativi seri». Il dibattito, moderato dall’Avv. Pietro Corapi, ha toccato anche i recenti approdi della Corte costituzionale e della Cassazione in materia di controllo giudiziario volontario, nonché il ruolo sempre più centrale della compliance 231, degli Organismi di Vigilanza. Il convegno, per il quale è in corso la procedura di accreditamento ai fini della formazione continua degli avvocati, ha confermato la Sezione AIGA di Catanzaro come luogo privilegiato di confronto sui temi più attuali del diritto amministrativo e penale dell’economia, offrendo alla città un’occasione di riflessione alta ma profondamente calata nella realtà del territorio.

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