Lamezia Terme - Nasce in città un gruppo di lavoro per sostenere il referendum sull’eutanasia legale. A coordinarlo Silvia Maimone, che insieme ad altri promotori ha deciso di attivarsi, insieme all’Associazione Luca Coscioni, per organizzare un tavolo di raccolte firme per il referendum sull’eutanasia legale. "Il referendum - spiega - è il più importante strumento di esercizio della democrazia diretta e su un tema delicato ma allo stesso tempo fondamentale, quale quello del diritto di decidere liberamente della propria vita, riteniamo sia importante poter dare la parola ai cittadini. È proprio per questo motivo che abbiamo premura acché anche Lamezia, la nostra città, la realtà in cui crediamo, sia parte integrante di questa iniziativa. Consapevoli che un tavolo di raccolta firme non possa fare la differenza se non è preceduto da una riflessione cosciente, il nostro obiettivo è quello di spiegare il motivo per cui noi crediamo che sia importante “essere liberi fino alla fine”, rispondendo alle domande, accogliendo le critiche, ascoltando i dubbi e mettendoci in discussione perché siamo convinti che ogni opinione abbia un suo insostituibile valore".
"Nonostante la proposta di legge di iniziativa popolare “Eutanasia Legale” depositata nel 2013 e i richiami della Corte Costituzionale, il Parlamento ancora non riesce a parlare di eutanasia. Per poter essere parte attiva della nostra democrazia e permettere che ognuno possa esprimere la propria opinione - aggiunge - abbiamo intenzione di raccogliere 500.000 firme in tutta Italia entro il 30 settembre 2021. Il quesito referendario, depositato presso la Corte di Cassazione lo scorso 20 aprile, espressamente recita “Volete voi che sia abrogato l’art. 579 del codice penale (omicidio del consenziente) approvato con regio decreto 19 ottobre 1930, n. 1398, comma 1 limitatamente alle seguenti parole «la reclusione da sei a quindici anni.»; comma 2 integralmente; comma 3 limitatamente alle seguenti parole «Si applicano»?”. Lo scopo è quello di abrogare parzialmente la norma penale che impedisce l’introduzione dell’Eutanasia legale in Italia. L’omicidio del consenziente, infatti, non è altro che un reato speciale (rispetto a quello di portata generale di cui all’art. 575 c.p. sull’omicidio) inserito nell’ordinamento per punire l’eutanasia. Con questo intervento referendario l’eutanasia attiva sarà consentita nelle forme previste dalla legge sul consenso informato e il testamento biologico e in presenza dei requisiti introdotti dalla Sentenza della Consulta sul “Caso Cappato”, ma rimarrà punita se il fatto venga commesso contro una persona incapace o contro una persona il cui consenso sia stato estorto con violenza, minaccia o contro un minore di diciotto anni. Per la validità della sottoscrizioni raccolte è necessaria l’autenticazione delle stesse e ci spenderemo per far sì che la popolazione di Lamezia possa incontrarsi, confrontarsi e crescere".
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