Lamezia Terme - “Quel momento lo ricordo ancora con grande emozione e trasporto. Raggiunsi il secondo piano del Palazzo vescovile di Lamezia Terme. Dopo qualche attimo mi trovai di fronte il vescovo Cantafora e subito compresi l'importanza del momento. Da lì a poco, davanti a me, la figura di Sua Santità, Papa Benedetto XVI al quale con immensa gioia consegnai il mio personale omaggio: un orologio ideato per l'evento che coinvolse la nostra città che per la prima volta ospitava un Papa". Bruno Caputo, racconta a distanza di quasi 10 anni ormai, lo storico incontro con Papa Ratzinger nel corso della sua visita in città, il 9 ottobre del 2011, che fu l'apice di una carriera costellata di soddisfazioni e riconoscimenti in Italia e all'estero. Tanti premi, citazioni e apparizioni sulle riviste di settore più prestigiose al mondo come "Revolution". Unico calabrese, e fra i pochissimi del Sud Italia.
Un'esperienza quella indimenticabile per lei, anche perché si trattava di una creazione rara e ricercatissima nello stile e nei materiali. È così?
"Si, sono passati quasi dieci anni ma quel giorno per me è indimenticabile. Ricordo che insieme al vescovo, monsignor Cantafora i nostri volti erano segnati da lacrime di commozione nell'offrire al Papa quel dono. Si trattava di una creazione con elemento di spicco il quadrante, realizzato con lastra in oro traforato a mano, raffigurante un ostensorio con la tradizionale forma a raggiera percorsa, nel perimetro esterno, da diamanti agli indici. Esemplare unico, con cassa in acciaio al cui interno è ospitato un movimento meccanico a carica automatica, calibro Eta 2824/2, decorato a perlage artigianalmente e dotato di massa oscillante traforata a mano e personalizzata con le mie iniziali. L'oblò in vetro sul fondello riporta le incisioni dell'orologeria e al centro quello dello stemma papale. Nella zona più esterna sono riprodotte invece il nome del Papa, la data e il luogo della sua visita".
Parla con orgoglio Bruno Caputo del suo lavoro di artigiano che porta avanti nel solco della tradizione di famiglia con suo figlio Francesco che lo segue e lavora nel laboratorio di via Salita Fratelli Maruca, nel cuore del centro storico.
Una storia lunga più di un secolo, dal suo bisnonno Vincenzo, passando per nonno Francesco fino a suo padre Ugo. Come è nata la passione per questa forma di artigianato che richiede pazienza e devozione?
"Quando da piccolo mi chiamò il preside Bruno per aggiustare un orologio della scuola. Ricordo che facevo le Elementari e dissi di non essere all'altezza di ripararlo. Lui insistette. Mi disse: ma si che tu ci riesci. Allora presi gli attrezzi del mestiere, un po’ d'olio e riuscì nell'intento di farlo ripartire. Da allora compresi senza esitazione quale doveva essere la mia strada. E non smisi più. La passione tramandata ha avuto un ruolo significativo perché mi ha fatto capire ciò che avevo dentro, di fatto era quello che volevo fare. Da subito, fin da giovanissimo, ero consapevole di voler seguire questa strada".
E poi la scintilla della creatività e la passione per Abraham-Louis Breguet, fondatore della famosa azienda svizzera produttrice di orologi. Tanto da realizzare orologi nel segno di quella tradizione?
"Si tratta sempre di pezzi unici, come quello di un orologio molto apprezzato e conosciuto anche fuori dall'Italia. Il Tourbillon regulateur date, utilizzando un calibro di base Eta 6498-1 modificato, inserendo il tourbillon su un quadrante regolatore, con l'aggiunta del datario analogico in un quadrantino decentrato. Oltre a Breguet, anche modelli delle migliori maison svizzere, Patek, Philippe, Aude-mars Piguet e altri ancora".
Fino ad arrivare ad un articolo apparso sulla prestigiosa rivista Revolution dal titolo "L'artigiano di Calabria".
"Lì descrivono di quando a 13 anni già smontavo le sveglie in negozio per procedere alla pulitura. Si parla di come sono sempre stato affascinato dai tourbillon di Breguet e di come nel 2006 ho coronato il sogno di costruire per la prima volta quest'affascinante complicazione nel mio laboratorio. Da allora, oltre alle riparazioni di orologi, svolgo l'attività di piccolo costruttore per dare spazio alla mia creatività". Un modo, aggiungiamo, per lasciare un segno, una traccia indelebile del lavoro di un maestro orologiaio che dà lustro alla comunità lametina.
A. C.
© RIPRODUZIONE RISERVATA